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Libri e Recensioni intervista
Salvatore Scalisi



  • L'ispiratrice
  • John Parker il detective
  • La mente del diavolo
  • Relazione di sangue
  • Il mondo perfetto di Elisa
  • L'uomo dei piccioni

    Biografia:
    Nato a Catania nel 1959, Salvatore Scalisi è piuttosto riservato sulla sua vita privata; di sé ci racconta solo che, oltre a scrivere, "lavora nel campo dell'antiquariato". Ha al suo attivo già parecchi romanzi ed a breve ne pubblicherà altri tre.

    L'intervista:
    Libri e Recensioni: Ciao Salvatore, hai pubblicato già parecchi libri, molto diversi tra loro, tutti hanno però in comune una grande attenzione per l'aspetto psicologico dei protagonisti. Cos'è che ti affascina tanto della mente umana?
    Salvatore Scalisi:Ciao Maria, la mente umana è sicuramente un labirinto affascinante, pieno di sfaccettature e per questo motivo oggetto di approfondite analisi. E' un mondo non del tutto esplorato, con i suoi angoli bui, impenetrabili e allo stesso tempo inquietanti, dove regna l'assoluta incertezza. Fra gli esseri viventi sono convinto che siamo quelli che più di altri accusano una maggiore instabilità comportamentale; una fonte inesauribile per studiosi e ricercatori, artisti di ogni genere, compresi gli scrittori, naturalmente. Come si fa a non esserne attratto...

    L&R: Un'altra particolarità che caratterizza i tuoi romanzi è legata al fatto che, quasi sempre, l'intero evolversi della storia si sviluppa attraverso i dialoghi, mentre la parte descrittiva è ridotta al minimo. Come mai questa scelta?
    SS: Si, è vero, è una mia caratteristica; i motivi possono essere almeno due: il primo è dovuto dal fatto che sin da ragazzo desideravo scrivere per il cinema, i miei primi racconti erano in realtà dei soggetti cinematografici; il secondo motivo, è l'amore che provo per una certa letteratura anglosassone dove i dialoghi la fanno da padrone. Credo che determinate storie rendono meglio se sviluppate magari attraverso un fitto dialogo invece di un'eccessiva descrizione, spesso buttata lì senza una vera ragione, tanto per riempire le pagine.

    L&R: Le tue storie sono sempre pervase da un tocco di mistero, spesso anche l'epilogo si rivela pieno di ombre, di "detto-non detto" che lasciano molto all'intuito del lettore. Non ti preoccupa il fatto che alcuni possano non capire in pieno quel che tu avevi in mente?
    SS:Che senso ha leggere un romanzo, tanto più se è un noir - thriller, orfano di un pur minimo velo di mistero. E' impensabile! Per quel che mi riguarda, raccontare una storia che non abbia questa peculiarità, significherebbe smettere di scrivere. Andrò avanti finché sentirò di potercela fare. Certo, poi dipende dal giudizio dei lettori capire se il mio intento è stato apprezzato o meno. Non posso negare che qualche mio libro e, più in generale, il sistema strutturale del racconto, possa aver messo in difficoltà il più tenace dei lettori. La cosa non mi dispiace affatto, tutt'altro. Mi piace spesso lasciare delle finestre aperte su cui ognuno può esprimere la propria interpretazione; se poi, i brevi capitoli con riferimento ai diversi periodi temporali si sovrappongono volutamente in modo frenetico, beh, non è improbabile che si rischi di perdere il bandolo della matassa. Per avere maggiore chiarezza è sufficiente un'attenta lettura, magari ritornare a rileggere qualche passo precedente; non è poi la fine del mondo, credo che si tratti di una prassi normalissima. Alla fine si dovrebbero avere le idee più chiare, quantomeno a livello strettamente personale. Mi è capitato di leggere capolavori della letteratura sui quali si sono riversate opinioni discordanti riguardanti proprio il significato e il valore dell'opera, senza che questo abbia suscitato scandalo.

    L&R: In Il mondo perfetto di Elisa e L'uomo dei piccioni tocchi temi davvero difficili. Credi che sia compito di tutti gli artisti (dai musicisti agli scrittori) richiamare l'attenzione su certi problemi, oppure il tuo è solo uno "sfogo estemporaneo", un andare dove ti porta la storia?
    SS: Credo entrambi i casi, nel senso che è bastato porre il pensiero su temi quali l'emarginazione e gli abusi sessuali per convincermi a raccontare due storie forti e, nel caso de L'uomo dei piccioni, evidenziare il difficile percorso di coloro, persone normalissime e integrate nella società, che abbandonano ogni cosa, affetti compresi, per ritrovarsi improvvisamente in una realtà a loro sconosciuta: il mondo dei clochard. Fa rabbia vedere le istituzioni lasciare questa gente caduta in disgrazia, andare incontro ad un crudele destino. Come se una madre abbandonasse il proprio figlio. La mia sensazione personale è che questi "sfortunati" facciano parte di un ben preciso disegno creato dall'uomo, cioè, sono elementi preziosi ed insostituibili di un quadro oramai definito.
    Riallacciandomi all'altro mio scritto, Il mondo perfetto di Elisa, se devo ammettere effettivamente che l'idea iniziale fosse quella degli abusi sessuali, non lo era altrettanto invece per quanto riguarda la personalità dei tre personaggi, che finiscono per intrecciarsi in un clima di odio, amore e vendetta. In un mondo terribilmente complicato, dove i più deboli fanno persino fatica a conservare la propria dignità, gli artisti hanno il dovere morale di restituire loro un po' di fiducia nella vita.

    L&R: Escludendo Parker, i tuoi protagonisti hanno spesso una connotazione negativa, quindi la domanda può sembrare "cattiva" ma... c'è uno di loro in cui ti identifichi maggiormente o che, comunque, rispecchia parte di te e del tuo modo di essere?
    SS: Scrivere noir comporta dare risalto a personaggi tutt'altro che positivi. Non penso proprio che ci sia una simbiosi fra me e loro. Così come è evidente, quando racconto le vicende del detective Parker, di percepire una piacevole sensazione di invincibilità.

    L&R: Nella vita di tutti i giorni ti occupi anche di altro, eppure sei decisamente uno scrittore prolifico, so che ci sono addirittura tre nuovi romanzi in uscita! Come concili le due attività e quando trovi il tempo per scrivere?
    SS: Basta organizzarsi; è importante che la scrittura sia una presenza costante, regolare. Tutti i giorni, o quasi, gli dedico del tempo, che può variare da pochi minuti ad alcune ore, dipende dagli impegni, dall'umore e dalla capacità intuitiva. Sono del parere che un vero autore non può permettersi di rimanere inattivo per un periodo di tempo troppo lungo.

    L&R: Tornando alla precedente domanda, tra i prossimi libri c'è un giallo - una nuova avventura per il detective Parker - ma degli altri due cosa puoi dirci? Ci anticipi qualcosa sulla trama?
    SS: Si, oltre al secondo episodio con Parker protagonista, ho pronti due romanzi; su uno posso dire il titolo, Linea 429, visto che uscirà in libreria fra non molto. Si tratta di un romanzo quasi interamente ambientato su un pullman urbano, su cui sembra abbattersi una maledizione; e non solo atmosferica. Il secondo romanzo racconta di due amici poliziotti le cui esperienze personali segneranno irrimediabilmente la loro vita. Attualmente sto scrivendo un romanzo meno cupo dai risvolti romantici. Da non crederci! Sto invecchiando!

    L&R: Ah ah ah, non mi sembra affatto che tu stia invecchiando e sono curiosa di vederti all'opera con un romanzo "dai risvolti romantici", come dici tu! Speriamo di poterti leggere presto allora e... grazie per la disponibilità e la pazienza!
    SS: Grazie a te! E' stato un piacere. Ciao e a presto.
    (M.G.)



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