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L'ultimo bicchiere di Klingsor
Torgny Lindgren

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    Casa Editrice: Iperborea - 224 pagine
    Disponibile in formato ebook




  • Genere: Narrativa straniera

    Presentazione dell'opera:
    Klingsor non esiste veramente. Egli è un personaggio sui generis, inventato dalla penna di Lindgren, che ha in comune con Herman Hesse e con il mago di Parsifal, solamente il nome.
    Klingsor appartiene alla stirpe dei 'Nilsson' "un nome che non ha nessun lustro né fierezza".

    Accade poi che un pomeriggio di settembre il Vecchio Klingsor "Nilsson" si trova a gironzolare per il cimitero di Krumesse a guardare tombe e lapidi. Vuole un nome che lui ed i suoi discendenti possano portare con dignità, un nome da lasciare in eredità e che sconfigga l'anonimato. Ne trova uno su una lapide, e poiché il suo possessore è morto e sepolto, pensa di potersene far carico lui.
    Così il Vecchio Nilsson diviene Klingsor, un bel nome, quasi magnifico.

    "Tutte le case e tutti gli esseri umani hanno un loro significato. Tutto va interpretato.", anche il nome e quella casa lassù a Haptajärnliden costruita proprio dal Vecchio Klingsor ed impregnata dell'odore acre del suo liquore di cui non può fare a meno e con cui si sbronza fino a sentirsi male.
    Anche il giorno della vigilia di Pentecoste il Vecchio Klingsor, andandosene in giro per la foresta con il suo liquore in mano, si ubriaca fino allo stravolgimento più intenso, a tal punto da dimenticare su di un ceppo di abete tagliato storto, un bicchiere di un verde brillante che ha preso dallo stipo della credenza di casa sua.

    Tutto nasce così, per colpa di un bicchiere perso e ritrovato dopo decenni, rimasto indifferente al tempo che passa. Il legno dell'abete è marcio proprio nella parte più vicina alla corteccia, ma il bicchiere è rimasto lì, fermo, immobile nella sua instabilità.

    E' proprio il nuovo Klingsor, il futuro artista a ritrovarlo. E' andato nel bosco a vedere se il camemoro è fiorito e nota su quel vecchio ceppo di abete, qualcosa di estraneo ed irregolare: è l'ultimo bicchiere del Vecchio Klingsor, che per ritrovare la sua forma originaria sul ceppo di abete tagliato storto, si è inclinato e riaddrizzato da sé puntando verso le stelle.
    Il bicchiere lo colma di una gioia e di un'euforia che non ha mai provato prima.
    Quella straordinaria materia verde brillante lo ammalia e gli rapisce il cuore, consentendogli di elaborare una sua visione personale dell'esistenza e una chiave di lettura completamente diversa: la materia morta non è morta, ma vive esattamente come lui, è materia viva e pulsante. Cercando di disegnare quel bicchiere, l'uomo trova la sua vocazione; l'artista Klingsor inizia così a ritrarre la sua prima opera, "L'ultimo bicchiere di Klingsor". Per esprimere appieno questa sua mistica rivelazione, Klingsor decide di prendere lezioni di pittura per corrispondenza da una certa Fanny che diventerà in seguito sua moglie, ma mai sua musa ispiratrice.
    Il rapporto epistolare tra i due diviene uno scambio di opinioni pittoriche ed esistenziali incentrate sull'equilibrio tra realtà e fantasia, tra vita e morte.
    Il personaggio principale è un uomo originale se non addirittura folle, al limite del comprensibile umano, il quale ritiene che la pittura deve muoversi, essere un atto fisico ed emotivo. Tuttavia l'artista Klingsor sceglie una tematica perennemente identica, che lo porta alla irrimediabile e reiterata riproduzione dello stesso identico soggetto, la stessa tazza, lo stesso bicchiere, la stessa brocca, sulla stessa tela, 48 x 28 centimetri, l'unica misura di tutte le sue opere.
    In tutto il libro esistono due diverse dimensioni che non si incrociano mai, perché vivono al confine tra il paradossale e il realismo: è il rapporto principale tra l'arte e la vita.
    "È una professione di fede.
    La realtà è più grande!
    La materia è diversa!
    La morte è un inganno!"


    Klingsor è pateticamente egocentrico, ritenendo di bastare a se stesso e non ascoltando le critiche degli altri. Per lui la coerenza rimane coerenza a tal punto da continuare a dipingere sempre e soltanto il suo bicchiere storto che punta verso le stelle.

    Il racconto è pieno di umorismo ed eventi paradossali, al confine tra l'ironico e il serioso.
    L'autore ci ammalia con parole divertenti e contemporaneamente interessanti, regalandoci una serie di personaggi euforici e fuori dal canone tradizionale.
    Lo stile di Lindgren è assolutamente inconfondibile, dimostrandosi ancora una volta all'altezza dei suoi scritti.
    (Paola Di Berti)

    Note sull'autore:
    Torgny Lindgren è nato nel Vasterbotten, nel nord della Svezia. E' uno degli autori più originali ed eclettici per temi e scrittura della narrativa scandinava contemporanea.
    Accademico di Svezia, definito da Le Monde "tra i veramente grandi", è stato insignito dei più prestigiosi riconoscimenti in patria e all'estero, dal Premio del Consiglio Nordico al Prix Fémina. Iperborea ha pubblicato altri sette romanzi, tra cui, Betsabea, Per amore della verità, La ricetta perfetta e Per non saper né leggere né scrivere.



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