Trama:
Il primo sasso mi passa a pochi centimetri dalla tempia. Più che un sasso è un impasto di terra argillosa, quella terra grigia e opaca che si trova vicino allo stagno dove i ragazzini vanno a giocare nelle afose giornate estive.
Commento:
Ambientato in Francia nel periodo della ghigliottina, Il figlio del boia è un romanzo molto intenso che parla di emarginazione. Bastian, figlio e nipote di boia, mestiere che contraddistingue la sua famiglia ormai da generazioni, è la voce narrante di quest'opera che, a tratti, sembra quasi un diario.
L'atmosfera che permea il libro è cupa, opprimente, proprio come la vita del piccolo che, a sette anni, ha già imparato a mentire per proteggere la madre, troppo fragile per affrontare la realtà. Lei che vive isolata dal mondo, un padre che solo da adulto imparerà a capire e nessun amico, Bastian cresce in solitudine, oppresso da un destino che non sembra lasciargli nessuna possibilità di scelta.
Crescendo, quando finalmente le cose sembreranno andar meglio e l'amore sorridergli, il fato avrà in serbo altre brutte sorprese, che costringeranno il protagonista a scelte che mai avrebbe voluto fare.
Rassegnazione per un destino che sembra già scritto, solitudine e tristezza, sembrano accompagnare Bastian lungo tutto il suo cammino, con l'unica eccezione di una bella amicizia che resisterà agli anni, ai pregiudizi e all'emarginazione, forse proprio perché nata tra persone bistrattate dalla società.
Personaggi ottimamente caratterizzati e una trama originale, il romanzo della Brentani è ben scritto e coinvolgente ed affronta il tema dell'emarginazione da un punto di vista nuovo, trasmettendo con intensità i sentimenti di tristezza, rassegnazione e solitudine provati dei protagonisti. Bello l'epilogo, quello spiraglio aperto su un futuro migliore che nasce proprio dall'amicizia, l'unico legame che, sincero e disinteressato nonostante le apparenze, ha accompagnando il protagonista per l'intera vita, permettendogli di essere se stesso.
(Maria Guidi)