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Il mistero del dipinto scomparso
di Iacopo Cellini

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    Casa Editrice: Newton Compton Editori - 192 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Per ragazzi

    Trama:
    Sperduto tra i borghi dell'Umbria, isolato in cima a una collina, si trova il castello della nobile casata dei Montefalco: un'imponente costruzione tardomedievale perennemente avvolta dalla nebbia. Al suo interno è custodito un quadro che è da generazioni oggetto di discordia: un'antica tradizione familiare, infatti, vuole che esso non debba mai lasciare il castello e che chiunque ne sia il possessore diventi anche il padrone della rocca. Il vecchio Guido Montefalco, l'attuale proprietario, è ormai in fin di vita, e l'erede designato dovrebbe essere Filippo, il maggiore dei suoi tre nipoti. Ma una sera d'estate il giovane Leandro, figlio di Filippo, scopre che qualcuno sta tramando per rubare il dipinto. I sospettati sono molti, ma il colpevole è uno solo. Il ragazzo è intenzionato a smascherarlo e impedirgli di portare a termine il suo diabolico piano. Ma per riuscirci dovrà spingersi nelle zone più inaccessibili del castello, raccogliere indizi e superare molte prove ed enigmi... Siete pronti ad aiutarlo?

    Recensione:
    "Il mistero del dipinto scomparso" di Iacopo Cellini, lo confesso immediatamente, appartiene ad un genere che non mi ha mai entusiasmato, quello del libro gioco o libri interattivi. Parafrasando un famoso film dei fratelli Coen direi che "non è un libro per vecchi" (lettori o altro), lo catalogherei quindi nella narrativa per ragazzi.
    Apprezzo da sempre i libri per ragazzi, professionalmente ci ho convissuto per circa vent'anni, ma questa branca a metà strada tra il videogame e il libro non mi ha mai convinta. Mi è stato proposto di leggere questo lavoro ed ho accettato perché amo la lettura, le sue sfide e mettermi in discussione ma immaginate che vi piaccia andare al ristorante e fare le recensioni. A un certo punto vi portano in un bel ristorante giapponese, solo che a voi non piace il pesce. Certo, tutto freschissimo, bell'impiattamento e tutto quanto. Però se il pesce non vi piace, non vi piace. Ecco, "Il mistero del dipinto scomparso" non offre quasi nessun appiglio per gli argomenti che mi interessano.
    Ebbene, ho letto il libro tre volte (è breve) e alla fine l'ho trovato mediocre. So che quest'affermazione mi renderà impopolare e passerò per essere un'intransigente e antiquata bacchettona ma ho rilevato molti difetti.
    Innanzitutto è anacronistico nella caratterizzazione dei personaggi e dell'ambientazione: la vicenda si svolge nel 1994 ma sembra di trovarsi in pieno medioevo, il protagonista Leandro (di cui poi il lettore si farà alter ego) è un adolescente che si definisce "bambino", ma quando mai? Negli anni '90? La famiglia è un teatro di burattini, personaggi finti e incartapecoriti, c'è persino un impettito maggiordomo che, per rispettare il cliché si chiama Ambrogio e ha un figlio di nome Battista che ne prenderà il posto.
    La location è un castello, o meglio un vetusto palazzo signorile di Montefalco, ovviamente isolato dal resto del mondo e circondato da una landa ricca di ruderi e pericolosissima, tanto che, a un minimo ritardo dei ragazzi, la famiglia atterrita e in ambasce corre fuori a cercarli con le torce... ripeto, nel 1994?
    La narrazione vuole essere stimolante ma è lenta, i bivi proposti vivacizzano giusto un po' il tutto, gli enigmi a volte sono troppo semplici, a volte incomprensibili e il formato elettronico non aiuta perché mischia ulteriormente le carte.
    La conclusione, dopo avere cercato, e non sempre trovato, il nesso tra i vari indizi e relative spiegazioni, lascia anch'essa a desiderare: è posticcia, come un tupé...
    Sicuramente io non sono la persona adatta per questo genere di libri fusion, preferisco di gran lunga i videogiochi, ma non escludo che un pubblico giovane possa gradire. Pur di far leggere un ragazzino farei carte false ma gli fornirei almeno una visione corretta della realtà in cui muoversi leggendo e, forse, arricchirei il testo con qualche piantina dei luoghi.
    Se tutti i librogame meritano di essere letti, questo merita di essere letto poco e velocemente messo in archivio. A meno di non averne un invidiabile e splendido ricordo d'infanzia, quando lische figure nascoste nell'oscurità, vestigia abbandonate e nebbie maledette facevano battere forte il cuore di bambini coraggiosi, troppo impegnati a emozionarsi per dissezionare freddamente un libro a uso recensione.
    Non me ne voglia l'autore che, peraltro, so essere apprezzato nel suo genere.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Sei un idiota! Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti dal castello senza il mio consenso? Mi hai mancato di rispetto!". Nelle furenti parole dell'uomo non c'era traccia di preoccupazione, ma pura rabbia per l'irriverenza che il figlio aveva dimostrato nei suoi confronti.

    Se non poteva sconfiggere il suo avversario lealmente, doveva ingannarlo, a costo di perdere il suo onore.



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