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Perché Istanbul ricordi
di Ahmet Ümit
Traduzione a cura di: Anna Valerio

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    Casa Editrice: Ronzani Editore - 608 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Noir

    Trama:
    Istanbul. Un misterioso delitto mette alla prova il commissario Nevzat Akman e i suoi giovani collaboratori. La vittima viene rinvenuta nella parte vecchia della città, davanti alla statua di Ataturk, tiene in mano una moneta antica e sembra indicare una direzione precisa. E' solo il primo di una serie di omicidi rituali in luoghi storici, ogni monumento è legato a una figura importante del passato: sette monarchi, sette magnifici luoghi antichi e una sola sconvolgente verità. Inizia così una corsa contro il tempo, alla caccia di abilissimi e sfuggenti criminali. La chiave dell'enigma risiede nel passato di una delle città più misteriose del mondo, e conduce a un emozionante viaggio storico da Bisanzio a Istanbul, in cui la sorte delle vittime dipenderà dalla capacità degli investigatori di decifrare quella storia, di ripercorrerla attraverso dolorosi ricordi, e di attraversare l'anima di una moltitudine di personaggi: ubriachi senzatetto, potenti uomini d'affari senza scrupoli, avvocati e giornalisti corrotti, avidi archeologi e cittadini idealisti che lottano per preservare i siti storici di Istanbul. Ümit scava nella psicologia dei personaggi, nella sacralità dell'amore e dell'amicizia, e fonde abilmente la narrazione di genere con gli intermezzi storici. Tra le righe si ritrovano la sua vocazione politica, il richiamo ai tempi cupi del recente passato e del presente, in ogni pagina l'amore sconfinato per la sua città. Fino all'imperativo finale: "perché Istanbul ricordi".

    Recensione:
    Un libro speciale, un noir avvincente al contempo istruttivo, con una profondità di pensieri trasmessi che incanta: "Perché Istanbul ricordi" è uno scrigno che sarà un piacere aprire e svelare, per molti estimatori di generi diversi non solo per chi nei libri cerca crimini e soluzioni.
    Umit è uno degli autori turchi più celebri al mondo e leggendo questo romanzo, prima edizione italiana, si capisce il motivo di ciò. La sua scrittura è carismatica, magnetica, la sentiamo vicinissima a noi, sicuramente grazie anche alla traduzione puntuale di Anna Valerio, che riesce a rendere nella nostra lingua tutta la bellezza del testo originale, e all'attenzione per la revisione del testo messa in atto da Giovanni Stefano Messuri.
    C'è tantissimo in quest'opera, partendo da misteriosi omicidi dall'aria rituale, ossessivamente ripetitivi in alcuni punti e con un messaggio celato nella morte, Umit ci racconta la storia millenaria della sua città, una storia fatta di genti diverse eppure con tanto in comune, che collega tra loro civiltà che si sono avvicendate le une alle altre, connettendo la Grecia, la Turchia e l'Italia in un crogiolo di anime e religioni, riflesse nelle strutture e nei monumenti.
    L'autore trasmette il suo amore per la città di Istanbul, con passione e garbo, lanciando attraverso le parole dei suoi personaggi moniti alla politica del suo paese, e ai suoi concittadini. Tra le righe ci sono tante esortazioni affinché l'ignoranza sia abbattuta in favore di una maggior consapevolezza della storia e del passato, per aver rispetto di ciò che è stato, condannando la corruzione e la sterile corsa al denaro.
    Il ritmo della lettura è carezzevole, l'indagine si alterna a momenti di vita esterna eppure la malia della narrazione non cade mai. Siamo avvinti dalle vicende dei personaggi e dalle loro storie e siamo tesi nella curiosità di capire chi sia o siano gli artefici delle morti, coi corpi deposti in luoghi simbolo della città.
    I personaggi ci si rivelano con tutta la forza della loro umanità, i pregi, i difetti, i sorrisi e i tormenti. Sono profondi, veri, ed assolutamente affini a noi. La trama ci viene offerta attraverso l'io narrante del protagonista, il commissario Nevzat, mettendo così il lettore a parte dei pensieri, delle opinioni di quest'uomo giusto, retto e segnato da una tragedia terribile. Eppure è ancora capace di vedere il bello, di aprirsi alla vita, all'amicizia e all'amore. Rappresenta un compagno perfetto per proseguire nel caso e andare alla scoperta dei segreti di Istanbul, così alla portata di tutti, davanti agli occhi, eppure sviati con indifferenza dai tanti che non apprezzano, che non sanno e quindi non capiscono.
    Man mano che la lettura prosegue ci si accorge che nulla di questo romanzo corposo è lasciato al caso, ogni parola ha un peso ed una importanza. Il male viene generato dal male, la sofferenza porta a gesti estremi, perché se le urla restano inascoltate allora si pensa che forse le azioni, clamorose, eclatanti, avranno un peso maggiore.
    Un piano pensato nei più piccoli dettagli, questo si troverà ad affrontare Nevzat, un'indagine difficile che lo colpirà profondamente, mentre le morti aumenteranno e con esse sospetti e domande.
    "Perché Istanbul ricordi" è un romanzo che colpisce, un mistero fitto fatto di amore e morte, di passato e presente. Un'opera che si ricorda.
    (Tatiana Vanini)



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