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Genere: Narrativa straniera

Trama:
Liv è morta a sei anni. Si è allontanata in mare durante la notte e al mattino è stata ritrovata solo la barca vuota. O almeno, questa è la storia che i suoi genitori hanno raccontato alle autorità. Ma la realtà è ben diversa. Liv è viva, si nasconde dietro un impenetrabile muro di oggetti rubati qua e là e accumulati da Jens, suo padre, nel corso degli anni: infatti, ciò che gli altri considerano superfluo, un rifiuto da buttare, per Jens è importante, degno di una seconda vita. Impossibile, anche volendo, scovare la bambina in quel fortino; impossibile, una volta oltrepassato il cancello, uscire indenni dalle trappole seminate in cortile, lungo il percorso che porta alla casa e all'officina, alla stalla e al piccolo container che racchiude tanti segreti. Qui, lontano dagli altri abitanti dell'isola, la vita della famiglia scorre imperturbabile, cristallizzata per l'eternità come una formica nella resina. Soltanto Maria, la madre di Liv, potrebbe rompere l'incantesimo. Ma anche lei, a modo suo, ha deciso di nascondersi dal resto del mondo dentro un corpo mostruosamente grasso...

Recensione:
Leggere questo libro sarà bellissimo e terrificante, un'esperienza gioiosa che porta in sé tanta tristezza; tra le sue pagine troverete immenso amore e il suo esatto contrario, ovvero il possesso, la volontà di fermare il tempo, di cristallizzare il presente e preservare ciò che si ha in eterno, oltre ogni limite, proteggendolo e isolandolo da tutti.
Il titolo è perfetto per rappresentare l'interezza dell'opera, non solo perché si parla di resina in quanto sostanza che proviene dagli alberi, dai numerosi usi, ma sopratutto per la sua capacità, col fluire degli anni, di solidificarsi divenendo ricercata ambra, ancor più preziosa se al suo interno sono preservati insetti antichi. In modo allegorico, i personaggi che andremo a conoscere tra queste pagine sono immobilizzati dalla resina appiccicosa di un'esistenza oltre ogni limite; alcuni verranno pian piano inglobati in una prigione che è sia mentale che fisica, nessuna speranza per loro; per altri invece, forse, c'è ancora una possibilità di staccarsi dalla resina e volare via, respirare e finalmente vivere.
La scrittura di Ane Riel è di grande impatto emotivo, altamente descrittiva, permette con il suo fluire melodico ed intenso, di entrare in comunicazione con ogni personaggio. Nessuno di loro sarà disturbante agli occhi del lettore, anzi, sarà possibile capirli, comprenderli, commiserarli e camminare accanto a loro in questa avventura gotica che conduce all'interno di una mente disturbata, esprimendo con lucidità cosa si può nascondere dietro coloro che vengono definiti "accumulatori seriali".
Soprattutto attraverso la voce diretta di Liv, la piccola protagonista, veniamo catapultati all'interno della sua famiglia. Già dalla prima pagina, con un'affermazione ad effetto, si viene catturati e coinvolti. E' incredibile come le cose viste dagli occhi di una bimba, che non ha conosciuto altra normalità all'infuori di quella di casa sua, appaiano giocose, magiche e perfettamente normali. Chi legge, inizialmente vivrà le esperienze esattamente come lei, poi una sensazione strisciante di disagio si farà strada nella bellezza, rivelando l'orrore, anche attraverso il necessario distacco di chi mostra una prospettiva diversa.
Le esperienze formano e può capitare che una mente più delicata venga scossa da avvenimenti dolorosi, quanto inaspettati. Le cose possono solo peggiorare se, accanto a queste persone, c'è chi li ama così tanto da accettare senza problemi quelle che, inizialmente, sono caratteristiche bizzarre e magari anche affascinanti. Quando le originalità sfociano nella patologia può essere troppo tardi. L'amore avvicina; l'amore fa accettare oltre ogni confine; l'amore rende ciechi; l'amore imprigiona; l'amore uccide; ma è ancora amore? O diviene piuttosto paura, terrore, malattia?
"Resina" si rivela romanzo avvolgente, affascinante, in grado di regalare sorprese restando sempre molto umano. Regala emozioni e sensazioni raccontando del microcosmo famigliare, con le sue regole interne, e di quello dei vicini, della società, rispondente a leggi che preservano il pudore, la privacy del singolo, ma spesso questo rispetto assomiglia a un distogliere lo sguardo volutamente, un far finta di non sapere e di non sospettare, perché andare ad indagare potrebbe scoperchiare un vaso di Pandora di sudiciume col quale non si vuole entrare in contatto. In fondo ognuno ha i suoi guai, perché accollarsi anche quelli degli altri? Non sono nemmeno amici, solo semplici conoscenti, gente un po' stramba, ma innocua; ognuno ha il diritto di vivere come meglio crede. Dove si colloca il confine tra rispetto e disinteresse ipocrita?
Scoprite il mondo di Liv, amerete questo libro e cambierete il vostro personale modo di guardare alle cose.
Meraviglioso.
(Tatiana Vanini)



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