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Genere: Narrativa

Trama:
Ventidue brevi storie (...) sulla scuola, vista con gli occhi di chi dapprima ne ha usufruito, come tutti, e da qualche anno la fa. E non è la stessa scuola. Insegnare come si deve è impegnativo, ma anche divertente. Infatti, nel mondo della scuola si aggira un'umanità così originale ed esilarante, che non manca mai l'occasione per una bella risata. Alcuni esempi di soggetti comici? Al primo posto senza dubbio gli insegnanti, quelli convinti, i geni, i predicatori, quelli che propongono; poi gli alunni, quelli furbissimi, quelli che sanno già, quelli con le scuse; infine i genitori, quelli invadenti, quelli preoccupati, quelli che giurano, i nostri e noi.

Commento:
Questa breve raccolta di racconti spalanca una finestra sul mondo della scuola, vista con gli occhi di chi dapprima ne ha usufruito, come tutti, e da qualche anno la fa. Uno sguardo divertito, a tratti ironico, che ci fa però molto riflettere su problematiche che la scuola si porta appresso da decenni, sopravvissuta al passare del tempo ed alle varie riforme subite. Una scuola che, come scrisse Oscar Wilde citato nell'introduzione, dovrebbe essere il luogo più bello di ogni città e di ogni villaggio, così bello che la punizione, per i ragazzi indisciplinati, sarebbe di esser privati della scuola l'indomani. Ad essa, invece, troppo spesso non si riconosce il ruolo fondamentale che riveste (o che dovrebbe rivestire?) all'interno della nostra società.
Vincenzo Sibillo, con fare scanzonato, ci prende per mano e ci accompagna divertito fra i banchi di scuola presentandoci piccole caricature di studenti a volte svogliati e furbetti, altre volte irrimediabilmente "secchioni". Ma il bersaglio preferito dell'autore sono insegnanti e genitori. I primi, non sempre all'altezza della situazione o semplicemente demoralizzati e demotivati; i secondi, invece, pronti a giustificare i propri figli in ogni situazione. Davvero divertenti le pièces teatrali intitolate "COLLABORAZIONE SCUOLA-FAMIGLIA", nelle quali i genitori - a dire la verità quasi sempre mamme - affrontano gli insegnanti in quelli che più che colloqui appaiono duelli all'ultimo sangue. E che dire della provocazione de "LA CAROGNATA", in cui il prof di turno decide di non seguire più i ragazzi problematici, distratti, incontrollabili e dedicarsi esclusivamente a quelli che amano lo studio, che si impegnano, che aspirano legittimamente a migliorarsi?
Il messaggio dell'autore è comunque positivo ed ottimista. Lui, che da qualche anno si diverte ad insegnare in un liceo milanese, sa che esistono ragazzi ancora curiosi e desiderosi di apprendere; ed è anche certo che esistono ancora professori come il suo vecchio prof, il mitico Cantola, un grande, che sapeva il greco meglio dell'italiano e davanti al quale tutti gli alunni restavano ipnotizzati quando li portava per gli affascinanti sentieri del greco, della filosofia, della teologia. Adesso che sta dall'altra parte della barricata, Sibillo ricorda le rare volte in cui da studente aveva saltato la scuola per passeggiare per la città, vagando nei suoi pensieri e sentendosi libero di girare al contrario di come stava girando il mondo in quell'istante. E sorride, quando nella sua classe vede un banco vuoto, in un giorno di primavera, perché gli piace immaginare che, forse, c'è uno come lui, che sta cercando la sua strada e ha bisogno di stare solo, per un po', a pensare.
(Raffaella Galluzzi)



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