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Il peso della polvere
di Tiziana Clementi

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    Casa Editrice: Tabula Fati - 136 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Il peso della polvere è la traccia tangibile dell'esistenza profonda e indefessa, fiera e autentica di una madre e della sua perdita più cocente. Alba muore un pomeriggio d'agosto. Muore senza far rumore, senza intaccare l'andamento del tempo e la fisionomia del mondo. Maria si aggrappa al ricordo, unica certezza, strappando con le unghie la massa di terra, la patina corrosiva e distruttiva, per dissotterrare il suo passato e liberarlo dal peso della polvere. Con un soffio di voce ci consegna la sua vita, istantanee ripiegate in una vecchia stoffa lisa ma resistente, iniziata sui sentieri di un paese contadino del Molise, tra campi di girasoli e ulivi, colline e valli, una vita che continua sulle strade asfaltate di Roma, dove le speranze si scontrano con gli enormi palazzi, il fumo nero e l'aria opaca. Maria ricerca la ragione che le ha strappato sua figlia e i figli di lei, per potersi assolvere, per perdonare Alba e se stessa ma anche la vita, che le ha convinte a vivere una farsa su un palcoscenico di illusioni e silenzi in un assurdo gioco al massacro.

    Recensione:
    "Il perso della polvere" è un libro struggente, profondo, fatto di ricordi e di presente. Raccontato da una madre in prima persona, è una storia che entra dentro, con dignità, forza ed empatia.
    Tiziana Clementi ha una penna bellissima: descrittiva quanto serve, costruisce frasi nelle quali le immagini risultano vivide, ricche di colori, di sentimento. Racconta le difficoltà con verità, le speranze con gli occhi di chi guarda al futuro lavorando sull'oggi. Le lacrime luccicano, l'immersione si fa totale e la polvere pesa, porta esperienza e amarezza, per un'opera breve che parla di amore, di vita e di perdita.
    I personaggi, dalla voce della protagonista e narratrice Maria, assumono consistenza, concretezza e li vediamo muoversi su un palcoscenico che buca le pagine e si mette al nostro fianco.
    La costruzione del libro è schietta eppure c'è il segreto dietro la morte di Alba, la consapevolezza del percorso e le risoluzioni che avvengono quando Maria, emblema della maternità e della resilienza, scopre la verità, parti che rinnovano l'interesse, anche la curiosità che poi diviene vicinanza ai personaggi.
    L'autrice mostra la povertà dignitosa, di chi si impegna, lavora, fatica e, passo dopo passo, trovo il modo di migliorare. Ci racconta una famiglia e il legame tra i membri, abbatte il mito della perfezione genitoriale, ammettendo la bellezza e la giustezza degli errori, che ci sono perché siamo umani e fallibili, ci mette di fronte alle conseguenze delle scelte che non dipendono da noi e ci mostra come, in modi diversi, a queste conseguenze si reagisce.
    C'è davvero molto in "Il peso della polvere", è uno scritto intenso, profondo, che da tanto. Nonostante i dialoghi siano pochi, centellinati e in momenti narrativi precisi, il ritmo non risulta mai troppo pesante, tutto è fruibile, comprensibile, paragonabile alle nostre esperienze personali. E' uno scrigno di emozioni, indoli e azioni, perfetto nel titolo, giustissimo nell'immagine di copertina scelta. Non da poco è la scelta di addentrarsi in una malattia di cui oggi si parla pochissimo, sempre meno, perché la ricerca ha fatto molto per prolungare la vita, mitigare i sintomi, frenare i contagi con l'informazione, però è giusto che se ne parli, perché esiste, porta lacrime ed è ancora la realtà di qualcuno. Quale malattia? Scopritelo, perché di questo libro non vi voglio togliere nulla, perchè nessuno meglio di Maria e Tiziana Clementi può portarvi in questo mondo.
    La polvere ha un peso e prima o poi si poserà su tutto e tutti.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Non tutto quello che si vede esiste, non nel modo che noi conosciamo.

    La vita non si limita a ciò che si vede e si tocca, ma ambisce a sfiorare un universo impalpabile e più esteso. Forse è lì che si rifugiano tutti quelli che abbiamo amato e poi perduto.

    La povertà è franca, e se da una parte toglie, dall'altra consegna con un impeto sconsiderato la capacità di apprezzare ciò che è essenziale.

    Dello stesso autore:
    L'ombra del cortile



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