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La confraternita della weissbier
di Corrado Mazzoli

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 272 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Amicizia

    Trama:
    "Nulla era scontato con lei, imprevedibile e non controllabile, una presenza che assorbiva tutte le energie presenti nella stanza, quando c'era lei le catalizzava, sembrava che tutto si fermasse, poi le faceva riemergere, lentamente, nella loro consistenza, attraverso sensazioni, gesti, calore, emozioni."
    Sul finire degli anni '90 Lorenzo Roversi, professore precario trentenne, divide il suo tempo tra Roma, dove principalmente vive e insegna comunicazione d'impresa, e Torino in cui ricopre all'università il ruolo di docente a contratto di storia medievale. Sono due incarichi che richiedono peraltro continui spostamenti in treno.
    Con uno spiccato senso dell'ironia ma votato ad una profonda introspezione, Lorenzo è condizionato dai tempi serrati dei viaggi e da ambienti di lavoro competitivi. Durante una delle sue periodiche trasferte incontra una giovane donna, Roberta, che entra in modo inaspettato nella sua vita. Esperienze coinvolgenti, relazioni sentimentali difficili e il repentino evolversi degli eventi lo metteranno alla prova, con la necessità infine di dover prendere decisioni fondamentali per il suo futuro.
    Paolo, Luca e Anna, gli amici di Lorenzo, saranno sempre al suo fianco, a modo loro, con il loro carattere particolare e a volte surreale. L'indole romanesca e a volte dissacrante dei giovani si scontrerà presto con i primi problemi della vita relazionale e lavorativa, poi con la diffidenza torinese e la necessità di un immediato adattamento, tra pregiudizi e il desiderio comune di trovare una stabilità lavorativa ma anche sentimentale.
    Un anno di trasferte e cambiamenti che segnerà il passaggio ad una nuova fase della vita sia del protagonista sia dei suoi amici. Un romanzo di formazione e di sentimenti.

    Recensione:
    "La confraternita della weissbier" di Corrado Mazzoli è un romanzo, arricchito di alcune composizioni poetiche, che si articola tra Roma e Torino e copre un anno della vita del protagonista, il trentenne Lorenzo, e dei suoi tre amici: Anna, Luca e Paolo. Siamo negli anni '90 e seguiamo la ricerca, ostinata, caparbia, di Lorenzo verso la realizzazione professionale e quello che è la felicità per lui auspicabile. Una felicità quasi araba fenice, inafferrabile, sfuggente, che improvvisamente sembra essere raggiunta con Roberta, attraente e sofisticata donna fiorentina incontrata durante i viaggi di lavoro settimanali da Roma a Torino, e che brucerà del suo stesso fuoco, per poi rinascere dalle ceneri, per restare, o per spiccare di nuovo il volo, lasciando le palme del protagonista impolverate e grigiastre, ed il cuore lacero ed ammaccato, ma indomito ed ancor più caparbio nell'ostinata ricerca.
    E' un romanzo il cui fulcro centrale è l'amicizia, la vera e autentica amicizia che è selettività, ottimismo, piena fiducia, assenza di paura, colori forti. E in cambio chiede solo un po' di presenza, un pensiero, un ricordo e ti fa star bene; l'amicizia che supera tutto, anche un amore che fa stare male, dilania e sembra distruggere Lorenzo, l'amicizia sincera che fa sentire vivi e importanti pur attraverso litigate e scontri.
    La narrazione procede a ritmo alternato, a Torino il passo sobrio e ben cadenzato tipico del capoluogo piemontese; qui l'Autore crea le solide basi per il futuro ramificare della vicenda. A Roma il passo cambia, assume un ritmo meno compassato, i dialoghi sono coloriti dal dialetto romanesco e qui sono presentati con dovizia di particolari i co-protagonisti, inseriti nel loro ambiente e mossi sulle tracce che la brillante penna di Mazzoli ha creato: quanto ho adorato Maria che mi ha ricordato la Sora Lella!
    Lentamente, nel dipanarsi delle pagine, tutti i tasselli trovano la loro collocazione, vanno ad inserirsi perfettamente nel nitido quadro finale, così come i protagonisti trovano la giusta dimensione delle loro esistenze. Al termine della lettura resta l'impressione di aver letto un romanzo di solido impianto, in cui un linguaggio, a volte pacato e misurato, a volte frizzante e "compagnone", accompagna il lettore con fluidità attraverso le vite dei personaggi, i quali appaiono solidi, ben costruiti, con una psicologia romanzesca chiara e schematizzata.
    Il testo è gradevole, si legge con piacere, si entra facilmente in sintonia coi personaggi, sino a simpatizzare per l'uno o per l'altro e, nella luce dorata di cui il romanzo è circonfuso, ci si lascia cullare dal bravo Mazzoli, che ce la mette tutta per costruire un romanzo con la R maisucola. L'Autore rispetta la sottintesa carta dei diritti del lettore, per cui non maramaldeggia, non fa sparire e riapparire situazioni a colpi di illusionismo o sbadataggine, misura le parole, dosa i sentimenti e li pone al posto giusto; talvolta incappa in qualche piccola ingenuità da romanziere meno navigato, forse dovuta ad un eccesso di zelo nel costruire il tessuto di una narrazione, che deve essere forte e al contempo leggero, resistente e perfettamente adattabile al lungo utilizzo e alle molteplici esigenze che porta a rallentare un po' il passo, immagino in buona – buonissima – fede, per coccolare meglio il lettore e farlo sentire accompagnato nei meandri delle vite che racconta.
    Al termine, il testo trasuda di un ottimismo quasi disarmante che ha avuto la capacità di lasciarmi un segno... una sensazione palpabile di pace... che, credetemi, mi ha riscaldato il cuore.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    A volte mi sentivo solo, sì. Avevo dato sempre la colpa alla città, che ai miei occhi non spiccava per particolare accoglienza, come i suoi abitanti, a volte freddi, scostanti, un sottile livore o sarcasmo lo leggevo sovente nelle loro parole, negli atteggiamenti.

    Andare avanti significava provarci comunque a impegnarci in quello che ci piaceva oppure per cui avevamo studiato, senza perdere di vista quello che eravamo da ragazzi, qualche ideale, quelli belli e quelli che però avevamo già riposto perché non se ne vedevano più in giro. E allora, rimaneva l'amicizia, l'essere compagni anche nelle cazzate. E quindi ci sbarellava, comunque, se qualcuno di noi presentava nel gruppo il mammoccio o, peggio, una nuova ragazza.

    Questo mi piaceva di loro, di noi, che poteva accadere qualsiasi cosa, cambiare anche le abitudini, ma noi stavamo prima o poi sempre insieme, anche con poco.

    Siamo come onde in un oceano infinito formate, condotte dalla corrente marina non sappiamo dove essa nasce, dove ci accompagna.
    ...
    A volte si resta, solo per aspettare che il vento con una carezza possa ricordare a noi che siamo come onde, semplici onde.



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