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La mano tagliata
di Matilde Serao

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    Casa Editrice: Libreria Covo della Ladra - 367 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Mistery

    Trama:
    Roberto Alimena non ha alcuna ragione per vivere, ma neppure nessuna per morire. Ricco e giovane, ha tutto ciò che desidera.
    Ranieri Lambertini è un giovane rampollo della Roma bene e ama una donna che non potrebbe amare.
    Rachele Cabib è bella da morire e vive da reclusa, nella misera casa del padre, un rigattiere di Vicolo del Pianto a Roma.
    Tra di loro una valigia e il suo misterioso contenuto; un filo rosso che unisce fatalmente i loro destini a quello di un uomo terribile e misterioso che, dal mondo delle ombre, sembra bramare una vendetta tutta sua. Una corsa, e una fuga, tra Napoli, Roma, Milano e Londra. Una storia di destini incrociati in cui la fedeltà e l'amicizia, l'amore e la speranza, saranno messi a dura prova sino alle estreme conseguenze. Matilde Serao crea una storia tra mistero, magia e crime story; un grande romanzo di amore e morte in cui, come in una catarsi tragica, le passioni si scontrano mettendo a nudo tutta la forza e la fragilità dell'animo umano.

    Recensione:
    "La mano tagliata" di Matilde Serao è un romanzo che vide la luce nel 1912 e, come spiegato nella nota conclusiva, ha subito un editing, che non esito definire ben condotto, che gli ha consentito di essere compreso appieno dal lettore di oggi.
    Rispettando le caratteristiche della scrittura dell'autrice napoletana, l'editing ha mantenuto intatto lo stile inevitabilmente datato dell'opera, l'originalità della trama, la sapiente finezza psicologica con cui sono stati costruiti i personaggi, l'abilità nel maneggiare feuilleton e letteratura dosandoli in perfetto equilibrio.
    La lettura è piacevole e affascinante, l'input narrativo sgorga da passioni tormentate, amori folli, sentimenti calpestati, rappresentando tempi in cui tradimenti ed onte si vendicavano con il sangue. Un tempo lontano a cui noi, lettori di oggi, ci avviciniamo a simili immagini con un accenno di sorriso sulle labbra e con un pizzico di freddo nelle ossa; eppure questo era lo spaccato socio-culturale dell'epoca (che, tuttavia, nella sostanza non è molto diverso da quello attuale). L'amore, l'onore, il peccato, la morte si rincorrono senza tregua per l'intero excursus narrativo, sfociando in una rappresentazione a tinte fosche e forti, dell'intricata selva dei sentimenti umani. I protagonisti gridano la loro sofferenza sia con le parole sia con i silenzi, colti nelle riflessioni più intime e nel rapportarsi con il prossimo secondo quanto dettato dai costumi e dalle convenienze del tempo.
    La Serao, inizialmente, ci fornisce una descrizione quasi dannunziana del protagonista Roberto Alimena, quindi il romanzo prosegue in atmosfere gotiche e misteriose degne della penna di Poe, soprattutto nella prima parte; il Maestro, Marcus Heller, è una figura satanica eppure profondamente e romanticamente dolente, un Lucifero spogliato della sua originaria bellezza che però mantiene in sé la fiamma di un amore impossibile e disperato.
    E' magistrale la descrizione della carrozza con il Maestro e Maria, la donna da lui disperatamente e inutilmente amata, che è quasi un'apparizione ultraterrena giunta a turbare la giovinezza agiata e senza pensieri di Roberto Alimena e dell'amico Ranieri Lambertini.
    La seconda parte del romanzo è caratterizzata da un'esondazione della passione amorosa: di Roberto, del Maestro, di Ranieri e di Rachele (la figlia di Maria): non dimentichiamo che il titolo completo dell'opera è "La mano tagliata. Un romanzo d'amore."
    La vicenda si svolge in un'atmosfera densa di suspense, attraverso l'Italia e l'Europa: da Napoli passiamo a Roma, vista dapprima in notturna, percorsa da suoni spettrali e poi nel momento festoso, fastoso e colorato dell'ultimo giovedì di carnevale; quindi, attraverso torbide atmosfere decadenti ci troviamo sul Tamigi, tetro e soffocato da detriti e immondizia ad oscurarne la bellezza originaria.
    Dimostrando una buona conoscenza del genere mystery, la Serao utilizza la corrispondenza epistolare per sciogliere i nodi narrativi amalgamando cliché diversi.
    E' sempre presente il dualismo tra Alimena e Hener, tra il bene e il male, che però non è nulla in confronto alla grande contesa tra cristiani e ebrei (verso cui la Serao non è per nulla tenera) e quella forma d'amore passionale e feticista per cui Alimena si innamora istantaneamente di una mano tagliata contenuta in una scatola di pelle di chagrin, come la Serao precisa più volte, che rimarrà per sempre con lui assieme a un treccione nero recisi dal capo della bella amata morta consolandosi col definirle "cose modernissime, vingtième siècle!" (Roberto Alimena è molto sensibile all'apparenza).
    Un altro aspetto da segnalare è il tenace legame tra madre e figlia: la relazione donna-donna, in particolare tra madre e figlia, viene presentata come l'unica relazione vera e affidabile degna della fede e della fiducia di una donna. Se una donna nega o si dissocia da questa sorellanza viene irrimediabilmente consegnata alle forze oppressive e ingannevoli istituite dagli uomini.
    Nell'ultima parte del romanzo tutti i fili giungono a spiegazione attraverso tre lettere, ma il lettore ne legge solo due, mentre del contenuto della terza non è dato sapere e il romanzo finisce bruscamente ma forse è così che deve essere, l'alone di mistero rimane ad avvolgere questo libro anche una volta che lo si è terminato.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    Con un po' di sorriso sulle labbra, Roberto Alimena guardava questo corteo. La cosa che più lo faceva ridere, nel mondo, era il matrimonio. Prego credere che Alimena non era uno scettico. Ma rideva del matrimonio, come tutti gli esseri indipendenti, freddi di cuore, disoccupati e male avvezzi, o troppo bene avvezzi, dal destino. Ne rideva, come di qualsiasi altra cosa!

    Quelle acque brune e lucide erano attraversate da imbarcazioni di ogni sorta, da vaporetti, da lance, da zattere cariche di legna e di carbone. Strani oggetti venivano a galla, su quelle onde nere come quelle dello Stige e l'affogare lì dentro, doveva fare più ribrezzo e più paura che in qualunque altro fiume.

    Piangerà ancora. Le donne sono fatte per piangere.

    Quando noi amiamo, amico mio, e voi lo sapete, noi siamo molto deboli e molto forti insieme, giacché nulla ci potrebbe strappare alla creatura amata e tutto sembra che ci debba strappare!

    Ah, come li ho odiati bene questi cristiani e come li ho polverizzati, tutti quelli che sono capitati sotto la mia volontà! Come ho spezzato i loro cuori e rovinato le loro esistenze, senza che essi potessero intendere tutta la mia vendetta!



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