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Vite da Poker.
Uomini di fede

di Giuseppe Cangiano

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    Casa Editrice: ilmiolibro - 92 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Un telegramma misterioso con un invito a firma di uno sconosciuto porta quattro amici, giocatori di poker professionisti, dall'altro capo del mondo per la partita che sarà la linea di demarcazione delle loro esistenze. In un mondo di mazzi di carte, introspezione psicologica, controllo delle emozioni e abilità di calcolo, a dominare incontrastata sarà la dea bendata. In un'atmosfera tardo-imperiale, tra sregolatezze, lussuriosi piaceri e legami fraterni, ciascuno dei protagonisti seguirà la propria indole e il proprio destino, in una sorta di razionale e inarrestabile discesa agli inferi. "Nella vita esiste un prima e un dopo. Non ho mai rincorso la felicità. Essa è un ideale così fragile che il sol pensiero rischia di annientarla. Arriva quando non te l'aspetti, solo in un secondo momento appuri di esser stato felice. Almeno a me, è sempre capitato così."

    Recensione:
    Un libro che vive di eccessi, nel gioco come nel vivere la vita. "Vite da poker. Uomini di fede" è un'opera breve che alcuni lettori troveranno appassionante, altri incomprensibile, sicuramente ridondante, magari un po' vuota.
    Da giocatore di poker, Giuseppe Cangiano costruisce una storia con un buon ritmo, che sicuramente incollerà alle pagine chi il poker lo gioca, ne conosce le dinamiche anche psicologiche che sottintendono alle partite e naviga con sicurezza in mezzo ai termini tecnici.
    Chi il poker non lo conosce rimarrà confuso dal gergo, si perderà nelle cronache delle partite, proverà disorientamento e infine la perdita della concentrazione e della curiosità. Mancano le spiegazioni per chi non conosce la materia, che si sente così messo da parte, fuori dal giro e probabilmente fuori dal pubblico per il quale il libro è stato scritto.
    La storia è quella di un gruppo di giocatori di poker che ricevono un telegramma misterioso, con l'invito a una partita.
    La trama potrebbe risultare attraente, ma non è per tutti, mostrando poi il fianco ad alcuni difetti strutturali.
    I personaggi, espressi attraverso l'io narrante del protagonista, sono da un lato eccessivi, dall'altro piatti. Compiono azioni che hanno il sapore della follia, si rapportano tra loro con dialoghi che non risultano genuini, perché capita che si abbandonino a sparate da generali del passato impegnati in campagne epiche, poco adatte a un gruppo di amici/rivali che giocano a carte, forte sì, fortissimo, ma sempre di carte di parla.
    C'è il tema della ludopatia, parola quest'ultima che viene spesso ripetuta, ma non affrontata in profondità, un'occasione mancata per fornire spessore, spunto di riflessione e un aggancio che, anche chi non conosce il poker e i suoi termini può trovare intrigante, appassionate, arricchente.
    Il piano temporale della storia non è lineare, spesso un qualcosa fa nascere nel narratore un ricordo, che scaturisce in un aneddoto. Il filo della narrazione si stacca dal binario principale, apre uno spiraglio di conoscenza sulle pregresse interazioni e percorsi dei personaggi, ma senza dare piena soddisfazione, per poi tornare al punto focale e portare avanti il discorso.
    Non parliamo poi delle figure femminili inserite nel contesto: meri sfoghi per istinti animali.
    Di certo gli addetti ai lavori si specchieranno nelle descrizioni delle partite, trovandoci divertimento, tensione e immedesimazione. Ma gli altri lettori? Scopriranno un mondo dove girano forti somme di denaro, dove a volte l'azione giusta appare sbagliata, ma alla fine si troveranno in mano solo una partita di carte e avranno ottenuto il racconto di un mondo che non è nemmeno bello da approcciare, ma disfunzionale, egocentrico, un eccesso da evitare.
    Spesso leggendo un libro ci si aspetta un cambiamento nei personaggi, o almeno in uno, un frutto raccolto dall'albero del cammino. Qui non c'è.
    Nel finale ci sarebbe un momento intenso, del quale però l'autore non riesce a portare avanti la drammaticità e il messaggio intrinseco, risolvendolo in poche righe come se fosse una nota a margine.
    "Vite da poker. Uomini di fede" è uno scritto snello, più un racconto lungo che un libro breve. Se siete giocatori, passerete sicuramente un paio d'ore divertenti ma se del poker non sapete nulla vi consiglio di pescare letture in altri lidi.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Nella vita dei giocatori non è difficile trovare qualcosa di inferiore al punto zero. In effetti, basta una pala... si può eternamente scavare.

    Dello stesso autore:
    Anagogia di un esteta
    Vite da Poker



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