Genere: Urban fantasy

Trama:
Prima di essere attaccato da un Demone delle Selve, Atlas Gardens non sapeva di essere il re di Atlantide né che un mostro millenario fosse deciso ad annientarlo. Insieme a Cassie, una ragazza dal passato misterioso, parte quindi per un'impresa epica il cui esito determinerà la salvezza o la caduta della Terra.
Tra battaglie, colpi di scena e antichi miti, dovrà accettare il suo destino prima che sia troppo tardi. Ci riuscirà?

Recensione:
Primo libro di quella che si prospetta essere una trilogia, "Il figlio di Atlantide" è un urban fantasy epico, avvincente, dal ritmo cinematografico che non conosce soste o noia.
Giovanni Murano è un autore giovanissimo, fresco, e la sua età si riflette nella scrittura che è veloce, inframmezzata di cenni che si rifanno a libri e film di oggi. La penna corre, per stare dietro ai pensieri e a un trama ricca; alcuni errori di battitura non inficiano il piacere della lettura e sono certa che, dal punto di vista stilistico, l'utilizzo delle tante parentesi cambierà, raffinandosi con la crescita e con la maturità compositiva.
Quello che conta è che la storia c'è, ben sviluppata e soprattutto attentamente spiegata. Si permette al lettore di entrare nelle dimensione del libro, di comprenderne e scoprirne i passaggi, dagli antefatti alle evoluzioni, procedendo per gradi, insieme al protagonista che si ritrova a dover affrontare un imprevisto ed improvviso cambio di prospettiva.
Sorprese, azione, avventura e sentimenti, sono ingredienti ben dosati che regalano una lettura dinamica e divertente.
Perfetto per i ragazzi e per chi ama la letteratura dedicata ai giovani, Murano trasmette il suo tempo in una trama fantastica curata e strutturata.
La narrazione è in prima persona, tramite la voce del protagonista Atlas, che è anche il personaggio più sfaccettato e vivibile dell'opera. Il suo punto di vista unico e personale, se da un lato ci permette di conoscere molto bene lui, lascia però le altre figure in ombra. I compagni, i nemici, gli alleati, risultano quindi bidimensionali, mancando il loro sentire.
Tante le scene di combattimenti dove sentiamo viva l'azione: queste parti sono ben descritte, risultano chiare anche nell'evidente concitazione del momento, si riesce a farsi un quadro mentale esauriente, permettendo di essere partecipi.
L'importanza dell'amicizia e del giusto supporto, ma anche la famiglia, la carica imperdibile che gli affetti ci offrono nei momenti difficili, sono ulteriori punti di forza del romanzo. Se da un lato riscontriamo l'autoironia del protagonista, che è un eroe diverso che non si sente invincibile, ma è cosciente delle sue imperfezioni e, nonostante tutto, non esita ad intraprendere un cammino dall'esito incerto per la salvezza dell'esistenza, dall'altro apprezziamo la sua lealtà e delicatezza nel ricordo della madre, presenza vicina eppure celata.
Murano rende un bel servizio alla sua generazione. Lui e il suo protagonista ci ricordano quanto sorprendenti e profondi possano essere gli adolescenti, capaci di mettere in campo risorse insospettabili e, nel caso della trama, decisive.
Magici poteri, forti, ma non sovrastanti, coraggio, avventura, umanità e un finale non scontato ci accompagnano per tutto "Il figlio di Atlantide", un libro che ha in sé il sapore della mitologia.
In chiusura troviamo spiegazioni e approfondimenti dei temi del romanzo: un'appendice curata e di fascino, una bella proposta a dimostrazione che nulla è stato lasciato al caso.
Il viaggio di Atlas e la sua battaglia non sono conclusi. Altro ci attende e non vediamo l'ora di scoprirlo.
(Tatiana Vanini)

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