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Magazzino 21
di Ed Warner
Illustrazioni a cura di: Roberta Gorni

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    Casa Editrice: Gagio - 168 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Partendo dall'osservazione del contemporaneo, uno stock di storie: alcune vere, altre verosimili, ma anche surreali, immagazzinate nel corso degli anni. L'ambizione di questa raccolta è di offrire stimoli alla riflessione, piuttosto che risposte; punti di vista, invece che certezze. A fare da sfondo e collante, le molteplici contraddizioni della contemporaneità, percepite e selezionate dall'autore per la loro rilevanza, nel tentativo di tracciare un affresco della nostra realtà. Attraverso un linguaggio privo di fronzoli ed immediato, la richiesta di uno sforzo per il lettore nel ricevere questi spunti, per poi immagazzinarne la rielaborazione e renderla parte di un inventario condiviso. Dagli scaffali della memoria, alla parola letta, alla vicinanza, a tratti confusa, ma necessaria, di ogni singolo percorso.

    Recensione:
    "Magazzino 21" è una raccolta di racconti il cui autore, Ed Warner, è in realtà un progetto dietro cui si cela Marco Degli Agosti.
    Si tratta di 11 racconti, se si considera tale anche l'intro e di un bonus track finale che l'Autore definisce "cover di If by Rudyard Kipling".
    Sono undici racconti che ci riguardano. Storie di solitudini, alcune delle quali originano da fatti di cronaca vera e si fanno libera narrazione. Sono personaggi e vicende che emergono dalla notte delle nostre coscienze e che dopo essersi raccontati ritornano a quel buio.
    Ci troviamo di fronte ad uno di quei libri che si lasciano dietro una sorta di aroma: libri che creano un mondo, che ci spalancano davanti un universo nuovo, rivelando non l'insolito e il bizzarro, ma semplicemente ciò che è familiare. Mi permetto di fare un paragone con l'Ulisse di Joyce in cui, per esempio, la cosa più notevole è proprio la banalità del materiale che lo compone. Naturalmente ci sono molte altre cose, ma la vera conquista è il trasferimento del banale nella pagina letteraria. Leggendo certi passaggi dell'Ulisse, sentiamo che la mente di Joyce e la nostra suonano all'unisono, quasi che quest'uomo sappia tutto di noi; che esiste un mondo al di là dello spazio e del tempo in cui noi e lui siamo collegati. E pur non assomigliando a Joyce in nient'altro, anche Warner/Degli Agosti ha qualcosa di questa qualità, leggendone cinque, dieci pagine ci si trova a provare quella particolare sensazione che viene non tanto dall'intendere quanto dall'essere intesi.
    E' come udire una voce che ci parla, una voce priva di gigioneria, scevra di atteggiamenti moralistici, che racconta di personaggi liberati dalle menzogne, dalle semplificazioni, dalla stereotipia burattinesca della solita narrativa. E' una scrittura che coniuga il surreale e l'onirico delle situazioni con il realismo delle descrizioni.
    L'Autore focalizza una gamma di vicende e temi nodali della contemporaneità, letti nell'ottica delle condizioni personali, esistenziali.
    Il registro dell'impegno e del riscatto della giustizia civile e sociale è presente e mette in luce le contrapposizioni e le contraddizioni del nostro tempo.
    La presenza di caratteristiche di ispirazione che rimandano ad eventi desunti dalla cronaca, rivelano altresì una scrittura radicata nella concretezza del mondo che documenta eventi fotografati nella loro immediata fatticità. Ricordiamo che il racconto è una misura di scrittura molto impegnativa, in quanto condensa e sviluppa in poche pagine ciò che l'Autore vuole esprimere.
    In tutti i racconti è presente la lotta contro qualcosa che può essere solitudine, insicurezza, stereotipi sociali e contro il mito della morte inteso anche in senso lato; tale lotta viene attuata sul piano di una scrittura pensata come un naufragio nello spazio-tempo planetario dove tutto si equivale, perché solo tentando questo naufragio totale si può ancora ricominciare da capo.
    Ottimo lavoro, di cui consiglio caldamente la lettura.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Non credete a chi dice di sentirsi piccolo al cospetto della grandiosità della natura, vuol dire che ne è stato solamente spettatore occasionale."

    "La solitudine è effimera, dura il tempo che le si affida."

    "E' tremendamente difficile dire a un amico che sta sbagliando. L'istinto porta a limitare i danni, a porsi come argine. Bisogna essere pronti a pagarne le conseguenze."

    "Non si è mai abituati allo spettacolo della morte. Nella nostra epoca ancor meno che nei tempi passati. Ha smesso di essere parte della nostra quotidianità, al punto di aver preso indipendenza dalla vita stessa, almeno nella nostra errata percezione."

    "Respiri profondi lo riportano a fronteggiare il pc. E' lì, nei cristalli liquidi d'un ultrapiatto, che s'intrattiene l'attimo."

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