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Genere: Narrativa

Trama:
Un prof. in pensione, che ormai da anni ha deciso di vivere da solo e ha rinunciato a ogni tipo di illusione, è colpito da sciatalgia proprio nel periodo della pandemia Covid 19. Gli sembra di essere intrappolato non solo, come tutta l'umanità, in una gigantesca matrioska dall'involucro grande quanto tutta la Terra, ma anche prigioniero di un'altra, più piccola, a lui solo riservata, quella della sua malattia. Eppure potrebbero esserci altre matrioske nascoste in profondità dentro di lui, celle che lui stesso ha creato. Carceriere e prigioniero di se stesso, riuscirà alla fine a liberarsi dalle catene che lui stesso ha creato?

Recensione:
"Matrioska" non è un romanzo, non pensate di prendere questo libro, mettervi comodi sul divano e andarvene via, in un'avventura leggera.
"Matrioska" è un percorso, un cammino che compie il protagonista e di riflesso viene esteso al lettore, che si ritrova a fare le sue considerazioni e riflessioni.
L'opera ha un titolo che la rappresenta in toto, perché all'interno vi è una matrioska fisica, vera, la tipica bambolina che all'interno ne contiene altre sempre più piccole; è la metafora di una discesa all'interno delle stanze più intime e più inesplorate; è la narrazione di una serie di prigioni mentali che inconsciamente ognuno di noi si crea e che poi influiscono sulla vita di ogni giorno.
La scrittura di Cavallo è bella, scorrevole, accompagna in modo graduale il lettore, chiara; è l'argomento e il modo in cui è impostato a non essere lettura per tutti e ad aver bisogno del corretto momento come della giusta predisposizione d'animo. Nelle condizioni ideali questo scritto è stuzzicante, intenso, profondo, una lettura da compiere un passo alla volta, senza fretta, dando ai capitoli il tempo di decantare e depositarsi, per regalarci un'esperienza arricchente.
Partendo da un inizio che permette di esplorare la situazione dei neo pensionati, quello sconcerto causato dall'essere attivi e produttivi a fruitori di tempo e libertà che alla fine sembra risolversi in un niente da fare, in un vagare senza meta e senza scopo, "Matrioska", attraverso il suo protagonista, ci aggancia al mondo della scuola e alla condizione della malattia che diviene totalizzante calamita dell'attenzione. Capita a tutti di stare male, di avere qualche "acciacco", nulla di nuovo, nulla di unico, eppure quando a star male siamo noi è come se l'evento fosse centrale, irripetibile, esperienza che assorbe energie e pensieri. Se a questo si aggiunge l'arrivo di una pandemia, quando il Covid muoveva i primi passi e le notizie erano discordanti e sempre diverse, predominava la confusione e lo sconcerto per il lock-down, la solitudine forzata, capiamo bene come il nostro soggetto principale si ritrovi a fare i conti con sé stesso.
Quando questi temi si combinano si entra in un nuovo livello dell'opera, quello più intimo, di considerazioni, ricordi, incontri bislacchi, in un'altalena tra sogno e veglia che è viaggio, esperienza da fare e comprendere, cura.
Un libro con un messaggio positivo offerto in modo particolare e diverso, affatto banale, mai scontato.
(Tatiana Vanini)

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