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Notti di versi insonni:
Diario di veglia

di Josyel

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 114 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Poesia

    Trama:
    Scrivere, nelle lunghi notti di veglia post lockdown 2020, diventa una necessità, un'urgenza fisica per sopravvivere al tormento dell'insonnia. Riscoperta poeta, l'autrice ci conduce nelle tribolazioni delle pieghe notturne, con un diario di emozioni, sensazioni e descrizioni del mondo circostante, nelle ore più intime del riposo dell'anima. Tre gli argomenti che scaturiscono da queste riflessioni: la Spiritualità, la Natura, l'Insonnia stessa e il suo travaglio. Questo volume di poesie è dedicato a tutti coloro che non ricevono, la sera, il bacio della buonanotte da Morfeo.

    Recensione:
    "Notti di versi insonni - Diario di veglia" di Josyel (Giusy Locatelli) è una raccolta di versi e riflessioni scaturiti durante un periodo di insonnia dell'Autrice che rappresenta tutte le emozioni e gli stati d'animo che il problema della mancanza di sonno porta con sé.
    E' una silloge ricca di musica e arte, che invita il lettore a un viaggio nell'universo frustrante e disperato dell'insonnia, attraverso quello che ritengo essere la bellezza della poesia: far sì che il lettore riempia da sé il vuoto che l'Autrice comunica e sceglie di condividere traducendo in parole la "disperazione" insonne.
    Le ore, le lunghe ore notturne, nelle notti insonni, nelle quali si dorme svegli, consentono di approdare in inattesi rifugi, entro i quali ripercorrere graffi di vita, cicatrici che, più o meno vicine, hanno lasciato il loro segno indelebile nella coscienza. Secondo la poetessa, sono rimasti i segni di inconfessati progetti, di aleatorie certezze, poiché, nel sedimentarsi delle esperienze, buono e cattivo, vero e falso, giusto e ingiusto, bello e brutto sono nel complesso presenti e vitali. L'esperienza insegna, tuttavia, che spazi, luoghi simbolici dell'intellettualità sono sempre presenti anche in chi dichiara di aver avuto il suo tempo: quello delle altalene di attese e di passioni che tornano a sollecitare, sempre, l'animo di chi è stato ed è indomito capitano di ventura. La voracità traboccante assume contorni diversi, nel tempo, e la sfrontatezza giovanile, pretestuosa e arrogante, si tramuta in mète complesse, in cui la ponderazione convive, ibridamente, con slanci irrazionali e dirompenti. La notte insonne, così, aiuta l'Autrice a tratteggiare incerti contorni di mosaici ancora da porre in opera. Nelle notti insonni, forse con maggiore attenzione e ponderazione, accade quello che puntualmente avviene nel giorno: lo svolgersi di una dialettica controversa tra memoria e proiezione nel futuro, tra entusiasmi e disillusioni, tra scoramenti ed esaltazioni improvvise e inaspettate. Perché l'uomo, in definitiva, è sempre un novello Ulisse dantesco, pronto ad abbandonare il rasserenante ritorno a Itaca, per scoprire l'ignoto, il nuovo, il salto nel buio.
    Versi dolorosi e crudi, spesso amaramente ironici e cinici, si esprimono con una voce originale che osa dire a chi legge il vero che i poeti si sono affannati a smontare e rimontare, il vero che i poeti non possiedono. Eppure, alcune risposte esistenziali in queste pagine si trovano, spesso piazzate in chiusura del testo. Vere e proprie sententiae che chiudono in uno o due versi la lezione che la poetessa vuole dare ai suoi lettori. Sono spesso lezioni amare, incastrate in giochi linguistici talvolta elementari ma sempre dotati di tremenda efficacia. Da un punto di vista linguistico vi sono ripetizioni e giochi di parole (spesso paronomasie), sono gli ingredienti stilistici che danno sapore alla raccolta.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Incontriamoci nei sogni
    di una fune tirata
    dal tempo dei vent'anni
    da una data ricaduta
    nel caso
    che non esiste
    nel caos che coesiste"

    "Anno dopo anno
    tutto ritorna
    nell'altalena della vita
    e mentre la spirale
    s'allunga verso il Cielo
    lento è
    il mio morire"
    (da L'estate)

    "La parole giocano
    alla cavallina
    si rincorrono e saltano
    una sull'altra
    si mescolano come carte
    nei mazzi del baro o del mago
    che vincono sempre
    creando stupore"
    (da Rivelazioni sul poetare)

    "Fatemi andare!
    Mi scappa il mondo."
    (Giorno#7 15.7.2020)



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