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Viaggio a ogni costo
di Diana Barbieri

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 348 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Viaggi

    Trama:
    Stanca della routine e ammaliata da storie di viaggiatori che invitano a uscire dalla zona di comfort, Diana parte per un viaggio estremo verso il Medio Oriente: in autostop e campeggio selvaggio, dall'Italia fino al confine con la Siria attraverso i Balcani e la Turchia.
    L'avventura inizia scandita dagli incontri casuali della strada: sconosciuti che le danno passaggi sui mezzi più disparati, sconosciuti che la ospitano nelle loro case, sconosciuti anche come compagni di viaggio. La strada porterà l'autrice a evolversi, a scoprire le regole dell'autostop e a comprendere la filosofia di vita e la gentilezza di chi aiuta senza chiedere nulla in cambio.
    Ma, in quanto donna, viaggiatrice inesperta e autostoppista, scopre che le difficoltà e i pericoli che deve affrontare sono più imprevedibili di quanto avesse preventivato. C'è una realtà fuori dalla zona di comfort che è spesso taciuta perché scomoda e impopolare, oppure tutti i viaggiatori a tempo pieno vivono solo avventure da sogno?
    E' davvero un pregio essere determinati a viaggiare a ogni costo, oppure un'eccessiva resilienza può portare a conseguenze dall'impatto emotivo oltre il limite?
    "Ti amo e scusa, non lo so e ho paura". Cose da poco, insomma, che Diana si arroga il diritto di provare alle condizioni che sceglie e, perché no, anche di raccontare, rifiutandosi di cadere nello stereotipo dell'eroina impavida e coinvolgendo il lettore in un vortice di introspezione. "Ho il diritto di apparire fragile, volubile, di sbagliare, di arrabbiarmi, di essere stupida e irragionevole a voler partire anche se sono donna ed è pericoloso, perché è una scelta mia, e mia soltanto. So che mi capisci. Che una parte di te sa di cosa parlo e conosce il fuoco che ti brucia dentro per partire. Hai ragione: le emozioni del primo viaggio sono irripetibili, come ogni prima volta. Spero che, se anche un giorno dovessi accumulare tanti anni in viaggio, non dimenticherò come ci si sente a essere inesperti e a osservare tutto con gli occhi che brillano per la scoperta".
    La complessità emotiva che può sommergere un'anima durante un viaggio è qualcosa di unico. Per questo motivo, "Viaggio a ogni costo" non è un semplice racconto: la realtà borderline descritta e la psicologia controversa dei personaggi fanno sì che il libro trascenda l'idea di reportage di viaggio, conferendogli il titolo di romanzo. E' uno spaccato di vita reale a tutto tondo, un'autobiografia in cui l'autrice "Vicina all'Eternità" si racconta senza veli e la vita in viaggio viene sviscerata in tutte le sue implicazioni, da quelle più positive a quelle più negative, senza censure.
    La penna Diana Barbieri, fotografa e storyteller, è anche sui social con il nome "Close to Eternity".

    Recensione:
    "Viaggio ad ogni costo - Autostop dall'Italia al Medio Oriente", di Diana Barbieri è un diario-reportage in cui l'Autrice-protagonista fa viaggiare con sè il lettore, tappa dopo tappa, avventura dopo avventura e incontro dopo incontro.
    Capita spesso di incontrare libri in cui gli autori prendono il loro diario, le loro esperienze di vita e confezionano un romanzo. Ma ciò appare comunque per quel che è: un sommario di vicende, che può anche far scattare l'indifferenza nel lettore di fronte a fatti assolutamente personali. Talvolta gli autori rendono queste loro opere gradevoli, riuscendo ad estrarre dal personale quanto c'è di universale, quel che è un valore per loro viene convertito in qualcosa che solletica la mente del lettore ignaro di quanto stia dietro e all'interno di certe esperienze. In altri casi a salvare il romanzo/diario vi è una capacità di trasmettere empatia nella scrittura e l'effetto disinteresse è disinnescato dalla gradevolezza della lettura, ma in ultima analisi resta solo ed unicamente una prova d'autore. In questo "Viaggio ad ogni costo", Diana Barbieri riesce a raccontare fatti e situazioni assolutamente personali, spesso intime, ponendole su di un piano di universalità che riesce ad avvincere il lettore; Diana ha un'ottima capacità descrittiva ma è la successione costante degli avvenimenti, delle sensazioni a far leggere i tormenti in filigrana di un'esperienza voluta e portata avanti anche attraverso difficoltà ed essa estranee.
    Un elemento importante del libro è il rapporto "tossico" tra Diana e Gabriel, il compagno esperto di viaggi zaino in spalla, rivelatosi essere un narcisista manipolatore che esercita su Diana un asfissiante controllo coercitivo a cui la ragazza, pur di porne fine, smette di opporre resistenza non senza far pesare la sua assenza di coinvolgimento fisico.
    Un'esperienza dura che, pur minando profondamente l'equilibrio emotivo di Diana, le insegna a individuare e calibrare l'intensità di sentimenti come la rabbia, la frustrazione e l'ansia, cioè il primo passo per liberarsi dei rapporti relazionali tossici, di qualunque natura essi siano e che partono da una forma di abuso psicologico con cui Gabriel infonde un estremo senso di ansia e confusione per sfociare all'ottenimento di ciò che vuole. Diana viene manipolata per la sua inesperienza, giunge a non fidarsi più della propria percezione o capacità di giudizio e vive per un certo periodo immersa in una miscela di paura, spogliata della propria autostima e del libero arbitrio. Fino al momento in cui si rende conto che la sua forza interiore è solo acciaccata, che la sua non era stata accondiscendenza e che una battaglia persa non compromette la riuscita dell'impresa.
    La lettura è piacevole ed interessante, Diana non difetta certo di ironia e sarcasmo, cosa che spesso svanisce quando uno scrittore racconta se stesso, e l'analisi che fa dei suoi comportamenti e delle sue scelte è assai profonda e meticolosa, correndo il rischio, calcolato ça-va-sans-dire, di fare una brutta figura agli occhi del lettore. Ma l'effetto brutta figura è scongiurato dall'ampio respiro del libro, dalla sua capacità di catturare il lettore in una galleria di immagini, personaggi e di accadimenti che sono la trama stessa della narrazione. Un buon libro, talvolta crudo, ben costruito, che diventa un'analisi sociologica, psicologica ed umana di una ragazza in rapporto alla sua voglia di vivere "on the road" a qualunque costo, come stigmatizzato nel titolo.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Ero al contempo una roccia e un aquilone al vento."

    "(...) forse, un giorno, quando sarei diventata una viaggiatrice provetta con anni di esperienza alle spalle, avrei dimenticato i nomi e i volti di tutte le persone conosciute nei miei viaggi.
    Però la gentilezza degli sconosciuti no... Quella era una sensazione che non avrei scordato, ne ero certa, è per cui valeva la pena sopportare tutto."

    "Certi panorami, certe interazioni, certe emozioni sono semplicemente troppo per non essere contemplati: drenano l'oscurità che ci portiamo dentro e che culliamo con il nostro egocentrismo e ci immergono nella luce della realtà con gli occhi spalancati, in venerazione del mondo nuovo che è sempre stato lì, ma che non vedevamo."

    "Ma viaggiare significa separarsi dai propri cari e togliere la sicura, è allora ogni alito di vento lo avverti come più tagliente, freddo, minaccioso. Hai più paura, più adrenalina, più gratitudine per una mano tesa. Il viaggio riguarda questo: non è fare di più, ma sentire di più."

    "Non si sarebbe stati più integri allo stesso modo, ma non si sarebbe nemmeno stati vuoti: il cuore finiva sparpagliato ai quattro angoli del mondo, ma si tornava a casa con la valigia piena di frammenti di cuori altrui."



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