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Diario di guerra. Secondo Moroni
(Jesi, 27/03/1918 - fronte russo, 20/02/1942)

di Cristiano Coppa

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    Casa Editrice: Prospettiva Editrice - 188 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Storia

    Trama:
    1942. Seconda guerra mondiale. In Ucraina viene trovato un diario che percorre migliaia di chilometri e arriva in Italia. Il manoscritto è logorato dall'acqua e macchiato dal fango; dietro la copertina c'è una firma: Moroni Secondo. E' il nome di un caporale di ventitré anni che racconta, con eleganza di stile, il suo viaggio verso il fronte. L'autore porta con sé il lettore nel gelo di un terribile inverno, gli fa provare i morsi della fame, la nostalgia della famiglia, l'amore per la fidanzata lontana, la forza della fede e della preghiera, lo fa lottare per i diritti dei soldati, gli mostra la devastazione e il dolore causati dal conflitto, gli fa cambiare prospettiva nei confronti della guerra e dei "nemici", lo fa sperare in un mondo più umano: "Speriamo che giunga un domani conclusivo, questa è la mia preoccupazione. Ma di tutto pazienza, questa è la nostra guerra, quanti stanno peggio di noi? Del caos che ha coinvolto il mondo in questa lotta tremenda, quando si può, se ne parla tra noi e lo si vive come meglio si può".

    Recensione:
    "Diario di guerra" di Secondo Moroni, a cura di Cristiano Coppa, è una finestra su un'epoca. Quella della Seconda Guerra Mondiale sì, ma anche quella di un giovane uomo che scrive del suo sentire, figlio di un mondo che oggi si fatica a ricordare. Sebbene l'opera sia intitolata "Diario di guerra", in realtà parla principalmente dei sentimenti di Secondo, lontano da casa, dalla famiglia e dalla fidanzata, proiettato in terre straniere, in una sorta di limbo dove nonostante ci si sposti di continuo, non accade nulla di veramente importante fino al tragico epilogo, che però viene solo raccontato dal curatore, come tutta la parte squisitamente bellica della storia. Moroni infatti si concentra principalmente sulle sensazioni e sui sentimenti che disegnano la figura di un uomo retto, gentile, premuroso e costantemente impegnato a fare quello che riteneva giusto. Sono molte le sensazioni che si percepiscono leggendo queste pagine: l'estraneità dei soldati ai veri motivi della guerra, la loro fiducia nei comandanti, che spesso però li lasciavano senza risorse costringendoli a chiedere aiuto alle genti locali per avere cibo e riparo, la preoccupazione per i propri cari e la speranza di tornare a casa per costruire una famiglia con la fidanzata. Nonostante le difficoltà della guerra, infatti, colpisce la fiducia nella bellezza della vita e dell'amore che traspare dalle parole, soprattutto per noi che viviamo in un mondo terribilmente disilluso, un mondo in cui una persona come Secondo Moroni faticherebbe a riconoscersi. Altri aspetti sorprendenti sono la proprietà di linguaggio e la scorrevolezza dello scritto, soprattutto pensando al fatto che l'autore non era un uomo benestante con accesso ad un livello di istruzione elevato. "Diario di guerra" risulta infatti particolarmente piacevole da leggere ed estremamente moderno nonostante l'uso a volte di un vocabolario a cui il lettore moderno non è abituato.
    Da appassionato della storia della Seconda Guerra Mondiale ho particolarmente apprezzato la possibilità di vederla per una volta non dalla parte degli storici ma da quella di un soldato sul campo, soprattutto in aree che non sono normalmente coperte dalla storiografia ufficiale come la Slovenia o la rotta che portò Moroni attraverso l'Austria, l'Ungheria e la Bielorussia, fino al cuore del fronte russo. Notevole anche il lavoro del curatore che aiuta il lettore ad inquadrare la situazione storica e bellica che si evolveva intorno all'autore, completando il quadro degli eventi che Moroni descrive dall'interno.
    In conclusione, "Diario di guerra" è un'opera molto interessante per comprendere il sentire di un'epoca, di un mondo che forse non è più, di un'Italia forse semplice e contadina, ma con più fiducia nel futuro e nelle proprie forze, e soprattutto per ricordare la memoria di un uomo gentile, che in ogni momento della sua vita cercò di rendere questo mondo migliore.
    (Renato Marelli)



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