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Notti insonni:
Quarant'anni, l'età del bilancio

di Enrico Toti

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 162 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Biografie

    Trama:
    Alla soglia dei quarant'anni mi ritrovo di notte a rigirarmi nel letto pensando alla mia vita. Chi non si è mai chiesto se è riuscito a costruire qualcosa nella propria vita? Chi non ha mai pensato che prendendo decisioni diverse sarebbe andata meglio? E mentre tutti dormivano ho raccolto i miei pensieri e i miei ricordi e ho fatto il punto della situazione con aneddoti riguardanti la mia vita privata cercando di affrontarli con un pizzico di ironia.
    Sono partito chiedendomi se è questa la vita che sognavo da bambino fino ad arrivare ai giorni nostri con progetti che vanno a buon fine e altri che sfumano.
    Una vita tranquilla che ad un certo punto cambia rotta e oggi mi chiedo se ne è valsa la pena.
    E ora che mi appresto ad affrontare la seconda parte della mia esistenza sento il bisogno di fare il punto della situazione.
    Ogni scelta che facciamo ci porta da qualche parte anche quando non le diamo peso. Alcune volte va come speriamo e altre volte no. Tutto dipende da noi. Non esiste la sfiga e non credo nemmeno nei piani già scritti di un'entità superiore. Siamo noi che costruiamo il nostro futuro. Per una persona riservata come me non è stato facile aprirsi e condividere aspetti privati della propria vita, soprattutto quella più recente che mi ha scombussolato progetti e spazzato via sogni.
    Scrivere mi ha aiutato a trovare delle risposte e spero, perché no, di dare qualche spunto per affrontare meglio la propria vita e le proprie preoccupazioni. Ora che mi sono sfogato sarò tornato a dormire? Scopritelo insieme a me.

    Recensione:
    "Notti insonni" di Enrico Toti è un racconto autobiografico di un giovane alla soglia fatidica dei quarant'anni. "Nel mezzo del cammin di nostra vita", stante alla statistica, i quaranta sono gli anni in cui ci si trova a fare un bilancio di quel che è stato e fare un preventivo di quel che sarà, visto che dagli "anta" pochi ne usciranno vivi.
    Confesso che all'inizio della lettura mi ha dato l'impressione di un racconto che si legge se si vuole passare un po' di tempo e che poi si dimentica senza rimpianti... proseguendo nella lettura, invece, mi sono resa conto di quanta profondità, quanto rispetto per la vita, quanto amore per gli altri ci siano in questa storia!
    Scritto con un linguaggio "giovane", essenziale, pragmatico, a tratti irriverente, invita il lettore ad abbandonare i pregiudizi, le frivolezze moleste, le false certezze.
    Ci mostra, tra il serio e il faceto e senza appesantire la narrazione con la spiegazione dei termini tecnici (a cui viene riservato il capitolo finale) alcune grandi verità: che gli incidenti, la malattia (tra cui il maledetto Covid-19) e la morte ci rendono tutti uguali ed interconnessi; che dietro le più o meno crudeli metamorfosi operate sulla nostra mente dalle situazioni che ci troviamo ad affrontare, anche se per scelta consapevole, la nostra essenza è pura e intoccabile; che tutti i mali del mondo, come disse qualcuno, sono riconducibili in ultima istanza a due sole grandi paure: la paura di non essere amati e la paura di morire.
    Le vicende di Enrico volontario della Croce Verde, si alternano a quelle dell'uomo Enrico che si mette a nudo nelle sue paure e nei suoi sogni avveratisi o meno.
    E' il resoconto sereno, riportato da un punto di vista spesso divertito, sempre partecipe e appassionato, di un uomo che si interroga se quello che sognava essere, sarebbe poi stato quello che l'avrebbe reso felice, se è soddisfatto delle scelte che si è trovato a fare.
    La risposta è sì (ed Enrico ne è consapevole) per quanto riguarda la sua attività di volontariato perché scopre che quello è un luogo sacro, caotico e per nulla asettico dove tutto comincia e tutto finisce, in cui la vita si rivela in tutto il suo incommensurabile valore; e ancora sì per quanto riguarda l'uomo nella sua vita privata, l'amore e una famiglia unita anche nei momenti della disillusione.
    Libro leggero e profondo al tempo stesso, i capitoli brevi si macinano uno dopo l'altro. E' una continua altalena emotiva, tra pezzi spassosi e storie che inumidiscono il ciglio.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    E quindi è assodato che non è questa la vita che sognavo da bambino.
    Ciò nonostante posso dire di essere felice? Mi posso accontentare di ciò che sono?
    Ma soprattutto, ora che mi ritrovo alla soglia dei quarant'anni, chi sono?

    A volte non c'è niente da fare. Chiamalo destino, chiamala fatalità o coincidenza. Puoi incolpare Dio o la sfiga. Ma quando arriva l'ora giusta non si può fare nulla.

    Ho imparato soprattutto a dare più valore alla mia vita e a quello che ho. (...) mi basta pensare alle situazioni viste in questi anni di servizio per capire che i problemi sono altri e che in realtà sono un ragazzo fortunato.

    Mio figlio, come suonava strano. In un anno aggiunsi al mio vocabolario personale le espressioni "Mia moglie" e "Mio figlio". Non è fantastico?

    Non so come sarebbe andata se avessi preso decisioni diverse ma ora che ci penso bene non mi interessa. Non potrei essere più felice di così e vado fiero di quello che sono pur consapevole che ho davanti ancora tanti anni per migliorare e sentire di meritarmi tutto questo.



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