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Oltre il padre
di Mimosa da Vinci

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 142 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Nel pieno della realizzazione professionale ed economica un padre scopre di essere malato. Di una malattia dal movimento lento ma inesorabile, che solo la morte fermerà. Deve trovare una soluzione per il futuro del suo unico figlio, disabile fisico. Chi si occuperà di lui DOPO? Non certo la madre. La madre che non lo ha mai accettato. La madre che nasconde segreti inimmaginabili. Ignaro del tormento paterno, il giovane si compiace delle attenzioni di un altro uomo: il cuoco del ristorante sotto casa sua, a Milano. Tra un piatto di bucatini e un risotto allo zafferano tra i due nasce una storia di cui nessuno sembra accorgersi. Il cibo si fa messaggero di un amore insolito e inaspettato. La metafora culinaria sostiene l'intero romanzo, l'intreccio delle vite dei personaggi principali e di quelli secondari, ridicole macchiette di se stessi, posseduti da passioni e ossessioni. Come anime in transito dentro i propri inferni, raccontati dalla voce di un vecchio barbone di nome Jésus.

    Recensione:
    Un libro saporito, dolce, salato ed a tratti amaro, da assaporare piatto dopo piatto, con gusto. Un racconto, o forse dovrei dire un menù, ben assortito, nel quale il cibo si fa protagonista della crescita e dello sviluppo dell'ego umano negli anni di spinta del secondo dopoguerra italiano, quelli in cui tutto sembrava possibile, un'epoca in cui il valore delle persone è legato all'avere più che all'essere. Nella coppa di una "Milano da bere", italica e liquida versione di quella "Grande Mela" da addentare che è New York, l'anima si ritrova imprigionata all'interno di un corpo fisico che si nutre per correre, produrre, accumulare, possedere, elevare il proprio stato sociale. Tutto funziona, o si finge che sia così, se il corpo fisico è in grado di partecipare questa gara, mettendo a tacere l'anima per risparmiare fiato. Per chi non possiede oppure perde i requisiti per scendere in pista ogni mattina, è prevista una panchina fatta di rabbia, rancore, solitudine ed oblio. Sentimenti urlati allo Spirito, da cui l'anima discende. Grida soffocate dal rumore del traffico e dall'indifferenza di una moltitudine umana impegnata in una corsa spasmodica, sostenuta dalle ansie del futuro, nella quale non c'è tempo per gustare il presente. L'unico oggetto assaporabile è il cibo, la tavola apparecchiata diviene un palcoscenico sul quale si consumano portate di amore condizionato, di seduzione, di dipendenza, di malizia, di ricatto, di illusorie promesse di una felicità perduta o mai conosciuta.
    Le vicende narrate costituiscono una fedele e suggestiva immagine degli anni del boom economico lombardo nella seconda metà del Novecento. L'autrice ha saputo intersecare e rappresentare scenari di vita privata e sociale in modo profondo, incisivo, coinvolgente ed estremamente realistico, stemperando il tutto con simpatica ironia e con due graziose ed originali innovazioni: l'inserimento di una lunga serie di ricette culinarie integrate nel testo e la suddivisione dell'opera non in capitoli, ma in piatti. Due scelte che sottolineano il risalto dato dai personaggi di questo romanzo alla vita materiale a tutto discapito dell'esistenza spirituale. Il Padre Celeste è il grande assente in questa narrazione; un'assenza che si fa sentire nei frenetici percorsi dei protagonisti e dei loro comprimari e che incide pesantemente sull'epilogo. Il motivo principale per il quale mi complimento con Mimosa Vinci è l'aver costruito una storia sulla quale riflettere e meditare attentamente, esponendo i fatti con brio, naturalezza, sagacia e con un pizzico di ilarità. Una ricetta davvero interessante.
    Lo stile dell'autrice è moderno, leggero, spigliato, scorrevole, molto piacevole da leggere. Una penna estremamente garbata e stuzzicante al tempo stesso. Le perdono gli occasionali ricorsi allo sproloquio poiché sottolineano stati emotivi dirompenti. Ho letto questo romanzo tutto d'un fiato, trascinata dalle suggestioni che ha saputo evocare e lo consiglio vivamente a tutti coloro che non disdegnano il sapore della vita vera.
    (Angelarosa Weiler)

    Citazioni da questo libro:
    "A volte nella vita non ci si rende conto dell'ineluttabilità di certe scelte, se non col passare del tempo"

    "Di tante fatiche, rimaneva solo la fatica. La fatica di lavorare, di sopportare, di essere esclusi"

    "Nessuno dei due aveva detto all'altro ciò che teneva dentro. Per non ferire e per non essere ferito"

    "Al di là della motivazione, dei giudizi, della morale, di tutti i perché e dei relativi come, ciò a cui tutti noi aneliamo è la fusione con l'Universo. Una forma d'amore elevata e totalizzante che travalichi i nostri personali confini"



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