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Se questo è un libro: "Stream of Consciousness" dall'Estremo Mentre
di Elia Giovacchini

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    Casa Editrice: Indipendente - 141 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Quello che l'autore realizza in questo primo e scintillante esperimento di letteratura surrealista: è il beneficio tangibile, che alcune parole segrete unite ad altre poetiche, possono sprigionare in strumento di dolcezza e riflessione per affrontare i momenti più amari che la vita ci pone. Il libro infatti, (scritto in Ambienti piuttosto che Capitoli) è un atmosfera di stanze incantate, un flusso di coscienza, un mosaico di emozioni oniriche dove il lettore, partendo da una conversazione qualsiasi, si scoprirà unico viaggiatore tra le suggestioni che il suo sentire lo avvicinerà a scegliere.
    Un'opera forse, senza genere ma popolare. Imprevedibile, pirotecnica, a tratti magnetica, che con le sue giungle di giochi linguistici rivoluziona e affeziona, anche chi non è abituato a perdersi leggendo.

    Recensione:
    "Se questo è un libro - Stream of consciousness. Dall'estremo mentre" di Elia Giovacchini va presa a piccole dosi, omeopatiche oserei dire. Come una medicina tanto indispensabile quanto letale, se si esagera con le quantità. Giovacchini è e non è molte cose: scrittore, viaggiatore, artista, poeta visual-sperimentale. Ma soprattutto è un osservatore della realtà che ci circonda e ci riempie di sé.
    Giovacchini è come Baudelaire e come tutti quegli autori che scolpiscono il lettore da dentro. Limando, dando nuova forma a chi ha la fortuna di leggerli.
    Non vi sono capitoli ma stanze, si passa indifferentemente da un ambiente all'altro, in cui vi sono parole che costringono, con le buone maniere ovviamente, a tenere il segno con un dito e guardare fuori dalla prima finestra che si trova. Per minuti che si dilatano in ore. A pensare. A riflettere. A sentire che qualcosa di sé si è perso.
    "Se questo è un libro" è prima di tutto una sinestesia. Coinvolgimento assoluto dei sensi. Dalla vista all'olfatto. Dall'udito fino al gusto e al tatto.
    Un lavoro finitamente inventivo e labirintico nella sua costruzione, è sia un'avventura mitica di tutti i giorni sia uno straordinario ritratto di processi psicologici interni, resi attraverso l'arte. Brillante e scintillante, è difficile da leggere ma premia abbondantemente lo sforzo e l'attenzione che i lettori volenterosi gli danno.
    Il lettore viene sottoposto a un vero e proprio bombardamento a raffica, che scatena ricordi e idee: impossibile leggere più di dieci righe di fila senza fermarsi a rimuginare sul proprio passato e sul proprio comportamento. Sono tante le considerazioni che vengono portate a galla, alcune serie, altre (poche) scherzose, grazie a un gusto per il gioco di parole e per l'assurdo che fa riflettere e al tempo stesso sorridere. Un mix tra il flusso di coscienza di James Joyce e un quadro astratto, una lettura davvero originale che va presa per quello che è: un libro da tenere sul comodino e gustare a piccole dosi, tenendo ben presente che, mai come in questo caso, è il lettore che scrive il libro, arricchendolo con le sue impressioni, il suo vissuto e la sua fantasia.
    Vorrei fare ancora una riflessione: questa è un'autentica opera rock-style. Un lavoro di una ricchezza impressionante. Quasi fosse un catalogo monumentale che raccoglie materiale esposto in varie collezioni museali. Tutte quante per di più allestite con un diverso interior design.
    In "Se questo è un libro" troviamo quattordici sezioni specifiche che ci stimolano ad attivare tutto l'universo dei nostri canali sensoriali, inclusi quelli kinestesici (i sensi legati agli equilibri dei nostri corpi nello spazio) e quelli sinestesici (quelli sovrasensoriali che ci aiutano a incrociare più sensi in contemporanea).
    Insomma, deve essere immaginato come una guida che fa entrare il lettore/fruitore in un'ampia rete museale con delle stanze arredate di volta in volta con un schema centrato su un utente diverso eppure non specifico, invitandolo ad adattare la gamma dei propri sensi a concetti che appaiono buttati lì a caso, e forse lo sono, solo seguendo quello che viene definito "flusso di coscienza".
    Concludo con queste definizioni del lavoro di Giovacchini: inebriante, potente, spesso sconcertante, ottimo esempio della sperimentazione del modernismo con ciò che può essere creato attraverso il linguaggio; è un tour de force dell'Autore e una sfida per la completezza nella comprensione del linguaggio.
    (Luisa Debenedetti)



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