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Una vita normale
di Sara Emma Calvitto

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    Casa Editrice: Zona 1 - 150 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Il crollo di Lehman Brothers, nel 2008, si fa sentire anche a distanza, perfino nel piccolo centro di Belluggio, alle porte di Milano. Viola è una liceale alienata e quasi senza amici. Suo padre, proprio a causa del fallimento della banca americana, rischia di perdere il lavoro e insieme ad altri inizia una protesta lunga mesi sui tetti dell'azienda. La sua insegnante di storia, alle prese con un matrimonio infelice, allaccia una relazione con un suo compagno di classe. Tutti vorrebbero vivere una vita normale, una vita qualunque, in questa storia, ma il vento della crisi li piega tutti: Viola, che vorrebbe solo farsi accettare e sentirsi amata; suo padre, che vorrebbe solo difendere il proprio lavoro e la sicurezza della famiglia; la professoressa, che vorrebbe la solidità di un matrimonio borghese, ma finisce a letto con un ragazzo appena maggiorenne...

    Recensione:
    Il titolo stesso fa menzione del genere, una storia di vita, o per meglio dire di vite assolutamente normali, ma non per questo poco intense, anzi. Forti emozioni e sentimenti contrastanti vibrano nell'aria apparentemente pacata e statica di un borgo di provincia nel nord dell'Italia, una località lontana dagli onori della cronaca e dalle sollecitazioni mondane offerte da una metropoli. Il desiderio e l'avversione non necessitano di alcuna condizione particolare per manifestarsi, fanno parte della natura umana e sono pronti ad esplodere ovunque, rispondendo alla chiamata del destino. E' in questo modo, in risposta ad inattesi incontri di sguardi e repentini cambiamenti delle condizioni di vita, che si squassa la routine dei protagonisti della vicenda, chiamati dalla sorte, ciascuno in maniera diversa, a misurarsi con una tempesta emotiva nella quale amore e rabbia gridano forte.
    Una storia normale, dunque? Assolutamente no. Ciò che più mi ha colpito di questa narrazione, oltre ad un finale che comprende una parentesi di stampo quasi poliziesco, è il fatto che i sentimenti, le emozioni, le intenzioni e le azioni di una delle protagoniste, Elisa, sono intese e comprese proprio da colei che ne ha subito i contraccolpi, Viola. Elisa, ladra d'amore, trova in Viola, da lei derubata del proprio giovanile e platonico affetto, l'unica persona sufficientemente aperta ed evoluta da capire i suoi gesti, evitando di giudicare in modo superficiale e grossolano. Solo chi ha sofferto per amore è in grado di intellegire l'altrui sofferenza.
    Notevole, nella sua assoluta semplicità, è anche la figura della madre di Viola, la quale, nell'ora in cui dominano rabbia, disperazione ed incertezza, si affida all'Infinito per amore della vita, testimoniando così nei fatti l'incomparabile coraggio di una donna, una virtù che non può essere descritta con le parole e che trova il giusto premio nell'epilogo di questa narrazione.
    La trama è interessante e bene orchestrata, le situazioni ed i personaggi che si mescolano al suo interno trovano ciascuno il giusto spazio ed i sentimenti espressi sono indubbiamente forti e coinvolgenti. L'intreccio fra le varie vicende che danno corpo alla narrazione è ordinato, consequenziale, fluido. Il finale è multisfaccettato e riserva non poche sorprese. Il ritmo impresso al racconto dall'autrice è incalzante, ma non velocissimo; una scelta adeguata per consentire al lettore di soffermarsi ed assorbire la notevole carica emotiva che accompagna momento per momento questo racconto. Lo stile è scorrevole, gradevole, chiaro e diretto, ma formalmente ineccepibile. L'autrice non scivola mai nella volgarità, anche le situazioni più intense per contenuti di passione o di rabbia e disperazione sono sempre descritte senza alcuna offesa per la sensibilità dei lettori.
    Una lettura assolutamente consigliabile per tutti coloro che desiderano assaporare una trattazione in cui i sentimenti umani sono messi al centro dell'attenzione.
    (Angelarosa Weiler)



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