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A pista fredda. Il delitto di Nada Cella
di Roberta Bruzzone

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    Casa Editrice: Imprimatur - 224 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Informazione

    Trama:
    Non è ancora finita. Lui (o lei) non è ancora riuscito a farla franca. Del resto non esistono delitti perfetti, solo delitti impuniti. Quindi mettiamoci al lavoro e ripartiamo, ancora una volta, da dove tutto è avvenuto. Torniamo sulla scena del crimine. Analizzando le migliaia di pagine riguardanti l'omicidio di Nada Cella, si potrebbe arrivare a pensare che molto sia stato fatto, che ogni pista sia stata seguita con scrupolo, che ogni indagine possibile sia già stata effettuata. Che, insomma, non ci sia altro da fare. Ma si tratta di un'impressione che svanisce molto rapidamente se ci si addentra con la dovuta attenzione all'interno di quelle carte, come hanno fatto gli autori di quest'opera. Ci sono ancora molte domande a cui è possibile fornire una risposta coerente. Domande rimaste sospese tra i fili di un'indagine che, giorno dopo giorno, si è trasformata in una complessa matassa da sbrogliare. E allora cerchiamo di rimettere tutti i pezzi di questo complesso puzzle al loro posto. Poi ci concentreremo sulle tessere mancanti e tenteremo di colmare l'abisso che ci separa dal consentire ai familiari di Nada di avere, finalmente, verità e giustizia.

    Recensione:
    "A pista fredda - Il delitto di Nada Cella" di Roberta Bruzzone in collaborazione con Margherita di Biagio, Emiliano Boschetti, Laura Genovesi e Roberta Gentileschi, descrive dettagliatamente, anche alla luce delle nuove tecniche di indagine a disposizione della Scientifica, l'omicidio della giovane Nada Cella, ventiquattro anni, avvenuto a Chiavari il 6 maggio 1996. Nada è la giovane segretaria di un commercialista, Marco Soracco, che la trova a terra in un lago di sangue, all'interno dello studio e, con freddezza, chiama i soccorsi segnalando un malore della ragazza, non la gravità della situazione.
    Nada Cella arriva all'ospedale di Lavagna in codice rosso: ferite multiple sul corpo, il collo spezzato e il cranio sfondato. Viene tentato un intervento disperato per salvarle la vita, purtroppo inutile.
    Nada viene trasferita in obitorio, in attesa di un autopsia, perché quello che l'ha uccisa non è un malore, ma un omicidio.
    "Un nuovo delitto di via Poma", "Come Simonetta Cesaroni", negli articoli di cronaca i giorni successivi, c'è il brivido del deja vu. Nada come Simonetta. Un'altra segretaria uccisa in un ufficio tranquillo, ma il caso di via Marsala è diverso. Quello di Nada, al contrario di quello romano, non è stato un delitto a sfondo sessuale.
    Il libro, all'inizio, presenta dettagliatamente la scena del crimine, poi gli indizi che all'epoca dei fatti implicarono il coinvolgimento di più soggetti: Marco Soracco, Marisa e Fausta Bacchioni, rispettivamente madre e zia del Soracco, Egle Signorini inquilina dello stabile che attraverso lo spioncino conosce tutti i movimenti nel palazzo ed è la madre di Luciana, una ragazza con problemi psichici sulla quale cadono inizialmente i sospetti degli inquirenti, il dottor Bertuccio collega di Soracco, tutti gli altri inquilini e la testimonianza da non sottovalutare di Giuseppina Vaio cliente dello studio. Proprio questa testimonianza, secondo gli autori, sarebbe la chiave per la soluzione del mistero. Il genere, definito True Crime book, spesso romanza gli eventi e le vicende e ne racconta, per mezzo di ipotesi vagliate da prove e ricostruzioni, il reale o probabile svolgimento. Questo libro, invece, offre una panoramica completa dei fatti essenziali, gli autori si concentrano in modo significativo sui fallimenti collettivi della polizia che non garantì l'integrità della scena del crimine e sul processo investigativo che ne seguì. Gli investigatori, infatti, ricostruirono l'aggressione in uno scenario gravemente inquinato dal passaggio dei soccorsi e dalle pulizie della signora Bacchioni, mamma del commercialista che con secchio e straccio alla mano ripulì l'ufficio del figlio e le scale. Ma la candeggina scioglie le macchie, non il profondo sconcerto di un evento fuori dal normale e con un'unica certezza: l'assassino non è uno sconosciuto, ancora si lavora per alzare il velo di polvere che lo ricopre. Gli autori collaborano bene tra loro, per offrire una visione collettiva delle settimane e dei giorni che precedono l'omicidio: l'atmosfera della piccola città di Chiavari, e in particolare di quel piccolo mondo che è lo stabile in Via Marsala 14 vengono analizzati a fondo. Il libro illustra il delitto con accurata precisione, dalle prime indagini degli inquirenti, alle interviste, ai verbali e agli articoli di giornali; dettagli, a volte fin troppo minuziosi e "burocratici", che saranno sicuramente apprezzati dagli appassionati di cronaca nera. Nel 1996 la Scientifica non era come le conosciamo oggi e gli autori, esperti in criminologia investigativa, cercano di applicare oggi quello che all'epoca era fantascienza. Il criminal profiling ad esempio, che rappresenta di fatto una tecnica di analisi a supporto dell'investigazione tradizionale, per cui personale specializzato arriva a elaborare un possibile profilo psico-comportamentale del soggetto che ha compiuto un determinato crimine per ridurre la rosa dei sospetti indirizzando le risorse investigative, che non sono mai infinite per loro stessa natura, solo verso coloro che possiedono certe caratteristiche. In tale prospettiva, l'obiettivo primario è rappresentato dall'aiutare gli investigatori a gestire con maggiore efficacia la loro lista di sospetti. Inoltre, è ancora più importante creare un profilo dettagliato della vittima, ricostruirne carattere, relazioni e soprattutto spostamenti. Dal diario di Nada, Saracco appare come un datore di lavoro noioso e pedante, nulla di più, tanto che, secondo la sorella, Nada avrebbe voluto presto lasciare quel lavoro monotono per uno più interessante. Tutto normale, fin qua. Con i suoi ventiquattro anni Nada aveva voglia di stimoli e, inoltre, stava perfezionando il suo inglese, indizio, forse, del desiderio di un'esperienza all'estero.
    Occorre, però. sgombrare il campo da ogni eventuale equivoco: il profiling di per se´ non è in grado di identificare un sospettato specifico, come non è in grado di fornire un indirizzo o un numero di telefono. L'esito del profiling è una sorta di ritratto che contiene informazioni di carattere biografico, psicologico e comportamentale su un dato criminale ancora sconosciuto (il cosiddetto "soggetto ignoto" nel gergo poliziesco). Ciò che mancò agli inquirenti, allora, fu il movente, il perché di quell'escalation di ira e odio.
    Così ci si domanda se esiste il delitto perfetto, la risposta è no, tuttavia se all'abilità e alla freddezza dell'assassino si unisce l'imperizia o la precipitazione degli investigatori, risalire a un colpevole risulta, come in questo caso, non dico impossibile, ma quasi; per questo occorre riesaminare i fatti alla luce delle nuove tecniche investigative, tenendo conto del fatto che i delitti italiani hanno una loro peculiarità, sono in prevalenza dei cosiddetti "omicidi di prossimità", ovvero nascono all'interno del nucleo famigliare o nel giro delle conoscenze o nell'ambito del lavoro. In questi casi la molla omicida è la gelosia, il risentimento, la vendetta o altri sentimenti simili. Ed il caso Cella sembrerebbe esserne un esempio, ma la mancanza di chiare motivazioni e "nessuna confessione", ha reso questo crimine ancora un mistero ma, ripercorrendo testimonianze e spostamenti di ognuno, gli autori individuano i possibili colpevoli di questo delitto soprattutto per Nada e la sua famiglia che, con grande dignità, da 22 anni aspetta Verità e Giustizia.
    Consigliatissimo per gli appassionati delle vicende di cronaca.
    (Luisa Debenedetti)



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