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DiVersi in prosa
di Leonardo Manetti

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    Casa Editrice: Youcanprint - 94 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Poesia

    Trama:
    "DiVersi in prosa" è il viaggio di Leonardo alla ricerca di se stesso. Molteplici i temi toccati dall'autore in questa raccolta dedicata a lei, la poesia, musa incantevole che seduce e inebria colmando il cuore d'emozioni in ogni frammento del vivere. Non mancano i tormenti, lo smarrimento e le inquietudini interiori, tipiche di quegli animi sensibili che l'arte lega a sé. E forte avanza l'esigenza di trovare risposte, di poter dare un senso nuovo a quel tempo che corre via troppo veloce e spietato. Una scrittura scarna quella di Leonardo, trasparente e genuina come gli squarci di natura che il poeta ama contemplare nella maestosità della sua terra. In questo rincorrersi di riflessioni e scavi dell'anima, Leonardo rifiuta ogni catena, spezza tutti i freni possibili perché si faccia largo solo quella verità (talvolta amara) cui anela disperatamente. E nelle pause tra le parole non dette, sussurra lieve un palpito antico che segna il senso dei passi mossi all'ombra dei perché.

    Recensione:
    "DiVersi in Prosa - viaggio alla ricerca di me" di Leonardo Manetti, è una raccolta di poesie in cui il poeta esprime tutta la sua passione, mediante diverse emozioni, stati d'animo di solitudine del cuore, di ricerca di sé, attraverso nuove identità con una semplicità essenziale e profonda.
    L'opera è suddivisa in temi, ciascuno motivato da un'introduzione in prosa dell'autore che evidenzia quello che il lettore incontrerà. Il linguaggio è inizialmente semplice, diretto come i toscani sanno essere, la bellezza assoluta della terra e dei suoi prodotti è depurata da ogni aneddotica.
    Proseguendo nella lettura incontriamo numerose metafore, similitudini che esprimono, incatenandolo, l'animo del poeta, cingendolo dentro parole ricche di magnetismo in cui si riscontrano sentimenti di affetto verso la terra amata: "Angeliche colline/guardano aurore/perdersi allegre" (pag. 11), il paesaggio non è un punto focalizzato né focalizzabile, è una visione d'insieme straordinaria che comprende anche quello che non si vede, quello che c'è dietro (il lavoro dell'uomo, ad esempio), quello che c'è vicino (l'oltre confine) e quello che c'è stato (la storia e i luoghi in movimento): le esistenze vegetali e umane non possono non comunicarsi al territorio.
    Vi è anche un gruppo di composizioni, dedicate a Lucia grazie alla quale l'autore ha superato un periodo di depressione, che riescono a trasmettere, tramite il mistero dell'espressione poetica, un'emozione erotica, partendo dal fascino della contemplazione apparentemente estetica.
    Egli guarda e attraversa il corpo dell'amata che è rivestito solo dal colore del suo desiderio ed ogni parte diventa segno, simbolo che oscilla tra senso e significato.
    Sono parole che afferrano, trascinano, scuotono, coinvolgono perché traboccano d'emozione, di desiderio e di passione... tutto fuorché la logica e la ragione delle argomentazioni o risposte sapienti, esatte ed obiettive.
    L'emozione qui non solo si legge e si sente, ma si vede come nasce, come si muove e come si addentra in ogni angolo e lo scompiglia. Si sente l'attesa che si nutre di desiderio e il desiderio che non si sazia mai, perché il desiderio non è fatto per dormire o riposarsi ma per alimentare se stesso. E' il motore della vita, che muove, che porta oltre le stelle (desiderio = de - sirio dal latino "mancanza delle stelle"), è la nostalgia che agita e non compiange l'assenza, ma la brama e la cerca e non per accontentare un bisogno quanto piuttosto per tenerlo sempre acceso.
    In queste poesie il desiderio d'amore ha un solo senso che non è il possesso, bensì l'unione, unico traguardo, unica ragione. Ma la passione è un fuoco che si spegne...
    C'è una particolarità, in quest'opera, che ritengo importante sottolineare: la voce è in continua oscillazione fra prima e terza persona. Molti poeti italiani contemporanei hanno cercato di scrivere senza usare mai la prima persona utilizzando strategie che evitavano l'uso dell'"io". Per Manetti questa preoccupazione è assente, espone se stesso in prosa e in versi e costruisce una riflessione sul mondo e sulla condizione umana, per cui in alcune composizioni le persone costituiscono monadi inaccessibili e separate: "io, tenuto stretto da catene,/guardo le mie sbarre" (Cuore in trappola, pag 45) oppure "siamo tutti soli/tra la folla" (Solo, pag.75) e ancora "Felice agli occhi della gente,/chiuso, solitario,/il mio dolore è riservato,/silente, taciturno,/imbrigliato nella pelle."(Il male invisibile, pag.88).
    La conclusione è un invito a vivere pienamente, è amore per la sua terra che è vita e alla quale intende donarsi un giorno, sia pure sotto forma di cenere, per intrecciare una danza libera cullati dal vento.
    Una raccolta che dimostra come la poesia possa essere impiegata in modo non manieristico né repertoriale, e questo oggi non è affatto scontato.
    (Luisa Debenedetti)



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