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Il soldato fantasma
di Gabriella Silvia Spadoni

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    Casa Editrice: Apollo Edizioni - 304 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Questa è la storia di un soldato giovanissimo dai profondi occhi a mandorla, chiamato Harakiri Ryo, che non riesce ad accettare la fine della guerra e che, dopo essere stato rinchiuso in una casa di riposo per menti disperate, continua a combattere per la vittoria. E' la storia di un ragazzo la cui guerra interiore è persino più devastante di quella degli uomini armati; la cui mente è stata talmente deviata da fargli dimenticare parte della sua stessa vita. La storia di un ragazzo che soffre di un penetrante disordine da stress post-traumatico. E' la storia dei fantasmi del passato che si insinuano in numerose ed intricate reti di spionaggio giapponesi ed americane, che dirigono lo spettacolo teatrale dall'alto, muovendo i fili delle marionette. Per un bene maggiore non ancora realizzato.

    Recensione:
    Gabriella Silvia Spadoni, l'autrice de "Il soldato fantasma", è un'abile tessitrice. Come una moderna Penelope tesse la sua tela in cui vengono intarsiate le storie dei vari personaggi, ognuno protagonista di una storia parallela che però l'autrice accomuna legandoli con una sottile linea, più complessa e articolata delle loro realtà. Nell'alternarsi del bene e del male, parti di una stessa medaglia in cui nulla è come sembra, la curiosità fa sì che non ci si soffermi al mero aspetto esteriore delle cose, ma si cerchi qualcosa di più profondo, più vero, forse solo diverso. La concatenazione che li unisce compare nella seconda parte del romanzo.
    Il libro è ben scritto, la narrazione è gestita in modo interessante, procede seguendo il punto di vista di ogni personaggio la cui caratterizzazione è eccezionale, sia per quanto riguarda i protagonisti sia quelli dalla rilevanza marginale ma che ad ogni modo colorano la trama e la arricchiscono.
    Viene naturale immedesimarsi nell'inquietudine dei protagonisti, farsi avvolgere dalla loro lentezza e per certi versi dalla loro rassegnazione.
    Ma chi è il vero protagonista?
    Diversi possono contendersi questo ruolo.
    Protagonista è il medico americano Ethan Moore, che reduce dall'esperienza di chirurgo di guerra di stanza a Pearl Harbour, dopo essersi specializzato in psichiatria viene chiamato dal Segretario di Stato per intervenire in un caso che potrebbe compromettere la pace internazionale da poco raggiunta (siamo nel 1956).
    Protagonista è il giovane Harakiri Ryo, soldato giapponese che continua la sua guerra in una clinica, inconsapevole di essere stato programmato annullando il vero se stesso.
    Protagonisti sono Raman, uomo piccolo e misterioso, Kaito dai capelli lunghissimi e dagli occhi inespressivi e vacui, Eva e Dalia le gemelle americane che amano/odiano il proprio padre fino ad ucciderlo e che si rivelano tutti essere delle spie.
    Protagonista è Okami soffocato dal suo delirio di onnipotenza.
    Protagonista è la bella e dolce Aika, la badante di Ryo nella clinica, che si innamora di Ethan...
    Protagonista è la mente umana.
    Non c'è mai una sola verità nel vasto e imprendibile orizzonte dell'inconscio, ma un insieme di circostanze che la determinano fino a renderla multipla e autentica in ogni suo piccolo antro e in ogni suo strano spigolo. La realtà ha tante voci, troppe per essere chiusa in un suo scrigno di solida certezza, e nessuna di queste voci è inesatta, tutte anzi credibili; ecco il senso di questo testo pregno di sofferti enigmi. Un gioco di specchi e di confronti dove l'intelligenza può solo toccare la misura del suo vertice.
    Se la prima parte del romanzo è un po' lenta, ci si rifà con la seconda dove non mancano colpi di scena.
    Il finale è, a dir poco, spiazzante.
    Solo leggendo il libro capirete perché ho paragonato l'autrice a Penelope e che nel nostro vivere ci sono cose che, sulla base del nostro bagaglio culturale, le nostre idee, paure, educazione e pensiero, in un primo istante ci appaiono in un modo e poi, in un secondo momento, quando il nostro io abbassa la guardia e si mette da parte, assumono l'oggettività e la crudezza della realtà.
    "Per me, io sono colei che mi si crede"- Luigi Pirandello - Così è (se vi pare)
    (Luisa Debenedetti)



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