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Marie Grubbe
di Jens Peter Jacobsen

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    Casa Editrice: Carbonio Editore - 227 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Biografia

    Trama:
    "Un ricamo in perle": così definì lo stesso Jacobsen il suo "Marie Grubbe", la storia vera di una nobildonna danese del diciassettesimo secolo che sfidò la società e le tradizioni inseguendo il desiderio di amare e di essere amata, di vivere a pieno e senza restrizioni. La disperazione e il coraggio, la passione e gli intimi tormenti di questa Emma Bovary danese si intrecciano al vivido ritratto della società del tempo, dalle corti di Copenaghen alle fattorie della Selandia, sullo sfondo della guerra tra Danimarca e Svezia e gli intrighi politici del tardo XVII secolo. L'osservazione naturalistica si mescola allo slancio romantico, l'aristocratica sobrietà al lirismo, il fiorire delle immagini impressionistiche al vuoto del dubbio, che preannuncia la perdita della religiosità dei tempi moderni. Anticipatore dei temi di D. H. Lawrence, ispirazione per August Strindberg e James Joyce, Marie Grubbe conserva ancor oggi il suo impeto ribelle, il suo slancio rivoluzionario.

    Recensione:
    "Marie Grubbe - Interni del diciassettesimo secolo" dello scrittore danese Jens Peter Jacobsen è un romanzo scritto nel 1876. Nel diciannovesimo secolo le scoperte di Charles Darwin non solo rivoluzionarono la scienza e introdussero l'idea dell'evoluzione nel pensiero umano, ma cambiarono anche la letteratura che ispira gli autori a un nuovo approccio alla narrativa. Jacobsen fu tra gli scrittori che ruppero con la tradizione narrativa romantica per iniziare a raccontare storie in uno stile naturalistico in cui l'uomo veniva guidato da istinti e stimoli.
    Il romanzo è liberamente basato sulla storia vera di una nobildonna danese che morì nel 1718 ed è contemporaneamente biografia, romanzo storico, studio psicologico e fantasia sul genere di H.C. Andersen.
    Jacobsen, infatti, dà libero sfogo alla fantasia attraverso lunghe descrizioni della natura, dei suoi mutamenti ed elementi, utilizzandola come una sorta di termometro dell'umore dei personaggi e della protagonista in particolare.
    Il sottotitolo del romanzo è importante in questo contesto: "interni del diciassettesimo secolo", l'utilizzo del termine "interni" indica un'apertura alla sostanza, allo stesso tempo punta alla precisione definita dallo stile, il concetto di "interni" contiene la spaziosità che collega e fonde i quattro diversi generi del romanzo in un tutt'uno.
    Marie Grubbe è una donna selvaggia e testarda, appartenente a una famiglia nobile, che non è disposta ad accontentarsi di qualsiasi marito adatto, più o meno allo status sociale che spettava alle ragazze del suo lignaggio. La figura di Marie può richiamare Madame Bovary di Flaubert, ma avendo letto entrambi i romanzi, riesco a distinguere solo una somiglianza, vale a dire il fatto che le protagoniste sono donne che, guidate dal loro desiderio di amore romantico e di felicità, rompono le convenzioni sociali. La trama non è particolarmente complessa, la profondità psicologica che Jacobsen presta al suo personaggio principale è notevole e azzarderei che a volte supera anche Gustave Flaubert. In effetti, gran parte del fascino del libro risiede nella rappresentazione abile e meticolosa dei pensieri, delle emozioni e delle sollecitazioni inconsce di Marie Grubbe. Insieme con l'illustrazione precisa e dettagliata di scena, società e storia, è un bel romanzo in cui, a mio modesto parere, Jacobsen affronta anche un altro serio problema sociale: la violenza domestica che non era rara nel periodo storico in cui il romanzo è ambientato, e che, sfortunatamente ancora oggi, è una piaga non sanata.
    Jacobsen cattura la sensualità senza paura della sua eroina, in questo romanzo c'è più introspezione che azione, ma il potere della prosa descrittiva dell'autore e la sua comprensione del carattere e delle motivazioni di Marie ne fanno una lettura gradevole, anche se a volte non molto fluida. Con le sue numerose note storiche, il romanzo si rivolge anche a tutti coloro che sono interessati a questo periodo della storia europea. Marie Grubbe potrebbe pure essere stata un'ereditiera del XVII secolo, ma è moderna come qualsiasi ragazza adolescente annoiata dai vincoli che le sono imposti e audace nel suo desiderio di amare. Prima si innamora di un eroe danese, figlio illegittimo del re Federico III, che aveva sconfitto l'assedio svedese di Copenaghen. Quando questi muore, Marie sposa un altro figlio illegittimo del sovrano ma quando scopre il tradimento del marito, la sua vita dissoluta, e viene maltrattata, rivolge le proprie attenzioni ad altri uomini e riesce ad ottenere il divorzio mantenendo la sua dote. Il padre le organizza un matrimonio con un vecchio nobiluomo e nella sua nuova proprietà incontra Soren, il cocchiere di vent'anni più giovane di lei, in lui Marie trova finalmente l'uomo che la soddisfa. Cacciata dalla casa coniugale, sposa Soren in terze nozze e rimarrà con lui fino alla fine.
    Il dettaglio chiave della storia della vita di Marie è che questo terzo matrimonio, pur se vissuto tra la povertà e gli stenti, fu il più felice.
    La rappresentazione psicologica della natura di questa donna singolare, che ha respinto la vita di corte tanto ambita dai suoi contemporanei, costituisce una fonte di interesse per questo romanzo, che descrive una donna completamente moderna, insofferente alle regole della buona società, un personaggio ambiguo, dolce e duro allo stesso tempo, fragile e deciso, indipendente, alla ricerca della felicità anche se questa impone la rinuncia agli agi e ai privilegi della sua condizione sociale.
    E' come se l'autore conducesse una donna su un palcoscenico e, uno ad uno, strappasse i drappi d'un pomposo abito tutto pizzi e merletti, fino a denudarla, una storia struggente, che soffre però dei segni del tempo. La prosa non è eccellente, ancorata allo schema classico ottocentesco, è elegante con qualche sprazzo di lirismo, spesso ripetitivo fino allo sfinimento.
    (Luisa Debenedetti)



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