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Ultime ore di Sarah Kane
di Francesca Auteri

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    Casa Editrice: Villaggio Maori - 110 pagine
    Disponibile in formato cartaceo




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    La voce di Sarah Kane continua a echeggiare dentro e fuori la sua opera, ed è quanto di più vivo possa resistere di un teatro autobiografico, crudo, erotico e che appassiona ancora generazioni di amanti della drammaturgia contemporanea. "Ultime ore di Sarah Kane" è un monologo post mortem, il ritorno su un palco immaginario dove l'autrice inglese ripercorre le cinque ore precedenti al suo suicidio e dove un orologio, un tavolo e un pubblico silente tracciano il racconto di una donna affascinante e intensa, talentuosa e fragile. Francesca Auteri riporta in scena il fantasma di un'artista controversa e discussa, calandosi nel ruolo di un'amante abbandonata, uccisa dalla mancanza d'amore e che solo attraverso la parola può ancora affermare la vita oltre la morte.

    Recensione:
    "Ultime ore di Sarah Kane" di Francesca Auteri è un libro profondamente bello, amaro, entra nel cuore, fa male... rimane e lascia il segno. Leggerlo è stato doloroso come una pugnalata al petto. Ci si trova di fronte ad un palcoscenico in cui la protagonista, Sarah Kane, scrittrice e drammaturga britannica suicidatasi nel 1999, urla tutta la sua sofferenza, quella sua immensa voglia di vivere, amare ed essere amata che l'ha portata a togliersi la vita, perché, al contrario di quanto si pensi, nessun suicida ha voglia di morire.
    Questo libro, in realtà è una pièce teatrale, un lungo monologo in un freddo bagno di una clinica in cui una giovane donna scalza è sola in compagnia di una sedia, una zanzara, uno scarafaggio, una crepa e un orologio nero che scandisce un tempo immobile. L'Auteri è drammaticamente brava a trasmette ex abrupto al lettore/spettatore una richiesta di aiuto in cui ci sono rabbia, disperazione e un dissidio interiore lancinante, la rassegnazione alla autodistruzione e la contemporanea ricerca di una via di uscita.
    Il racconto è straziante e stravolgente, capace di toccare le più profonde corde dell'animo umano. Una scrittura che si palesa in forme e trascina il lettore su quel palco, spettatore impotente di fronte a quel male interiore indicibile bagnato di lacrime. Emergono chiaramente la solitudine, i disagi e le difficoltà psichiche di Sarah che ha saputo fare della sofferenza arte.
    Sarah si è tolta la vita impiccandosi con i lacci delle scarpe, ma continua a vivere in un freddo limbo, con un muro che la separa dal mondo esterno, forse lo stesso muro che esisteva già quando era in vita. In questa nuova vita "non vita" ricorda i personaggi delle sue opere teatrali, pensate per essere sovversive e violente. E così, "nuda di vita" ci racconta la profondità del suo orrore e della sua angoscia: tutti sono consapevoli, a vari livelli, della crudeltà dell'umanità, ma riusciamo a scendere a compromessi con esso, lei no, ha una visione del mondo estremamente accurata e quindi orribile, perché il mondo è un posto bellissimo ma orribile, l'umanità è un disastro sanguinoso, gli elementi del sadismo sono stupefacenti: Sarah non osserva semplicemente l'umanità, ne fa parte, parla della violenza dentro di sé, dell'odio dentro di sé e della profondità della miseria che anche lei ha sofferto. Mettendo la violenza sul palcoscenico ha rivelato la crudeltà della natura umana, ha messo in luce il meccanismo del circolo vizioso di violenza a cui tutti partecipiamo e nei confronti della quale ha denunciato l'indifferenza.
    Un altro aspetto evidente è la crudeltà dell'amore e del desiderio. Il desiderio è doloroso per natura ma è più crudele quando viene rifiutato dalla morale, Sarah era lesbica, e quando diventa distruttivo, per mostrare la crudeltà dell'amore, Sarah fornisce l'esempio di un rapporto di amore-odio. L'amore è così doloroso che è preferibile reprimere il desiderio. Tuttavia, sebbene il desiderio sia crudele, Sarah ci dice che è necessario vivere e dare un senso alla vita. Ci sono momenti di forte carica erotica, in cui questo desiderio di amore è tangibile, non ha perso nulla della sua carica esplosiva, il sesso ha momenti in cui è violento, quasi cannibale, è un'esperienza sconfortante "vedere" rappresentato in questo modo ciò che è così intimo e naturale, ma non si riesce a distogliere gli occhi dalle pagine/palcoscenico. Ancora una volta è un urlo di dolore perché riporta ad un legame non corrisposto, e Sarah si porta dietro le croste di inadeguatezza, dell'insuccesso e della disperazione che tutti noi sopportiamo.
    L'orologio alla parete continua a ticchettare. La luce va e viene e altera lo spazio in cui la vicenda si svolge, il freddo e la cupezza dell'assenza del calore dei sentimenti, o meglio la mancanza di calore umano, il cinismo e la freddezza del volto dell'umanità fa formicolare gli arti e provoca convulsioni come una scossa elettrica. Il tempo si esaurisce, come fa per tutti noi.
    Sicuramente non si tratta di una lettura "leggera" o semplice, il testo è una lama tagliente come un lampo che illumina una scena squallida e smuove l'io del lettore. Il linguaggio non lascia nulla all'immaginazione, non procede per allusioni ma con la nuda realtà.
    E' un libro da leggere e, poiché tocca le corde più profonde dell'empatia, da vivere, possibilmente avendo una mano da stringere o un abbraccio in cui trovare calore.
    (Luisa Debenedetti)



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