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Il potere che uccide. La pena di morte nel mondo.
di Helmut Ortner

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    Casa Editrice: EGA-Edizioni Gruppo Abele - 176 pagine




  • Genere: Saggio

    Trama:
    "Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio" (Cesare Beccaria). Eppure la pena di morte esiste ancora oggi, 250 anni dopo quel limpido giudizio. E continuano a intrecciarsi le domande. Come è cambiato nel corso dei secoli l'esercizio della pena capitale? Per quali ragioni la morte "giusta" è ancora diffusa in molti Paesi? Quali conseguenze - anche psicologiche e sottese alla spettacolarizzazione pubblica della morte - ha il potere di uccidere nel rapporto tra Stato e cittadini? È possibile abbandonare definitivamente la cultura della vendetta e promuovere una società pienamente civile?

    Commento:
    Il potere che uccide , di Helmut Ortner, è un saggio che documenta la pena di morte nel mondo, dai tempi antichi ad oggi. Il libro descrive i vari tipi di pena capitale che si sono susseguiti nel tempo come la crocifissione, l'annegamento, la decapitazione tramite ghigliottina, raccontandone i dettagli tecnici e il loro sviluppo tecnologico, sino ad arrivare ai più moderni gas letali o veleni iniettati.
    Il testo, però, non si ferma alla mera narrazione dei fatti citandone degli esempi realmente accaduti, esso analizza a fondo anche il lato psicologico e sociologico della questione. Si pone domande sulle conseguenze della spettacolarizzazione dell'applicazione della pena; dell'influenza che questa ha nel rapporto tra Stato e cittadini, o tra i cittadini e la legalità. Affronta, inoltre, un'attenta analisi di coloro che la subiscono e di coloro che la attuano: i boia.
    Infine, l'autore si pone interrogativi sul poter abbandonare definitivamente questo arcaico uso e poter virare verso una società finalmente e realmente civile. E' un testo intenso, che porta a riflessioni profonde, ma che scorre facilmente ed apre visione su alcuni aspetti sociali e umanitari mondiali di cui si parla sempre troppo poco.
    (Alessia Coccaro)



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