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L'occupazione del suolo
di Jean Echenoz

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    Casa Editrice: Galaad Edizioni - 40 pagine
    Disponibile in formato cartaceo




  • Genere: Narrativa straniera

    Trama:
    Un esorbitante affresco sul muro di un palazzo parigino, in cui appare sorridente dentro quindici metri di abito blu mentre offre un flacone di profumo, è tutto quel che rimane di Sylvie Fabre, bruciata nell'incendio della sua abitazione. A questa immagine pubblicitaria, minacciata dal rinnovamento edilizio e offesa dal sottostante degrado urbano, tornano con assiduità il marito e il figlio per mantenere viva la memoria della defunta. Una scommessa ostinata, condotta contro l'inevitabile crescere del piano di occupazione del suolo che finirà per cancellare le preziose vestigia ma non l'acribia dei due fedeli superstiti, installati nel nuovo monolocale appena sotto gli occhi di Sylvie e decisi a raschiarne la dura materia pur di aprirsi un'ultima breccia verso la moglie e la madre perduta.

    Recensione:
    Un racconto malinconico e nostalgico la cui lettura non può essere ridotta a mero passatempo per una serata.
    Come piangere una persona amata, come ricordarla, se non ne hai più immagini? Fabre e suo figlio Paul hanno perso tutto, la moglie e la madre morta nel fuoco del loro appartamento. Tutto è bruciato: gli arredi, le fotografie, tutto quello che le apparteneva. L'unica immagine che rimane di Sylvie Fabre è un’enorme pubblicità per un profumo, un affresco sul muro di un vecchio edificio dove padre e figlio vanno regolarmente come un pellegrinaggio. Ma il tempo fa il suo lavoro e l'immagine inizia a degradare lentamente e quello che suscitava sicuramente curiosità viene gradualmente dimenticato, la costruzione di un nuovo edificio a terrazzo nasconderà completamente l'affresco e mentre lentamente le mura salgono, Fabre decide di affittare un appartamento adiacente l'affresco di Sylvie, proprio sotto i suoi occhi per raggiungere e soprattutto tenere per sé gli occhi della moglie.
    Al di là della storia, questo episodio è raccontato con uno stile che emana poesia. Prima di tutto, e date le circostanze particolari, questa parete diventa un luogo di ricordo, una tomba sostitutiva il cui aspetto religioso è rappresentato da quel blu "Mariano" dell’abito che idealizza la figura di Sylvie, nonostante l’iniziale intento pubblicitario e la presenza del profondo scollo. Questa immagine doveva aver fatto presa sui passanti ma ora, dopo tanto tempo, è divenuta parte del paesaggio urbano e nessuno vi presta più attenzione: scomparirà e nessuno se ne renderà conto perché a poco a poco, le cose cambiano, si evolvono, si dissolvono in sottofondo. Perciò, padre e figlio si considerano dei guardiani e le visite sono una sorta di culto. Il loro è un atto di memoria, culto per gli assenti perché un essere scomparso non è morto finché qualcuno ancora pensa a lui. C'è anche questa allegoria dell'affresco che dura nel tempo: la memoria intatta, mantenuta dalle visite regolari. Lo scavo delle fondamenta del futuro edificio e la costruzione delle sue mura, l’incessante scorrere del tempo causano invece l’inevitabile, graduale degrado della memoria.
    Un tema del Racconto è dunque l’elaborazione del lutto che a volte non avviene, è un approccio proustiano per cercare il tempo perduto, Il tempo che viene così ritrovato dalla memoria e fissato dall'arte, un tempo interiore, e non esteriore, un tempo assolutamente soggettivo.
    Padre e figlio devono ricostruire dopo la scomparsa di Sylvie, l’affresco è il punto di partenza e la sua scomparsa potrebbe segnare l'inizio della dimenticanza che si può decidere di combattere, ognuno alla propria maniera. Quello che fa il padre per trovare il sorriso di Sylvie distruggendo il muro del suo nuovo appartamento genera stanchezza e calore perché non si può evitare di ricordare quello del fuoco che costò la vita di Silvie, è una fine toccante e sorprendente di questa piccola storia urbana che inverte la logica delle sparizioni e della distruzione.
    (Luisa Debenedetti)



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