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Genere: Storie vere

Trama:
Canto africano, con la sua struttura circolare - in cui l'inizio coincide con la fine - è quasi un diario di viaggio, da Milano al centro dell'Africa, attraverso un deserto del Sahara superato con mezzi di fortuna e fra mille contrattempi apparentemente distruttivi, in realtà portatori di incontri significativi.
Federica osserva, a volte si piega morbidamente, a volte si oppone e si ribella con rabbia. Ma anche quando è vittima di soprusi è sempre cosciente della sua profonda indipendenza e forte della sua inattaccabile libertà di donna.
C'è una pedagogia anche nella violenza, quasi indifferente ed oggettiva, della tempesta di sabbia nel deserto, che si compie nella sua ineluttabilità fermando il tempo esterno per divenire un tempo interiore, di esplorazione di sé e di indagine sulle ragioni del vivere o del morire. Il romanzo insegna che intelligenza è spirito di adattamento che non può superare, però, codici etici che appartengono a confini interiori e non sono solo il frutto d'imposizioni.

Vincitore della 3a edizione del Premio Letterario "Il Camaleonte" alla Fiera del libro di Torino, secondo classificato all'8a edizione del Concorso Letterario "Il Giunco" nel 2004. Segnalazione di merito al Concorso "Autrice per l'estate 2009".

Commento:
Recensione a cura di Pia Barletta - BraviAutori:
L'Africa è una terra affascinante, un luogo magico e incantato, suggestivo e per molti versi ancora sconosciuto. Federica, protagonista nonché autrice di Canto Africano, coglie al volo l'opportunità di poterla visitare insieme a Danny, un camerunense incontrato in un locale. Comincia così il viaggio della giovane donna e di conseguenza il nostro. Ci apprestiamo a partire con tanti sogni racchiusi in una piccola valigia, percorriamo con loro le strade rese roventi di giorno dal clima equatoriale. Ci addentriamo negli aspetti più inquietanti della cultura africana, tra riti magici e umane miserie, per assistere talvolta allo stravolgimento totale delle nostre convinzioni.
La nostra accompagnatrice tuttavia ben presto si rende conto di non aver fatto una scelta felice: Danny si rileva totalmente incurante delle altrui esigenze, avido ed egoista. Federica dipende da lui, in tutto e per tutto, anche per le esigenze basilari. Non può mostrarci camere di alberghi dotati di ogni comfort né paesaggi incontaminati, ma solo l'aspetto più duro della fame e dei pernottamenti improvvisati. Costretta a subire le costrizioni del suo compagno non può ritornare in Italia e l'orgoglio le impedisce di chiedere aiuto alla famiglia: sarebbe come ammettere la sconfitta. E' decisa a proseguire, andare avanti, la possibilità di rientrare in possesso del suo denaro e dei documenti è sempre lì, a portata di mano, e resiste, testarda e determinata. Subisce soprusi e discriminazioni mascherati da usanze, patisce la fame ma gode anche del calore umano del popolo cosiddetto selvaggio. Il viaggio non è facile né breve, infatti si protrae più di quanto si aspettasse, ricco di sorprese spesso poco piacevoli, ma conosce anche l'amore, quello totale, completo, che la lascia senza respiro.
Lo stile narrante di Federica fa sì che la nostra lettura inizi e finisca in un batter d'occhio, vediamo Danny e proviamo rabbia, immaginiamo Diego e proviamo tenerezza. Un viaggio raccontato in maniera coinvolgente, ma anche un percorso di vita da cui Federica non può non uscirne in qualche modo cambiata, un diario da leggere tutto d'un fiato.
(Recensione fornita dall'autrice)



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