Trama:
Interrompere volontariamente una gravidanza è quanto di più doloroso possa capitare nella vita di una donna. A più di dieci anni di distanza da quella che è sicuramente la cicatrice più grande che porta nel cuore, Paola Strocchio ha deciso di raccontare la sua storia. Una storia come quella di tante altre donne che hanno detto di no a un figlio, mosse dalle ragioni più svariate. Donne che hanno scelto consapevolmente di abortire, ma che non per questo non hanno sofferto. E che soffrono ancora oggi. Questo libro non è una difesa dell'aborto, è semplicemente il racconto di un'esperienza dolorosa, vissuta, come spesso accade in completa solitudine. Ma è anche la richiesta di una "sospensione" del giudizio da parte della gente, soprattutto di chi - per capacità, diligenza o semplice fortuna - non si è mai ritrovato a indossare i panni di una donna incinta che sceglie, con dolore, di interrompere la gravidanza.
Commento:
In queste pagine, dal ritmo veloce e intenso, emerge tutto il coraggio dell'autrice che, in un racconto autobiografico, condivide con il lettore un percorso difficile e doloroso. Con lucidità e consapevolezza, descrive gli stati d'animo, la confusione, la solitudine di una ragazza che, nel pieno della sua giovinezza, effettua la scelta più dolorosa che possa coinvolgere una donna.
Un diario quotidiano, intervallato dal buio dell'inchiostro, nero come il nulla che divora la protagonista. Le informazioni medico-scientifiche che intramezzano il racconto, forniscono preziosi elementi di valutazione.
Un libro che, nella sua semplicità, affronta un tema delicatissimo facendoci avvicinare ad un'esperienza spesso preda di facili giudizi, con un messaggio di fondo implicito che richiama alla comprensione, alla solidarietà, alla vicinanza a chi si trova di fronte ad una scelta di vita, in ogni senso.
(V.D.L.)
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