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L'UOMO CHE VESTIVA DI BIANCO
di Silvio Valota


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  • Genere: Romanzo storico

    Trama:
    E' il 1642. Una nave olandese diretta a Batavia è bloccata da giorni nell'oceano a causa di un'estenuante bonaccia. C'è il rischio di un ammutinamento, ed i rapporti a bordo sono molto tesi, tanto da sfociare in violenza dura. Il capitano tenta di tenere sotto controllo la situazione, ed intanto fa amicizia con un passeggero. Insieme ingannano il tempo raccontandosi del loro passato. Ecco allora emergere una storia accaduta ad Amsterdam qualche tempo prima. Ad un pittore, afflitto dai debiti e da pesanti problemi personali, è stata affidata la realizzazione di un'opera importante. Si tratta di Rembrandt e del suo quadro più noto, la 'Ronda di notte'. E' un lavoro impegnativo ma il tempo molto scarso, anche a causa della guerra contro gli Spagnoli. Così Rembrandt medita di farsi aiutare dal proprio aiutante più promettente, Carel Fabritius. Ma questi muore tragicamente lasciando il Maestro in gravi difficoltà. C'è ancora una speranza, però: sta in quell'allievo che frequenta sotto mentite spoglie lo studio dell'artista, tenendo nascosta la propria identità. Sarà proprio costui a proporsi come aiuto al maestro. Ma ad una condizione... Lo sconosciuto tuttavia non si limita a questo, e lascia un'impronta che farà del quadro l'opera più amata dall'artista. Un ritratto umano del Maestro, storie d'amore travolgenti, grandi amicizie, la guerra. Ma anche una svolta nell'interpretazione del dipinto più discusso al mondo. Sullo sfondo, una Amsterdam viva e pulsante in cui i personaggi raccontano un periodo unico per la città.

    Commento:
    Recensione scritta da Ivana Garancini.

    Un libro che invita a non 'lasciarsi cullare dalla calma' ma piuttosto a trovare il coraggio per intraprendere le scelte dettate dal cuore.
    Si dipanano cinque storie: il racconto di un viaggio partito dall'Olanda del '600, bloccato dalla bonaccia; la storia del quadro di Rembrandt 'La Ronda di Notte'; la guerra; gli amori di Rembrandt; infine la storia del narratore.
    Valota tiene in equilibrio questo intreccio con una tessitura bilanciata e sciolta. Colpisce l'intensità umana di tantissimi aspetti della narrazione, che non affaticano mai il lettore. Infine, le implicazioni del fatto da cui sgorga il racconto: si pensa che si può morire in mare per una tempesta, mai per l'assenza assoluta di vento. Una sorta di metafora: anche l'assoluta assenza di emozioni è devastante. Chissà se Valota, che è anche formatore manageriale, ha voluto proporci un'ulteriore chiave di lettura... La bonaccia come attesa della rinascita. Perché questo è il libro della vita che risorge. In questo "tempo sospeso", il racconto raccoglie anche la nostra vita.
    La vicenda è un potente affresco dell'epoca, con tutti gli ingredienti del romanzo di successo. Il suggerimento può essere: non andate al cinema, leggete questo libro!
    Si ride, si piange, si spera insieme ai protagonisti. Quante emozioni: la grande amicizia, l'amore, la delusione, la disperazione, la passione... Lo stile diretto, pieno di particolari, dà l'impressione di essere lì a vedere e sentire la storia sorprendente dei protagonisti del quadro di Rembrandt.
    Il racconto "prende", intriga, cattura totalmente, le pagine girano svelte grazie alla prosa raffinata. Colpisce lo stile impeccabile. La lettura scorre fluida, l'esposizione accessibile anche quando affronta temi di grande profondità con dialoghi che ricordano Dostoevskij.
    Nonostante temi di grande drammaticità, il frequente cambio di argomento nella successione dei capitoli rende la lettura scorrevole, veramente godibile. La narrazione è drammatica e coinvolgente, intrisa con piacevole leggerezza di storia e arte. Le emozioni narrate sono intense, ben descritte. Il contesto vivo e vivace. Il tutto è raccontato con sincera passione.
    Attraverso questa tavolozza, ognuno di noi è in grado di rivedere i momenti tipici di chi vive intensamente per realizzare i propri sogni. La trama si sviluppa attraente e incalzante. Lo stile piano, colloquiale, favorisce la lettura con un ritmo frizzante. Si intuisce che l'autore ha voluto rifuggire dalle banalità, per costruire una storia articolata dalla quale è difficile staccarsi. Pare di sentir respirare i protagonisti alle nostre spalle: entrano ed escono di scena come ballerini, fino al finale a sorpresa. Siamo portati a pensare quante volte ci troviamo in bonaccia e le nostre paure ci schiacciano, temiamo che non vi sia futuro, subiamo passivamente la vita: ma alla fine la bonaccia svanisce ed il porto ci aspetta. Un romanzo magnifico, forte, che fa pensare.
    (Recensione fornita dall'autore)



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