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Genere: Narrativa

Trama:
Nell'Italia appena uscita dal secondo conflitto mondiale e schiacciata dal peso delle macerie e dei lutti, un giovane prete emiliano raccoglie intorno a sé orfani, vedove e sfollati e occupa l'ex campo di concentramento di Fossoli (Carpi), dando vita a un progetto pionieristico di comunità cristiana. Valeria Cammertoni approda a Nomadelfia nel novembre del 1949, per uscirne solo diciassette anni più tardi. Dopo un'infanzia segnata dalla guerra e dalle difficoltà familiari, la scoperta di un mondo attraversato da un sentimento nuovo e vigoroso di carità e l'incontro folgorante con don Zeno, spirito inquieto e combattente, sono il perno di un cammino di fede che si intesse con le gioie e le difficoltà del vivere quotidiano. Questo libro è prima di tutto un racconto di un'esistenza semplice e di una vocazione profonda: una storia di gente comune, di povertà, di speranze immense e acute delusioni. Una vita intera: questo il gusto che rimane, la percezione chiara che si fa strada fino all'ultima pagina.

Commento:
Nomadelfia è una comunità religiosa, fondata negli anni '30 del Novecento da don Zeno Santini. Il termine è un neologismo modellato dai due termini greci nomos e adelphia e significa "dove la fraternità è legge".
Qui il sacerdote emiliano ha dato asilo a vedove, ragazzi abbandonati, persone in difficoltà e bisognose d'aiuto; qui ha parlato di fraternità umana, di aiuto reciproco e sociale ai più deboli, quelli che nessuno ascolta e che nessuno aiuta.
Tutte le persone che vi risiedono lavorano insieme per il bene comune, vivendo una vita nel nome di Dio e dell'insegnamento evangelico. E' sempre qui che Valeria Cammertoni, autrice del libro, trascorre 18 anni della sua vita.
Durante una visita dal dentista, la piccola Valeria legge una rivista che parla della comunità di Nomadelfia e decide di contattare don Zeno perché aiuti sua madre e i suoi due fratelli: una famiglia povera, appena uscita dalla guerra e che, come tante altre, non riesce a sopravvivere in nessun modo. Così inizia una nuova vita per tutti.
Toccante la descrizione dell'arrivo nella comunità nel 1949, in cui la scrittrice spiega il senso di appagamento e di felicità che si respirava in quel luogo, tale da portarla a pensare che da lì non si sarebbe più allontanata. In effetti, da Nomadelfia l'autrice uscirà soltanto nel luglio del 1966, dopo essersi sposata e aver avuto 3 figli.
Perché Nomadelfia è un diario, o meglio, un libro di memorie, in ricordo di una vita vissuta seguendo una vocazione, seguendo Dio.

Una tenda vi basti a riparo dalle bufere
E Dio ritorni vagabondo
A camminar sulle strade
A cantar con voi
I salmi del deserto.
(Padre Davide Maria Turoldo)

(Benedetta Gigli)



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