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Genere: Narrativa

Trama:
Antonio Penna (un destino anagrafico il suo) viene dalla scrittura, nella quale si è rifugiato nella sua ben poco felice infanzia, e da omicida alla scrittura torna nella reclusione "per tenersi sotto controllo"; nel mezzo, ha amato e si è lasciato amare da Zenit, la ragazza che parla con la luna, suona il violino, ama le ballate irlandesi e la cioccolata al latte. Lei lo ha conquistato all'istante con la sua spregiudicata e limpida autenticità, permettendogli di essere se stesso e di credere nella propria creatività. Ma, cedendo alla lusinga del successo, Antonio si allontana da Zenit per ritrovarla solo quando sa che sta per perderla definitivamente: è allora che lui acquista coscienza della sublime natura dell'amore, della sete di vita della compagna e della sua totale libertà di spirito, doni ai quali lui ha rinunciato lasciandosi trascinare in un gioco ipocrita. Insostituibile Zenit, capace di affidare a un lancio di dadi un amore e di barare per amore di verità.

Commento:
Romanzo particolarissimo e intenso, Scrittori brutta razza di L. Saccomanno, è un libro che ha più piani di lettura, che sembra contenere due storie ben distinte che sono, in realtà, strettamente collegate e che, nella loro interezza, racchiudono un uomo: Antonio.
C'è l'intreccio principale, costituito dalla storia d'amore, di vita, di passione ma anche di dolore, di sentimenti feriti, di perdersi e poi ritrovarsi, i cui protagonisti sono Antonio e Zenit. C'è poi un intreccio che si srotola parallelamente al precedente e che vede Antonio, sempre lui, contrapporsi direttamente al lettore!
L'autore, attraverso il suo protagonista, sembra sfidare colui che sfoglia le pagine del suo libro e lo avverte con le parole di Antonio: Caro lettore, pretendi di capire l'essere umano [...]. Se mi cerchi per un consiglio, per un po' di conforto, allora vuol dire che sei nei guai più di quanto lo sia io stesso.
Uno scrittore che racconta la storia di un altro scrittore, questo fa Saccomanno ma, nel farlo, dà vita ad una trama che tocca i sentimenti e anche la cronaca; che parla di amore ma anche della spettacolarizzazione di eventi macabri e dolorosi, alternando la narrazione lineare dei ricordi di giornate felici a riflessioni che sfiorano il limite della follia.
A volte scriviamo per non pensare. Scriviamo perché abbiamo l'anima da tirar fuori e Antonio ci prova a farlo, cercando di evadere da quella prigione che è, prima di tutto, una stretta di ghiaccio che avvolge la sua anima, perché lui senza Zenit, valeva meno di niente.
Un libro da leggere, particolare, pieno di sentimenti di ogni tipo, che ci parla addirittura per voce di due autori, Luigi Saccomanno e Antonio Penna; allora, non possiamo che concludere citandoli entrambi, ricordando che Gli scrittori raccolgono pezzi di vetro colorato dispersi per il mondo, li mettono insieme e ne fanno un mosaico.
(Maria Guidi)



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