Genere: Giallo

Trama:
Alessandro Balbi è un giornalista romano, un passato che si intreccia con il presente, tra segreti e anomalie del sistema giuridico capitolino. A far scoprire il vero talento di Balbi nella macchina romana saranno le vicende in cui saranno protagonisti il giudice Ansaloni, l'avvocato De Angelis e il passato stesso del protagonista. Un omicidio riporta a galla un intreccio tra politica e corruzione avvenuto quasi due decenni prima. Apparentemente disgiunti tra loro, sembrano ad un tratto intrecciarsi nel tempo sotto la visione della cupola romana. Quale sarà la verità? Sogno o realtà?

Recensione:
Un giallo che intreccia passato e presente, per un mistero complesso e suggestivo. "Che bella compagnia" incuriosisce e invita a restare in sua compagnia fino alla rivelazione finale.
Manuel Bellomo ha una penna scorrevole, capace di caratterizzare i personaggi e renderli carismatici. Piace la figura del giornalista investigatore, investigatore in realtà e giornalista di facciata, che per mettere a posto i pezzi del puzzle ha bisogno di calma, caffè e un vinile jazz. Attraverso lui, l'autore apre uno spiraglio nelle stanze del potere, in quella giustizia esibita che ne nasconde un'altra sotterranea, piena di intrighi e alleanze. Un mondo sommerso che spaventa, che ogni tanto fa capolino anche nella realtà, prima di reimmergersi nel taciuto per farsi dimenticare.
Nella trama poi sono inserite note informative che rendono il teatro degli eventi tridimensionale, visibile, per un aggancio al reale che offre spessore all'intera storia.
Qualche problema di editing si riscontra qui è là nelle pagine, con accenti mancati e altre piccole sviste che, alla somma di tutto, divengono numerose. Si consiglia più attenzione nella confezione del libro, il lettore si sente coccolato da un'edizione curata.
La trama, e il mistero che è cardine e legante dell'intera storia, è davvero complessa e machiavellica. L'autore alla fine riprende i fili e spiega la vicenda, che affonda nel passato, anche privato del protagonista, sfociando in un nuovo caso giudiziario nel presente. Anche se la lettura è dilettevole e le sorprese, come le rivelazioni, offrono dinamismo al romanzo, resta la sensazione che non tutto torni, che qualcosa si sia perso nella lettura. Se ci soffermiamo alla spiegazione certi comportamenti non sembrano limpidi, ma un po' forzati per far combaciare tutto. Bisogna tornare indietro, non farsi prendere dalla fluidità delle parole e leggere con attenzione, eppure la sensazione permane.
Suggerisco all'autore, per il futuro, di puntare a una maggiore semplicità o ad uno spazio maggiore per raccontare, per non rischiare che il lettore si perda, o resti con un piccolo tarlo di insoddisfazione.
Rimane fermo il punto che di questo protagonista si vuole sapere di più, ritrovarlo in nuove indagini che escono dagli schemi canonici, per un punto di vista che mostra originalità.
(Tatiana Vanini)

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