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Il grande silenzio
di Flavio Moro

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    Pubblicazione indipendente - 224 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    "Ogni tanto il suono delle sirene si sovrappone a quello delle campane. Il paese è piccolo e il silenzio è grande, sembra che l'ambulanza si sia fermata nel vicolo qui vicino e invece si trova nella strada principale che passa mezzo chilometro più in là..."
    Fra drammi e speranze individuali, un memoir che raccoglie, da una prospettiva particolare, le vicende di un piccolo paese e quelle di un’intera valle bergamasca sconvolta dalla pandemia del 2020: la Val Seriana.

    Recensione:
    Flavio Moro, in questo testo, ripercorre i primi mesi di diffusione del covid, dalle prime confuse notizie su qualcosa di pericoloso che si stava diffondendo in Cina, fino alla scoperta che quel qualcosa abitava già fra di noi, con tutte le conseguenze del caso.
    L'autore ci mostra uno scorcio di vita in uno dei paesini della Val Seriana, diventata tristemente nota non tanto per le sue montagne, quanto per essere stato uno dei luoghi più colpiti da un misterioso virus venuto da lontano. Un paesino dove la vita scorre lenta, dove tutti si conoscono per nome e soprannome, dove il bar del centro è una sorta di piccolo salotto cittadino, un luogo frequentato non solo per un caffè, ma anche per scambiarsi notizie, opinioni, battute e insulti bonari, come avviene fra conoscenti e amici di vecchia data.
    Il messaggio principale intorno al quale ruota tutta l'opera è che l'uomo è un animale sociale. Di conseguenza, il momento più difficile da vivere è quando i contatti vengono banditi per decreto, e la paura, dovuta anche alle poche e confuse informazioni del primo periodo, trasforma in nemici da evitare anche gli amici e i conoscenti di una vita.
    Questo non è un romanzo da leggere tutto d'un fiato. Non è uno di quei libri che scorrono con leggerezza. Ogni pagina è intrisa di profonde riflessioni interiori che scatenano nel protagonista (e nel lettore) una ridda di domande alle quali non è sempre facile trovare risposte. E di tanto in tanto ci si scopre a fissare una parola da qualche minuto mentre la mente è volata via, lontana, a rivivere episodi personali che la polvere del tempo aveva nascosto.
    Il protagonista vive l'angoscia di tanti, scoprendosi infettato, malato, bisognoso di cure ma con il timore di allontanarsi da casa e dagli affetti. I primi giorni trascorrono fra dubbi e incertezze, poi, con i polmoni sempre più in affanno, è costretto a cedere e a recarsi in quell'ospedale che, nella mente di tutti, si trasforma da luogo di cure a luogo di morte. Un'esperienza difficile che una scrittura impeccabile riesce a rendere vivida, toccante ed emozionante.
    Ma ecco che anche qui ritorna il tema centrale: quell'indole umana votata alla socialità proprio non riesce a vivere la solitudine di un letto di ospedale. Il protagonista inizia così un dialogo con se stesso, con quella che può essere la sua coscienza o il suo angelo custode, una figura immaginaria a cui, dopo un po', dà anche un nome. Ai limiti della follia diventa un amico scomodo, uno di quelli che ti pongono davanti a scelte profonde. Lo immagina al lato del letto e a volte il dialogo smette di essere solo mentale, accorgendosi, in piena solitudine, di dare risposte a voce alta.
    Il bello di questa presenza che accompagna il protagonista per tutto il libro è che, dopo un po', smette di apparire come una manifestazione folle e diventa una presenza fondamentale anche per il lettore, una figura con una sua personalità con cui nasce e cresce il confronto e quel contraddittorio da cui scaturiscono profonde riflessioni e acute intuizioni.
    Uno alla volta si spengono amici, conoscenti, parenti, tante sono le vittime di questa guerra al covid. Il protagonista fortunatamente si salva ma da qui si sviluppa un nuovo filone di riflessioni: sulla religione, su un Dio che siamo abituati a credere buono e misericordioso e ci si domanda come mai permetta tutto questo. Domande che tutti i credenti prima o poi si pongono e le risposte stentano ad arrivare, nascoste nelle grinze impolverate di una fede che spesso è fatta più di abitudine che non di reale scelta e riflessione.
    Insomma un libro che è un viaggio nel profondo dell'essere umano, dove non troviamo dogmi o pacate risposte filosofiche, ma solo una moltitudine di domande che stimoleranno il lettore a guardarsi dentro e a cercare nel proprio vissuto la forza per quella resilienza che ci caratterizza.
    (Norberto Loricati)



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