Genere: Noir

Trama:
Sotto una pioggia fitta e ostinata, che in aprile a Gela non s'era mai vista, un serial killer invisibile e spietato semina una scia di morte e terrore. I delitti appaiono ancor più inquietanti perché compiuti in chiesa, durante la santa messa, nella Settimana di Pasqua. Accanto ai corpi delle vittime, trenta pezzi d'argento e un santino raffigurante una delle stazioni della Via Crucis. Mentre la Polizia insegue un fantasma al quale non riesce a dare un nome e un volto, l'investigatore privato Giovanni Alma indaga parallelamente alla ricerca del colpevole e delle ragioni che hanno armato la sua mano.
Il caso del serial killer della Via Crucis, così lo ha ribattezzato la stampa, diverrà per Giovanni Alma un'indagine su se stesso, un'occasione per ritrovare quel senso della vita ormai perduto da quando lei se n'è andata. La morte ha spezzato la vita di Marella e interrotto quella di Giovanni Alma, che si è condannato all'esilio dal mondo dei vivi, vagando senza titolo in quello dei morti, alla ricerca di un'ombra muta e invisibile.

Recensione:
Un giallo italiano che, sebbene si svolga a Gela, in una realtà provinciale, ha il sapore dei noir di classe, quelli un po' grigi e malinconici: "Il sangue di Giuda" avvince e porta il lettore a interrogarsi sui temi inseriti nella trama.
Gabriele Cantella ha una scrittura scorrevole, molto descrittiva, è capace di rendere tridimensionali i luoghi e visibili i suoi personaggi, grazie a dettagli che li particolarizzano e li rendono riconoscibili. La sua penna ha anche la particolarità di indicare, per quasi tutte le sue figure, nome e cognome, quasi a volerli rendere irripetibili, forse seguendo una formalità siciliana che possiamo non riscontrare in altre parti d'Italia.
Da subito il libro attrae, con un omicidio dalla firma forte, portato avanti con spregiudicatezza, in un luogo sacro. Tante le domande che si affollano nella mente del lettore e le risposte si possono trovare solo leggendo.
Il protagonista, Giovanni Alma, è un detective privato chiuso ai sentimenti, che conduce una non vita perso in un lutto egoistico. Incolpa la compagna di essere morta, la utilizza come alibi per non aprirsi a nuove relazioni. C'è chi pensa che il suo sia il rispetto del sentimento, quando invece c'è la paura di un bambino di essere di nuovo lasciato solo. Complesso, è comunque un segugio capace e intuitivo, senza peli sulla lingua e diretto.
Accanto al protagonista si muovono di concerto altre figure, alcune davvero imperdibili per i loro vezzi, ci rendono la realtà di una cittadina dove tutti si conoscono, alcuni sono impiccioni e parlano, altri sono più restii, dando anche la possibilità all'autore di inserire momenti divertenti che stemperano la cupezza della trama, facendo sì che mai il ritmo risulti pesante.
Percepiamo Gela in modo universale, una Gotham City nostrana, coi suoi segreti, i suoi dolori e le vendette, coi suoi santi insospettabili e gli ancor più insospettabili assassini e, in questo teatro famigliare, ci soffermiamo sulle scelte, su quanto una persona possa sopportare prima che qualcosa si spezzi, portando a conseguenze senza rimedio.
Ha ragione da vendere l'autore, mostrando quanto la libertà di uno arrivi solo fino a dove incrocia la libertà di un altro. Di conseguenza le scelte del singolo influenzano altri e così via, in una catena che non si spezza.
"Il sangue di Giuda" ci lega alle sue pagine, ai suoi capitoli brevi ed immediati, per una lettura snella, ma appassionante e profonda. Sorprese, capovolgimenti, piste sbagliate e poi la verità, per un romanzo che soddisfa.
(Tatiana Vanini)

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