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La coscienza del diavolo
di Marino Massarotti

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    Casa Editrice: Gruppo Albatros Il Filo - 230 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Romanzo storico

    Trama:
    Germania, 1944. Un uomo, stretto nel suo cappotto e celato da un cappello, sta camminando sul ciglio di una strada di campagna, quando un gruppo di soldati delle SS, a bordo di un mezzo diretto fuori città, lo colpisce intimandogli di spostarsi, in quanto giudeo.
    Pochi metri e il veicolo finisce in una scarpata, mentre Frantisek continua il suo viaggio: la sua destinazione è il campo di concentramento non lontano dalla cittadina, dove si presenterà asserendo di essere atteso.
    Dal momento del suo arrivo, eventi inspiegabili cominciano a susseguirsi, senza che nessuno riesca a comprenderne la fonte o il motivo. Una domanda, però, sovrasta tutte le altre, tormentando i responsabili del lager: chi è davvero Frantisek?

    Recensione:
    Un romanzo avvincente, forte e insieme leggero grazie a una scrittura scorrevole, comoda, che è perfetta espressione di una ricerca attenta e variegata da parte dell'autore. "La coscienza del diavolo" fa riflettere, appassiona, informa e porta il lettore a farsi domande, stimolando il pensiero critico.
    Ambientato nell'ultimo anno della seconda guerra mondiale, in un campo di sterminio, da subito veniamo prima incuriositi e poi attratti dalla figura carismatica del misterioso Frantisek.
    Bastano pochi capitoli per accorgerci dello studio e del sapere che l'autore ha compiuto e inserito in un romanzo di narrativa. Mescolando storia, tratta dalle fonti, religione e teologia non solo quella cattolica, filosofia e una parte unica, nata dalla creatività personale, consegna al lettore un'opera comprensibile e profonda, ritmata e dinamica.
    Ho particolarmente apprezzato la costruzione dei personaggi principali, dotati di caratteri e indoli, strutturati e tridimensionali. Offrono i pregi, i difetti, la cattiveria e la bontà, la tristezza e la speranza, la grandezza che può rivelarsi nell'orrore o nella delicatezza.
    Viviamo l'indicibile dello sterminio nazista verso gli ebrei e tutti coloro che erano considerati indesiderabili e non utili all'economia germanica, ascoltiamo il pensiero di chi soffre, i deliri di chi gode ad infliggere dolore, vediamo chi cerca di sopravvivere a sua volta, con le divise dei cattivi, ma tentando di aiutare. Non mancano momenti di commozione e voglio sottolineare che non c'è mai, da parte di chi scrive, la volontà di indulgere in scene cruente, resta sempre corretto, dona dignità a ogni azione, per informare, non per stupire con effetti speciali che sarebbero solo svilenti.
    La concezione che Marino Massarotti ha dato al diavolo del titolo l'ho trovata non solo onesta, ma a tratti struggente. Non è un creatore di male, ma un punitore. Non è buono, per raggiungere i suoi scopi mette anche di mezzo vittime collaterali, probabilmente non innocenti, ma di tutti non lo sappiamo, e conosce l'intimo delle persone. Compie la sua missione non contro Dio, ma in concerto con Lui e, soprattutto, non è incapace di fare il bene. E' una costruzione che fa riflettere, soffermare, mi ha colpita, stupita e, perché no, illuminata. Non trovo nulla di offensivo per i credenti, è una lettura di apertura e interrogazione.
    "La coscienza del diavolo" è uno di quei romanzi che si leggono senza accorgersene, completamente rapiti nella trama, avvinti nella storia, per seguirne gli sviluppi. Si parteggia per qualcuno, ci si sente soddisfatti della punizione di altri, si soffre per l'incredibile spreco di vite umane che è storia.
    Marino Massarotti non c'è più, questo è stato il suo ultimo libro, ma leggendo "La coscienza del diavolo" ho sentito la sua voce, perché un autore non ci lascia mai. Vi consiglio di scoprirlo, sarà una lettura che vi darà qualcosa.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Quello che conta è esistere, i nomi sono solo una convenzione umana e quindi inutile.

    Sui giudizi ci sono sempre luci e ombre.

    Chi uccide un uomo è un assassino. Chi ne uccide milioni è un uomo di Stato?



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