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La vittoria dei secondi:
Accettarsi con umorismo nella corsa al migliore.

di Matteo Nepi

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 130 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Giorgio Santoro è un attore di fiction che smania di ricoprire parti drammatiche. Ha doti limitate ma non lo vuole ammettere. Non sempre l'insoddisfazione si cura con un primo posto. Nella gara del più bravo, quando i nostri egoismi si scontrano con la solitudine degli altri, fermarsi e guardarsi intorno può essere un'alternativa.
    Passai due ore ad applaudire gli altri. Furono premiati giovani attori e giovani registi. "Premio emergente", "Premio esordiente", "Premio giovani". Io non ero giovanissimo, ero già emerso e avevo già esordito. L'unica vittoria della mia vita era stata un cappello con visiera a "La sagra della patata rossa" di Colfiorito. Era il primo premio della lotteria organizzata da mia cugina che faceva parte della Pro Loco e in quell'occasione mi diedero pure del raccomandato.

    Recensione:
    "La vittoria dei secondi" è un libro particolare. All'inizio lo si guarda quasi con sospetto, poi avvince e coinvolge e, una volta finito, il giudizio è: un romanzo incantevole.
    Matteo Nepi nella sua scrittura mette tantissima sincerità. La storia da lui narrata appare così vera, così possibile, che il protagonista sta cordialmente antipatico. Giorgio Santoro è egocentrico, certo di avere tutto il talento e anche di più e non si accorge di essere il peggior nemico di sé stesso.
    Attraverso il suo personaggio principale, Nepi racconta il mondo della televisione, con il suo circo di attori, influencer, agenti e produttori che girano intorno a piccole e grandi produzioni. Lo fa in modo molto umano e genuino, quasi sarcastico, ma in modo da non dare un taglio umoristico, quanto piuttosto amaro. Occasioni da prendere, bersagli mancati e un valore importante: quello dell'umiltà. E' questo il primo insegnamento dell'opera: per essere grandi innanzi tutto è necessario imparare a essere piccoli, onesti sui pregi e sui difetti riconoscendo capacità o mancanze, per puntare sui lati forti.
    Nella sua brevità, lo scritto veleggia intorno alle 120 pagine, c'è tutto quello che serve per creare dinamiche e attrarre l'attenzione. "La vittoria dei secondi" ci permette di affacciarci sulla diversa umanità che popola le luci dello schermo e le luci dei lampioni, ovvero la normale quotidianità di coloro che non sono VIP, ma hanno molto da dire e insegnare.
    Sarà seguendo Giorgio, al quale man mano guardiamo con più affetto e comprensione, che scopriremo il suo mondo da attore "ciliegio", per poi aprirsi e conoscere coloro che la televisione la guardano.
    Grazie ai personaggi che l'autore crea e rende profondi e reali, leggendo ci si appassiona alle vicende, si prova empatia, entrando a pieno titolo in una storia che accoglie e fa riflettere insieme.
    "La vittoria dei secondi" si può benissimo collocare nel genere formativo, al suo interno c'è un percorso, che non è facile, né veloce e magari non sarà nemmeno duraturo. Anche qui c'è la sincerità di chi scrive: il suo protagonista non è un eroe sempre nel giusto, ma fallace, umano, che cade, striscia, sbatte il muso, ma qualcosa apprende, perché delle buone qualità le ha e inizia a cambiare.
    Incanta seguire Giorgio, e accostarsi alle altre figure ci ricorda che, di chi ci sta vicino, non conosciamo mai tutto, questo vale per i rapporti duraturi e ancora di più per gli incontri fugaci. L'intimo delle persone ha profondità incredibili, ogni conoscenza dovrebbe essere impostata sul rispetto, non sul giudizio.
    Alla fine ero così coinvolta nella narrazione che, girando una pagina e vedendo la scritta FINE, sono rimasta male. Avrei letto ancora di questo autore dalla penna carismatica.
    "La vittoria dei secondi", dove le belle storie sono intorno a noi, basta avere occhi per vederle e cuore per recepirle.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Guarda avanti, ci sono tante opportunità se sai reinventarti. Se invece stai lì rancoroso col muso lungo a fare il prezioso, risulti solo antipatico e non ti fila nessuno.

    Con gli anni si cambia o ci si rincoglionisce.



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