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Le parole empatiche
di Mariangela Cutrone

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    Casa Editrice: Rossini Editore - 92 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Poesia

    Trama:
    "Le Parole Empatiche" è una raccolta di "parole tradotte in versi" che trasudano empatia, passione e amore per la vita e l'Altro. Attraverso un viaggio denso di emozioni, l'autrice ha messo "nero su bianco" tutti gli stati d'animo provati nel confrontarsi e scontrarsi ogni giorno con l'Altro il quale, come uno specchio, ci rimanda inevitabilmente l'immagine di noi stessi. Si affrontano tematiche che parlano di vita attingendo all'esperienza, agli errori commessi, alla gioia di vivere e al coraggio di perseguire dei sogni non ordinari grazie ai quali abbracciare la serenità tanto agognata. L'intento è far vivere al lettore uno stato di beatitudine tramite cui immedesimarsi nelle emozioni che suscitano, anche quelle contrastanti e discordanti, quelle che si faticano ad accettare. "Le Parole Empatiche" parlano di vita pura e vissuta a pieno senza "se e ma".

    Recensione:
    "Le parole empatiche" di Mariangela Cutrone è un versificare nel segno della luce contrapposta alle Ombre, della partecipazione a un viaggio di ritorno all'origine, nella forma di un futuro che non tenta scioglimenti ma vibranti abbandoni di uomini e donne nel legame fiducioso del proprio esserci perché naturalmente interroganti, perché riscoprano in sé la Pura Vita, la Bellezza Pura, la Beatitudine (parole messe in evidenza dall'iniziale maiuscola perché non siano solo parole) e, nell'abbandono del Nulla e del Caos che li circonda, alla ricerca di una Luce Nuova, non dimentichino di alimentare il Fanciullino che, con la sua meraviglia, alberga da sempre nell'animo umano.
    La parola, in questi versi, è semplicemente accompagnata, ma liberata con determinazione nella maturità di una persistente e rinascente infanzia dell'uomo che sa delle Ombre eppure, attraverso la melodia di un canto, sa ritornare come da un sogno dimenticato e percepire la visione di un altrove dove più alte rinascono le parole che, libere vengono incise sulle pagine bianche di un Futuro senza "se" e "ma": sono i segni e i semi di un io sorgivo che rappresenta noi tutti.
    Ed è la narrata quotidianità di un qualcosa di ineluttabile e di imminente, di cui la Cutrone avverte tutta la necessità etica, che va a sciogliersi nella fantasia di vita di ognuno di noi, colto negli intrecci e negli accostamenti di una reciproca, speculare, incarnazione.
    La sottile provocazione fa tutt'altro che riferimento ad una prospettiva, è un invito a guardarsi dentro e ad affrontare tutte le contraddizioni che vivono con noi, ogni giorno.
    Le varie composizioni presenti in quest'opera, composta da tre sillogi distinte ma fortemente legate, sono disciplinate da una sorta di grammatica esistenziale, fatta da semplici ed universali regole volte all'immedesimazione emozionale.
    Nessuno può scegliere dove e quando nascere né quando e come morire, ma tutti noi abbiamo la possibilità di scegliere se vivere o semplicemente esistere; questa è la scelta più importante che possiamo fare ora perché la vita non si perde solo quando si muore, la vita si può perdere anche continuando a vivere: questa è la cosa più triste che può accadere ad un essere umano. Allora l'Autrice ci suggerisce di indossare nuove lenti con cui guardare il nostro mondo interiore e quello esterno a noi.
    Se e quando ci accorgiamo di essere fra quelli che sopravvivono, diamoci una scossa: è arrivato il momento giusto per cambiare la nostra condizione, per cominciare finalmente a dire di si alla vita e capire che la Vita Vera, la Beatitudine vera sono tutte quelle cose che scorrono sotto i nostri occhi mentre siamo distratti o occupati a fare altro.
    Siamo poveri nell'arte dell'empatia, una parola bellissima che dobbiamo riscoprire e che ci lega nuovamente al mondo della cultura e della musica. Buffo vero? Sì, perché la parola empatia era in origine utilizzata per definire il rapporto emozionale di partecipazione che legava l'autore-cantore al suo pubblico.
    L'empatia che ci trasmette quest'opera è il mettersi a nudo e nei panni dell'altro, senza temere che finisca per annullarci, mitigando le nostre specificità. Anzi, ci rendiamo conto che l'empatia è un'arte preziosissima, ci può permettere di arricchire la nostra persona nutrendosi delle diversità che ritroviamo nell'individuo che ci sta accanto. E se faremo questo, magicamente, ci renderemo conto di riuscire ad accettare molto di più la vita di tutti i giorni, mettendo da parte l'odio e la voglia di criticare, tutto e tutti: due fra i mali più gravi di quest'epoca. Mariangela Cutrone ce lo dice, questo non è solo un problema di buon vivere, ma piuttosto un vero e proprio indebolimento della comunità nella sua interezza. Perché il passaggio dal costruire muri fra le persone, talvolta persino molto più vicine e simili di quanto si pensi, al costruire dei muri fisici, è davvero brevissimo. E molto spesso ce ne si accorge troppo tardi poiché questi muri, spacciati per strumenti di difesa, finiscono quasi sempre per ghettizzare, indebolire e mettere da parte chi si trova all'interno di quelle mura.
    La poesia di Mariangela Cutrone è pervasa di melodia, è musicale, i suoi potrebbero essere benissimo testi di canzoni d'Autore, peraltro, la musica è una forte componente per la Cutrone poetessa, ne è prova la playlist riportata in coda.
    E' stato veramente un piacere leggere quest'opera, mi auguro vivamente che non resti "figlia unica".
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    Le tue parole in libertà
    sono un invito a riemergere
    sono le nostre alleate
    sono armi potenti.
    (Da "Parole in libertà")

    Chi vive con l'arte nel cuore
    guarda il mondo con pura meraviglia come quella dei bambini
    che scoprono il mondo
    vivendo il loro tempo
    attraverso innumerevoli "prime volte".
    (Da "Il tempo degli artisti")

    Attraversi boschi, foreste, paludi
    hai fame di vita e sete di emozioni
    sei stanco di sentirti morto dentro prigioniero in una gabbia
    soffocato da una maschera pesante.
    (Da "Sogno")

    Quanto orgoglio gratuito
    si spende inutilmente
    eppure basterebbe
    guardarci negli occhi
    e rintracciare nello sguardo come in uno specchio
    le ennesime paure
    le medesime illusioni.
    (Da "Le distanze")

    Sei solo tu a decidere se esserci o non esserci.
    (Da "Esserci comunque")



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