Genere: Fantascienza

Trama:
E' una strana e troppo fredda sera d'autunno, il mondo viene scosso dalla notizia di una scoperta scientifica sconvolgente: Dio non esiste. Iniziano il caos e il disordine che investono in maniera repentina il protagonista del romanzo. Il reale cambia drasticamente, e non vi è più morale nè legalità; in assenza di Dio, della sua primigenia forza legislativa, tutto è permesso. Dilaga, in assenza di regole, l'anomia assoluta, la guerra di tutti contro tutti, mentre esplode il travaglio interiore di Francesco, ex restauratore, vittima di un duplice e perverso gioco della parti ordito da due donne, Lucia e Margherita, simbolo dell'eterna lotta tra la banalità del bene e la radicalità del male. Questo sullo sfondo di una dittatura militare e dell'esercizio di un forza bruta che cercherà, invano, di rimettere ordine in un mondo ormai abbandonato dall'idea del divino. Certamente un romanzo distopico, anomico, comunque in grado di dimostrare quanto sia irrinunciabile per ogni uomo il concetto di assoluto, il proprio senso profondo, la rassicurante presenza di un Dio, qualsiasi Dio, che promette l'esistenza di Qualcosa di superiore, di uno Scopo alto, di una Giustizia Suprema. Un romanzo in grado di dimostrare, senza alcuna possibilità d'appello, quanto l'uomo, nonostante tutto, sia ancora incapace di costruire un mondo che basti e dia un senso a se stesso.

Recensione:
Un romanzo distopico, dinamico, che corteggia la violenza e la disillusione, mostra il peggio dell'umanità e, così facendo anche la parte che si salva. "Maktra" parte da un assunto, che è anche una domanda: se ci fosse la prova della non esistenza di Dio cosa accadrebbe? Davvero l'uomo per essere giusto e per bene ha bisogno del miraggio del premio e dello spauracchio del castigo? Nel romanzo che andrete a leggere, con la non esistenza del Padre celeste, buono e giusto, i disordini dilagano. Riccardo Jevola ha una scrittura che corre, sensazione data soprattutto per l'uso dei dialoghi da parte dell'autore. Tantissime sono le parti discorsive, decisamente in maggioranza rispetto alle semplici descrizioni e alla narrazione. Questa scelta stilistica rende il romanzo particolarmente dinamico, fruibile con immediatezza. L'autore utilizza i dialoghi molto bene, senza mai inficiare la comprensione della storia, anzi il tutto ha un sapore cinematografico, come se si stesse assistendo a un film. "Maktra" ha così le sembianze di un copione, di un testo non solo da scoprire, ma da recitare. I personaggi, sebbene siano presentati al lettore con descrizioni scarne, essenziali e minimali, proprio per l'impostazione discorsiva dell'opera, risultano però leggibili e comprensibili e lasciano spazio anche al tranfert empatico. Tanta disperazione si riscontra nelle figure del romanzo, ma in fondo c'è ancora la voglia di vivere, sereni il più possibile, anche se si pensa di non meritarlo fino in fondo. "Maktra" è scritto di incontri, di azione, di tensione, di violenza e atti altruistici. Racconta un mondo impazzito, dove i topi ballano e sballano per la certezza dell'assenza del gatto supremo. Possiede tanta profondità ed è impossibile leggerlo senza interrogarsi: come ci comporteremmo noi di fronte alla inesistenza del divino? Perché ciò comporta nessun castigo, sì, nessun premio, certo, ma sopratutto una sola certezza, la morte e dopo nulla, finito, punto. Una sola vita da vivere. E allora? Forse riusciremo a stare nel presente? Saremo meno ipocriti e più sinceri? I buoni saranno davvero buoni e i cattivi si toglieranno la maschera? Interessante è vedere come, tramite lo strumento narrativo, l'autore esplora un argomento filosofico, rendendolo accessibile a tutti. Intrigante, sconcertante, "Maktra" vi farà pensare.
(Tatiana Vanini)


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