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Scommetti che prima o poi divento ricca?
di Alessandro Coppola

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    Casa Editrice: Pav Edizioni - 64 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Poesie

    Trama:
    Gli insulti li ho copiati dalla mia ex di questi tempi non si butta via nulla.

    Recensione:
    "Scommetti che prima o poi divento ricca?" di Alessandro Coppola è una silloge che inganna il lettore il quale non deve mai limitarsi alla superficie delle cose, alle apparenze od alla prima impressione. Da donna, inizialmente e a una lettura veloce, mi sono sentita offesa e infastidita dalla ripetizione di termini e locuzioni esplicitamente "triviali" al punto di essere tentata di rifiutarlo drasticamente. Questo mi ha fatto sentire una falsa moralista, che considera il turpiloquio sempre puro e gratuito ma la volgarità è ovunque intorno a noi e, se ci fermassimo di fronte allo scoglio del "parlar sporco", saremmo costretti a marchiare anche gran parte dei nostri classici da Omero a Dante, Boccaccio, Shakespeare...
    Ebbene, ho scacciato questo primo impulso e, rileggendo questa breve raccolta, ho dovuto ricredermi perché mi sono trovata davanti a momenti di esistenza in cui affiorano l'anima, la paura, la radicata fragilità, l'immensa solitudine e il lacerante disagio e nichilismo che Alessandro urla a modo suo attraverso una scrittura ironica, pungente, diretta e dirompente. Che cosa "rompe" tra gli equilibri consolidati della nostra quotidianità? Affronta e "dirompe", cioè sgretola conformismi, ipocrisie, volgarità, furti psicologici, inganni mediatici, egoismi dissimulati da filantropia; le violenze soggettive, gratuite, dovute all'incarognimento dei rapporti interpersonali. Con parole semplici e precise: disvela l'estrema solitudine dell'uomo contemporaneo.
    Questo libriccino smaschera l'orrore del mondo, l'incapacità degli uomini di convivere armonicamente. Alessandro non sa e non vuole dare ricette "sentimentali" e illusorie per il recupero del senso delle cose e delle persone: si vive e si continua a vivere, insieme o da soli, e in fondo non si capisce perché. La cosa certa è che si soffre e le poesie diventano pietre che il Poeta scaglia senza caricarle di finalità, rivendicare riscatti o epifanie in una continua ricerca di qualcosa che non sia provvisorietà, precarietà, nichilismo.
    C'è speranza? Chissà, forse sì.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    Nei giorni feriali edificavo un piano perfetto per rivoluzionare la mia vita, nei giorni festivi pensavo che sarebbe crollato tutto come un castello di sabbia sotto il sole.

    Sto impazzendo a vivere in questa anestetica tranquillità.
    Non sono capace di dire bugie.

    Siamo stati battezzati nel nome del Dio con olio esistenziale estratto dalla malta bastarda dei cantieri.

    E poi un'altra giornata riparte, all'insegna della felicità del mio capo che emette fatture come foglie che cadono in autunno.
    Io vivo la mia vita da solo. Come una bestia fra montagne di cemento.

    Nel tramonto dei tuoi occhi mi sono riflesso per un ultimo istante.
    Ho ucciso l'amore così tante volte che le donne lo sanno già che non possono essere felici con me.
    Se le comunicano tra di loro con le antenne come fanno le formiche."



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