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Io sono il guardiano
di Agrippino T. Musso

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    Casa Editrice: Bookabook - 191 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Gialli

    Trama:
    Via Po 27/c è scossa dalla morte della splendida Lucy, uccisa tra le eterne statue del Museo Egizio. Da subito le indagini coinvolgono un variegato e anticonformista gruppo di persone: il testardo Vice Questore Aggiunto Andretti, la Maga Pentesilea, il sardonico Marius, cinque adolescenti sovversivi e sognatori; ma soprattutto Ikkyo, che di questo luogo è il Guardiano e il narratore, e che racconta l'umanità meschina e meravigliosa che vive in questo luogo del cielo chiamato Torino. Cosa significa tutto ciò, lo dimostreranno le loro peripezie poliziesche e filosofiche all'interno della città e dei suoi misteri, dentro ai cunicoli dell'anima dove convivono vita e morte, logica e caos.

    Recensione:
    "Io sono il guardiano" è un romanzo che si colloca a metà tra il genere giallo e quello di formazione. Confidenziale, amichevole e confortevole da subito, non è solo un mistero intrigante, ma un viaggio dentro l'uomo e attraverso le connessioni universali, usando il tramite delle antiche arti marziali e delle percezioni esoteriche, le cui origini sono altrettanto perse nei petali del tempo.
    Musso ha una penna sciolta, agile, a tratti carezzevole come una poesia, in altri forte, strutturata, decisa, in altri ancora empatica, commovente. E' bello seguire le parole, incantevole direi, precipitano il lettore nel libro, nei cortili dove vivono e si muovono i personaggi che assurgono alla tridimensionalità di persone vere, con passioni, dolori, conflitti, rapporti positivi e non, tutta la varia umanità che diviene vicinato e abitanti di una stessa città. A questo aggiungete il teatro del luogo più magico della terra, Torino, ben presente coi suoi segreti sotto terra e sotto il cielo, e viene facile che questo libro racconti qualcosa di speciale.
    Il giallo che fa ruotare la trama è curioso ed intrigante, un delitto complicato che appare di semplice soluzione, ma, ovviamente, con la morte, come con la vita, non c'è nulla di banale. Il museo egizio, una stanza particolare sotto l'occhio delle telecamere, un numero circoscritto di indiziati, Musso mette in scena una variazione del più classico ed amato dei delitti narrativi: una camera chiusa, senza serrature che scattano se non quelle mentali. Una donna bellissima è morta e scoprire in chi si è mossa la passione più cieca e definitiva sarà un vero rompicapo, un'indagine che coinvolgerà personaggi e lettore sul filo dei minuti.
    Il protagonista, detective dilettante, è il guardiano che titola l'opera, e che si erge anche a narratore: Ikkyo, un nome particolare, con una storia dietro. E' un uomo speciale Ikkyo, nel quale è possibile riconoscere in alcune caratteristiche l'autore stesso, grazie alle note biografiche; conosce il dolore, sa cosa significa perdersi dentro se stessi, escludere il mondo esterno e lo scorrere del tempo. Eppure sa anche come rinascere, ritrovarsi, ricostruirsi e imparare a guarire, un mutamento che parte da lui, ma si realizza solo tramite gli altri, incontri speciali, ognuno fondamentale per indicare la via. Ikkyo si apprezza particolarmente, eppure nel romanzo sono tante le figure stravaganti, ma concettualmente profonde e fondamentali che andiamo a conoscere. Bizzarri, descritti con bravura, i personaggi non stancano, anzi incuriosiscono e divengono ulteriore spinta a continuare la lettura.
    Nell'evoluzione della storia, di pari passo all'indagine criminale, nasce e monta tutta una serie di concetti che insegnando, invitano alla riflessione, naturalmente. Elementi saggi, piccole pietre sul sentiero della conoscenza che non stonano con l'insieme dello scritto, ma lo arricchiscono, per offrire al lettore un qualcosa in più.
    "Io sono il guardiano" è un romanzo che accoglie in sé diversi sapori, per accostarsi a differenti gruppi di lettori, legati fra loro dalla curiosità, dalla voglia di approfondire, dall'apertura mentale verso nuove esperienze e concetti. Unendo in modo armonico personaggi di generazioni diverse, storie varie che hanno portato a realizzazioni disparate, offre ottimi agganci anche per i ragazzi. I lettori più giovani si troveranno accolti e partecipi, anche nel linguaggio sciolto dove non manca un slang di colore e nell'uso della tecnologia; i più esperti ritroveranno espressioni dialettali, canzoni e momenti di approfondimento, nei quali ameranno immergersi.
    "Io sono il guardiano" ha il mistero del giallo, la tensione e l'azione propria della letteratura criminale, il tempo della calma e dell'apprendimento grazie alla disciplina marziale e al pensiero filosofico. E' facile imbattersi nel testo, in tante frasi che suscitano un qualcosa di speciale, una risonanza intima, che si vorrà fermare per tornarci sopra. Lettura che si si beve, ma anche libro da riprendere, passata la foga della sensazione, per concedersi un viaggio più riflessivo ed introspettivo.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Non voglio essere specialista di niente. E aspiro infantilmente a sapere tutto.

    A volte le cose ti si presentano in una visione, o vibrazione chiara e netta. A volte è solo un battito d'ali. Gelido. E non si può che aspettare che accada.

    C'è chi ha la ricchezza e chi la bellezza. Chi l'intelligenza e chi uno sguardo miope. E il mondo è solo un limite.

    L'ottusità distrugge la bellezza.

    Un omicidio è un atto terroristico, sono uguali nell'essenza: portano orrore e disordine. Angoscia e morte.

    Il sonno della ragione genera passioni, e le passioni non realizzate nella loro bellezza sono i nostri mostri.

    Pur di non affrontare la vera radice della nostra sofferenza, siamo disposti a tutto. A spingerci fino all'assurdo. Cerchiamo risposte di ogni genere e tipo. E le troviamo anche. Ma non scendiamo mai, nei sotterranei di noi stessi. Dove sta l'autentica risposta.

    Non si può andare contro se stessi. Questo ci distrugge.

    Noi donne dovremmo imparare, prima o poi, a non volere o sperare che l'altro cambi. E soprattutto a riconoscere e a non minimizzare la violenza degli uomini che incontriamo.



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