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Genere: Narrativa

Trama:
Liam Murphy, quarantenne newyorkese di origini irlandesi, abituato a muoversi nel competitivo mondo della finanza, ha nella pesca a mosca il suo metodo per estraniarsi dal caos metropolitano. Divorziato da poco, sta rischiando però di scivolare verso un futuro di solitudine sentimentale. Ecco allora la folgorazione: dopo una notte passata con Susan, affascinante escort che si rivelerà una sorta di musa ispiratrice, decide di partire per la Patagonia, proprio dove suo bisnonno Kevin era misteriosamente scomparso un secolo prima. Pescando nelle incontaminate acque dell'Argentina e del Cile, Liam incontrerà persone speciali che lo riconcilieranno con le cose semplici della vita, ma, soprattutto, incontrerà Irene, giovane donna di discendenza Mapuche, che l'altro fiume, immagine metaforica che percorre le pagine del libro sino alla conclusione, trasporterà tra le sue braccia.

Recensione:
Un libro dove confluiscono diversi sapori: la passione della pesca, l'amore per la cucina e il cammino dell'individuo atto ad una ricerca di miglioramento.
La scrittura di Ezio Maciotta è fluida: notevole è l'influenza delle sue passioni e conoscenze che trovano risalto e concretezza nella trama.
C'è da dire che, a volte, i richiami culinari risultano ridondanti, troppo abbondanti. Se all'inizio possono incuriosire, a lungo andare entrano un po' in conflitto con la storia, rallentandone il ritmo e la presa sul lettore. Certo è che se questo scritto capita tra le mani di un appassionato di arte culinaria, spunti e descrizioni possono trovare terreno fertile in un amore condiviso.
Anche la pesca è protagonista, anzi, la passione del protagonista per la pesca alla mosca e un incontro fortuito e felice, sarà proprio il motore che darà il via al cambiamento, combinando ricerca e passione sportiva.
Uno sport che non manca di estimatori, nel romanzo viene descritto con attenzione e cura, con dovizia di nozioni che risultano interessanti e stimolanti anche per chi della pesca non sa nulla. Incredibilmente ci si trova coinvolti, stuzzicati, grazie anche all'unione con teatri suggestivi e posti che sarebbe bello visitare in vero, dopo averli esplorati con i personaggi e le scene che la scrittura riesce a suscitare nella mente.
Il protagonista, Liam, è reso con cura e nel romanzo possiamo apprezzarne l'evoluzione di carattere, e la crescita personale. Inizialmente Liam è un uomo inquieto, un quarantenne che non si sente soddisfatto e subisce i contraccolpi di un matrimonio finito. Ci accostiamo a lui con un po' di diffidenza, non riuscendo appieno ad entrare in comunione con il suo essere, ma la decisione di partire e il conseguente viaggio, mostreranno lati apprezzabili, profondi.
Le figure che gli si accostano avranno da condividere esperienze e racconti, dolori e volontà di riprendersi, lo aiuteranno con le loro testimonianze a trovare un diverso equilibrio, un modo nuovo di accostarsi alla vita, che lo renderanno agli occhi del lettore più vicino.
Stuzzicante è la ricerca delle tracce del bisnonno di Liam, un mistero che si avvolge nella storia e che, ponendosi accanto alla nascita di un nuovo amore, permette di riflettere su quanto a volte sia importante riallacciarsi col passato, riempire i vuoti, per poi trovare nuovo corso e linfa per affrontare il presente e incamminarsi nel futuro.
La vita è un fluire. Come un fiume nasce, affronta ostacoli, anse, a volte è un cammino lieve, altre periglioso. Ci saranno momenti in cui galleggeremo leggeri, altri nei quali ci verrà richiesto di immergerci in profondità.
In "L'altro fiume" ci sono fiumi veri, pescosi, indomiti, e fiumi metaforici, eppure altrettanto reali e capaci si farsi sentire.
Ezio Maciotta con la sua storia ci offre la possibilità di andare via, svagarci, fare nuove esperienze e, perché no, cambiare un po' anche noi stessi.
Un'opera prima suggestiva.
(Tatiana Vanini)

Citazioni da questo libro:
Il tempo passato pescando non è tolto alla vita.

Gli incontri sono come i viaggi, i migliori sono sempre quelli che non hai previsto.

Oltre qualcosa c'è sempre qualcosa.

Siamo noi stessi che ci poniamo dei limiti, non addentrandoci in territori ignoti per paura di perdere il controllo.



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