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Le ombre del passato
di Stefania Milano

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    Casa Editrice: Elison Paperback - 110 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Clara è un'adolescente insicura con un dono particolare: visioni e apparizioni che iniziano con una sorta di raptus e che le indicano ciò che dovrà accadere. Maltrattata sin da piccola dalla propria famiglia, cresce con la consapevolezza che la sua casa è un luogo dell'orrore in cui non ci sono limiti alla crudeltà. Violentata dal padre e costretta a prostituirsi prima per divertimento, poi per necessità economica, ignorata dalla madre che subisce le azioni del marito, e derisa dai fratelli. Un giorno viene venduta a Don Calogero, il potente boss che gestisce gli affari della città. Un affare che permette al padre di ripagare i propri debiti. Ma Clara non ci sta. Decide di fuggire da una madre disinteressata, una padre depravato e da fratelli criminali. Si trasferisce a Milano con la sua migliore amica per intraprendere una carriera nel mondo della moda. Riesce a fuggire dalle grinfie di Don Calogero, e sente di avere finalmente davanti a sé una nuova opportunità di vita. Clara, pur convivendo con ombre di un passato difficile, diventa una donna d'affari conquistandosi sicurezza e stima. Ma dalle ombre del passato è impossibile fuggire. Alle volte ritornano con un conto salato.

    Recensione:
    Mi sono avvicinata al romanzo d'esordio di Stefania Milano, "Le ombre del passato" piena di curiosità e con grandi aspettative: il breve accenno alla trama pubblicato sulla pagina Facebook che lo presentava faceva pensare a una storia piena di suspense che si sviluppava attorno a temi profondi e scottanti (l'abuso, l'incesto, la violenza, il trauma) ai quali sembravano aggiungersi elementi a cavallo fra l'horror e il sovrannaturale che generalmente apprezzo molto. Insomma, una lettura che sembrava avere tutte le carte in regola per tenermi col fiato sospeso.
    Purtroppo così non è stato. La storia è sicuramente ambiziosa e piena di spunti interessanti, ma procedendo nella lettura sono rimasta sempre con la sensazione di trovarmi davanti a una sorta di "racconto grezzo" ancora da cesellare, i cui elementi di forza non sono stati evidenziati e sviluppati abbastanza da suscitare nel lettore il coinvolgimento emotivo necessario a farlo entrare davvero nella storia. La vita di Clara è dolorosa, cupa, segnata dall'abuso, dalla violenza e dalla solitudine, ma l'autrice la racconta quasi come se fosse una favola, con una narrazione di superficie che non scava, non approfondisce, né suggerisce al lettore l'esistenza dell'insondabile profondità della disperazione che, specialmente in alcune scene, una protagonista credibile dovrebbe aver sperimentato. Il linguaggio è fin troppo semplice e privo di quella forza evocativa capace di entrare in sintonia con le esperienze del lettore e di affascinarlo.
    Anche la fabula è a mio avviso assai poco credibile: l'ascesa di Clara dagli ambienti più poveri, sordidi e depravati di una Sicilia ancora soggetta a figure maschili del tipo padre-padrone fino al vertice della piramide sociale, tanto da possedere una Mercedes con autista ed essere comproprietaria di un palazzo a Milano (!) non è raccontata né suggerita, nonostante sia così insolita da essere accettabile, per il lettore, solo quando fossero esplicitate le circostanze eccezionali (ed evidentemente legate agli altri elementi della storia) che l'hanno resa possibile. Le strane "visioni" che la accompagnano sin da ragazzina sono narrate anche nel prologo, quando la protagonista ha ormai quarant'anni, come se le capitassero per la prima volta e lei non avesse assolutamente idea di cosa stia succedendo. Infine, l'ambiguità che pervade tutte le figure di questa storia, anche le "migliori" (Roberta, l'amica più cara, e Francesco, l'uomo bello, ricco e senza scrupoli di cui Clara è da sempre innamorata) è solo suggerita e data in pasto al lettore come ulteriore elemento di confusione, che nulla aggiunge al valore della storia.
    Un romanzo ricco di potenzialità, dunque, ma a mio avviso troppo semplicistico e superficiale per risultare interessante al lettore.
    (Cristina Quochi)



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