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Genere: Noir

Trama:
E' una sera calda del giugno del 1965. Nell'isolotto di Ortigia l'aria è ferma. In un appartamento in via Torres viene ritrovato cadavere Emanuele Mangiafico "anni 33, come Cristo, ma coniugato" precisa il brigadiere Melluzzo. E' stato picchiato fino alla morte. Dopo aver mosso tre passi nella penombra, Portanova cerca a fatica di raccogliere le testimonianze degli inquilini dello stabile, quasi tutti votati a essere uomini d'acqua salata. A indagine in corso, la prima sospettata è la moglie Apolline Martin, francese dalla pelle dura. Tuttavia, la donna è stata vista lasciare la città molto prima che il pasticcio si verificasse. Tracciando il solco sulla vita della vittima, Portanova cerca a fatica di ricostruire il passato ambiguo di Mangiafico, ambiguo come quegli uomini che, pur di sbarcare il lunario, accettano di fare qualsiasi cosa e per chiunque, senza scrupoli. Nel frattempo, due eventi interrompono la recherche: sul Palazzo di Città dei teppisti scrivono a caratteri cubitali frasi fasciste, mettendo in imbarazzo gli inquilini del Municipio. Poi, una anziana donna di origini ebraiche viene ritrovata carbonizzata nella sua abitazione, una catapecchia rimasta in piedi per miracolo e scampata alla febbre edilizia che ha visto la zona nord della città soffocata da chili e chili di cemento. A causare la morte della donna è stata una vecchia stufa. Nessun delitto, nessun misfatto. Portanova, poliziotto navigato e malinconico, sarà coinvolto in questo tris nero come la notte che renderà Ortigia teatro macabro di una vergogna tutta italiana.

Recensione:
Un noir snello, che si legge con piacere e vivo interesse: "Più nero della notte" rappresenta un nuovo caso, complesso, per il commissario Portanuova.
Ambientato a Siracusa, spostato nel passato sul piano temporale, è il quarto romanzo della serie. Possiede alcuni rimandi a vicende che hanno trovato evoluzione nei precedenti romanzi, ma resta ben chiaro che, essendoci in questo libro una trama indipendente, anche chi per la prima volta si accosta a Portanuova, potrà comprendere tutto.
La scrittura di Minnella è scorrevole, a tratti profonda e meditativa, con un fondo agrodolce. Le parole corrono e la narrazione in prima persona affidata al protagonista, il commissario Portanuova, ci permette di conoscerlo intimamente, di vedere l'uomo sotto la divisa, di entrare in contatto con tutti i dubbi e le fragilità che, da funzionario capace, non può mostrare alla luce del sole. Non si può non apprezzare quest'uomo complesso, pieno di dolore, che fuma sigari e che apprezza troppo la solitaria compagnia della bottiglia. Per dimenticare, per sopportare, ma soprattutto per riempire un vuoto che rischia di inghiottirlo. E' attento, scrupoloso e possiede un cuore ed un'anima con la quale il lettore entra in connessione, muovendosi al suo fianco per le strade di Siracusa.
Il tempo della narrazione è il 1965. L'autore, mediante agganci storici, rende il periodo tangibile ed individuabile; utilizzando dei termini dialettali ci regala il colore e la tipicità della città, senza rendere difficoltosa la comprensione. Con naturalezza ci ritroviamo spostati in un tempo che pure sentiamo vicino, nostro, perché le miserie umane non hanno età né periodo. I delitti c'erano ieri, ci sono oggi e sicuramente anche domani, e di morte in questo libro si parla.
Un cadavere trovato e l'indagine parte, con la ricerca di prove, col lavoro di strada a raccogliere voci, parlando con testimoni e gente informata sui fatti. Nel romanzo troviamo tratti che abbandonano la prosa canonica per addentrarsi invece nella struttura del documento ufficiale. Stranianti da trovare, questi pezzi sono però suggestivi, precisi, dalla cadenza legittima. Ben inseriti e contestualizzati, il lettore si trova ancora più coinvolto.
Tanti punti oscuri e per il commissario non c'è pace perché altri fatti criminosi di diversa gravità reclameranno la sua attenzione. Un'indagine difficile e tante sorprese, tengono desta l'attenzione e la voglia di capire. Importantissimo sarà comprendere il fattore umano, e contestualizzarlo nel tempo, dando ad ogni personaggio la corretta parte in causa.
In "Più nero della notte" le figure create dall'autore ci parlano, raccontando della lotta eterna degli umili per avere qualcosa in più; dei cattivi che in realtà cattivi non sono, ma disperati sì. Inadeguatezze che si sommano, il caso che ci mette lo zampino e il noir è servito.
"Più nero della notte", un titolo che non è casuale e trova la sua puntuale chiarificazione nel testo, per un lettura che regala emozioni. Portanuova diventerà un amico che si avrà voglia di incontrare ancora.
(Tatiana Vanini)

Citazioni da questo libro:
Se solo si potesse fare lo stesso con certi dolori, ficcarli in tasca e continuare a camminare.

Uno è astemio o non lo è. Coi delitti è la stessa cosa: o uno è colpevole o non lo è.

La fiducia è facile da avere, quando non bisogna fare i conti con il passato.

Quando uno ha preso la strada dell'aceto, indietro non ci torna.



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