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Genere: Narrativa

Trama:
Chiamarlo libro di fiabe forse è azzardato, è semplicemente una raccolta di esperienze e di conoscenze vissute in prima linea; la fiaba che ne scaturisce è il primo genuino e integrale strumento di conoscenza dell'anima. L'anima dei bambini parla sempre chiaro, netto, pulito, dice la verità, non conosce trabocchetti o sotterfugi e chi sa coltivarla, da grande acquisterà saggezza conservando l'innocenza del bambino che è stato.

Recensione:
Il titolo e la copertina di "Sotto il glicine", raccolta di dieci racconti di Maria Eleonora Ratti, ci riportano a qualcosa di elegante, fragile, forse un po' passato di moda; raccontano di un garbo, di una delicatezza che, sempre più spesso, vengono messi da parte per far posto alla faciloneria, alle cose urlate e buttate lì. L'immagine che mi trasmettono è quella di belle tazze di Limoges, con un disegno che richiama i fasti di un impero che esiste solo per chi ha abbastanza fantasia per rammentarlo e fare propri quei chiaroscuri che animavano i salotti più intimi, dove storie vere venivano raccontate e ricamate così tante volte da assumere i contorni della fiaba o della leggenda. Immagino ciascun racconto come una di queste tazze che attende, paziente, le mani di chi, lì accanto, sta avidamente leggendo: attende che la raccolga per lasciarsi scaldare le membra da una delicata tisana, il cui gusto accompagna il viaggio della mente infervorata dalla lettura. Tutte queste suggestioni, profumi e sapori si ritrovano, insieme a tante altre coloriture, in questa bella raccolta di racconti di Maria Eleonora. I racconti sono piccole e magiche storie riportate con garbo moderno ma con un forte legame col passato, in cui episodi della fanciullezza e ritratti di vita familiare non rimangono elementi astratti ma si animano di ricordi, pensieri, anche speranze. I diversi attori, resi come presenze quasi tangibili, sembra abbiano il potere speciale di modificare la realtà, e al lettore viene chiesto solo di fidarsi, farsi condurre in un gioco di specchi fino a perdersi in un mondo che affascina e fa riflettere, non resta altro che lasciarsi scivolare in questa sorta di mondo fatato, pur essendo estremamente reale e a volte duro come solo la vita sa esserlo, creato abilmente da Maria Eleonora, sino a prendere commiato, con un po' di rimpianto per la fine della bella lettura, insieme al glicine che diventa un teatro in cui l'Autrice commemora qualcuno che è scivolato via, ma che resta vivo nella penombra dei ricordi e, come i personaggi dei racconti della raccolta, non se ne va: resta legato, da un tenace filo invisibile, a chi è rimasto a tessere ricordi, perché il passato non scivola via invano e non se ne va per sempre, è solo un'altra faccia della realtà che conosciamo.
(Luisa Debenedetti)

Citazioni da questo libro:
Io passavo il tempo tra le braccia forti del nonno che immaginavo fossero quelle del mio papà. Noi due piangevamo in silenzio e nessuno pareva si accorgesse del nostro dolore.

Era bella, molto bella, anche quando la malattia la cullava, persa nei pensieri di ragazza corteggiata...

Siamo tutti concordi nell'asserire che la casa di nonna Lia sia il miglior elisir di lunga vita, invecchierà con noi e noi con lei, insieme con il glicine, il mio.



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