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Sottovoce.
La mia lotta contro i disturbi alimentari

di Sabrina Zardoub

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    Casa Editrice: Porto Seguro - 172 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Biografia

    Trama:
    Sottovoce. La mia lotta contro i disturbi alimentari è l'autobiografia di Sabrina Zardoub. In essa l'autrice ripercorre gli eventi che hanno segnato la sua vita e che l'hanno portata a sviluppare disturbi del comportamento alimentare (DCA). Sabrina, nelle pagine di questo libro, ripercorre i suoi ricordi d'infanzia, i momenti di sofferenza vissuti nel periodo della scuola, gli atti di bullismo subiti e le insicurezze che con il tempo ha sviluppato. L'anoressia, prima, e la bulimia, dopo, hanno segnato la sua adolescenza e il periodo universitario. Caduta nel vortice nero dei DCA, Sabrina ha trovato, e trova ancora oggi, nell'affetto della famiglia e delle amicizie l'unica via di salvezza. Sottovoce non è solo un'autobiografia ma è un atto di coraggio e di altruismo verso chi lotta contro i disturbi alimentari e si sente solo a combattere questa battaglia. A loro vuole arrivare, forte, il messaggio di Sabrina: non abbiate paura di chiedere aiuto.

    Recensione:
    Non è stato semplice per me leggere "Sottovoce. La mia lotta contro i disturbi alimentari" di Sabrina Zardoub. Con grande coraggio la giovane autrice ripercorre la propria esperienza personale, cercando di far entrare il lettore nella spirale di pensieri disfunzionali che caratterizzano i disturbi del comportamento alimentare (DCA). Per chi non ne abbia mai fatto esperienza, tuttavia, non è facile entrare davvero nel meccanismo sottile e perverso che spinge chi ne è affetto ad avere una percezione del tutto falsata del proprio corpo: spesso si comincia semplicemente col voler perseguire il canone estetico di estrema magrezza proposto in modo pervasivo da stilisti, personaggi dello spettacolo e da tutto l'ambiente che vive intorno alla moda. A un certo punto, però, nella mente scatta qualcosa: mentre l'alimentazione continua a venire ridotta fino ad arrivare al completo digiuno, la persona non smette di vedersi grassa, anche quando di fatto è pelle e ossa.
    Quando non si riesce a tenere sotto controllo ciò che si mangia poi lo si vomita, schiacciati dal senso di colpa; in certi casi si continua a ingozzarsi e vomitare per tutta la giornata, spinti a questo distruttivo rituale da una forza oscura e misteriosa alla quale non si riesce ad opporsi.
    Le patologie alimentari producono, a differenza della maggior parte degli altri disturbi psichici, evidenti alterazioni fisiche ed estetiche che finiscono con l'ostacolare le relazioni sociali suscitando da una parte sgomento, incomprensione e turbamento, dall'altra vergogna e un profondo senso di inadeguatezza.
    Sabrina ripercorre i suoi ricordi d'infanzia, la sua adolescenza e il periodo universitario, raccontando come l'ossessione per il cibo abbia finito con il condizionare ogni sua esperienza, rendendo ogni prova, ogni ostacolo, infinitamente più arduo. Ciò che più mi ha colpita, procedendo nella lettura, è il profondo "disgusto di sè" che ha continuato a tormentarla per tanti anni: quando arriviamo a dire continuamente a noi stessi "fai schifo", "sembri un maiale", "dovresti vergognarti" ecco, quello a mio avviso è il segnale che siamo andati oltre e che dobbiamo chiedere aiuto: alla famiglia, agli amici, ma soprattutto a professionisti sensibili e preparati.
    La lotta di Sabrina contro il disturbo del comportamento alimentare non è ancora finita, ma oggi che sta meglio vuole mettere la sua esperienza a disposizione di chi, come lei, è impegnato in una battaglia estenuante e apparentemente senza fine. In questo, essenzialmente, risiede il grande valore di questa autobiografia che, pur con il suo impianto a volte caotico e spesso grammaticalmente impreciso, costituisce un importante messaggio di speranza.
    (Cristina Quochi)



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