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Viaggio di immagini con ritorno in versi
di Eloisa De Felice e Marco Lipford

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 76 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Poesia

    Trama:
    Una raccolta di fotografie di vari luoghi intorno al mondo corredati da versi poetici ispirati aggiunti in seguito.

    Recensione:
    "Viaggio di immagini con ritorno in versi" di Eloisa De Felice e Marco Lipford è un felice connubio tra fotografia e poesia, nato con il preciso e lodevole intento di devolvere i proventi del libro all'AIRC.
    Poesia ed immagine sono da ritenersi declinazioni di una fonte comune dalla quale possono generarsi vicendevolmente e appartenersi. Qualsivoglia gesto espressivo, verbale o iconografico, è il luogo in cui impera la forma, il luogo in cui si celebra quelli che Baudelaire definiva "culte des images".
    La supremazia visiva è presente nell'io del poeta, in questo caso Marco Lipford, nutrito dalla visione come si evince dal succedersi di richiami agli occhi, allo sguardo, alla luce e alla sua assenza. La ricezione di ogni dato è filtrata dagli occhi. Vedere è la matrice da cui trarre, oltre che un piacere proprio, il raccolto iconografico necessario per l'uomo e, successivamente, costituirsi come gesto portante del poeta.
    L'occhio di Marco ha la capacità di saper leggere sia dentro la luce, dentro i colori delle immagini dei viaggi di Eloisa, sia nel tempo che l'immagine sembra aver fermato, per tradurre poi ogni entità in un mondo di parole.
    Il presupposto comune è che i poeti lavorino su materiale verbale, ma in realtà la voce, la loro prima voce, sgorga dalla visione, dai loro occhi, aperti o chiusi che siano, in continuo dialogo con l'io sotteso che tradurrà ad un pubblico il pensato.
    E' come se l'immagine fosse addormentata nel buio della bocca e venisse risvegliata grazie a una forma di sensibilità alla luce che può essere esterna o proveniente dall'interiorità o da un'entità metafisica.
    L'immagine è ferma nel momento in cui è vista, ma porta con sé una forza implicita, una sorta di prepotenza, perché lo scatto che la realizza, oltre a portarla al di fuori della temporalità, la separa da tutti gli altri momenti, da tutti gli altri scatti. Il poeta con la stessa consapevolezza e volontà di evidenziare singoli elementi rappresentando con la parola un momento, sa di fare violenza sulla narrazione che diventa movimento istantaneo, accelerato, costellato di figure, denso di significato, icona e parola.
    Marco dà alle parole capacità di descrivere la pienezza delle cose, la loro ombra e la loro luce, la loro vita e la loro morte e questo accade solo quando si riesce a divenire un corpo unico con il luogo e l'istante dell'esistenza.
    Si evidenzia una sorta di riflessione che dà vita a composizioni farcite di pensieri e di idee orientate alla ricerca della conoscenza del sé.
    Un altro elemento che caratterizza la poetica di Marco è la rilevante componente dialogica che si esplicita praticamente in tutte le poesie; c'è spesso un "tu" verso il quale il poeta si sposta col pensiero e con la narrazione. Sicuramente, nel pensiero cosciente dell'Autore, quel "tu" è una persona conosciuta, reale, forse amata ma, metaforicamente, rappresenta l'anima, oppure un luogo, una condizione mentale, uno strumento nella sue mani, o ancora ciò che coloro che prenderanno in mano il suo libro e si avventureranno nella lettura dei suoi versi vogliono che sia.
    Vi sono anche versi in cui appare un messaggio che richiama alla morte, al distacco da questo mondo, uno sguardo nero che penetra oltre la superficie del vivere ed è come trattenere il respiro prima dell'immersione, un momento personale, individuale, l'attimo in cui il soggetto/Autore invita il lettore a prendere coscienza di se stesso.
    La poesia di Marco può coinvolgere il lettore, o addirittura trascinarlo, data talvolta la forza dialogica, in un ascolto e una meditazione, assorta e visionaria, del mondo reale. I versi ben lavorati, sintatticamente e formalmente, pur ricorrendo a volte all'uso della rima che non amo particolarmente, rendono il testo simile alle immagini di un sogno che appare dapprima disordinato e senza senso, ma che al risveglio si agganciano alla mente razionale, mostrandoci il suo vero senso, una rielaborazione quasi esorcizzante di esperienze (forse) vissute.
    Molto interessante l'intervista al fotografo Thomas Klann che dimostra come la fotografia non sia mera rappresentazione della realtà visibile, bensì una rivelazione della sensibilità del fotografo.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Nel giardino dorato in cui nasciamo
    siamo frutti raccolti già caduti dal ramo.
    Tempo che mordi
    ma dove è che vai a finire?"
    (da Nel giardino dorato)

    "Chi saprà mai dove finiscono i giorni,
    tornano forse nelle profondità del sole
    o diventano isole in un mare arroventato?"
    (da Sopra e sotto la superficie)

    "(...)
    Nelle tue iridi di nuovo ambrate
    cristalli di lacrime che non hai versate,
    senza più rabbia per quello che è stato
    amara coscienza del tempo sprecato."
    (da La responsabilità del tempo)



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