Genere: Noir

Trama:
A Sas Ruches, in Barbagia, Ercole Cassandra indaga sull'omicidio del padre, un capitano dei Carabinieri. Ufficialmente il soggiorno nel paesino è dovuto alla sua attività d'insegnante presso la locale scuola media, dove trova un ambiente ambiguo e a tratti ostile, in cui tra ragazzi e adulti sembrano vigere dei taciti accordi. Un suo alunno, Pasquale Mannu, vuole assumere nella classe il ruolo del boss, lo stesso che il padre Agostino esercita nel paese. Ercole scoprirà che il preside della scuola e il suo vice sono stati legati in passato ad Agostino Mannu e al capitano Cassandra. Al centro della vicenda, un traffico di bronzetti nuragici, una violenza di gruppo, una bella quarantenne e l'attempata titolare di un bordello di Nuoro.

Recensione:
Un noir che possiede una sua precisa identità, fatta soprattutto di descrizioni e di persone: "Il paese delle croci" strega col suo ritmo e con una trama affatto scontata.
Cambosu ci porta in Sardegna, una terra, un'isola particolare, con leggi sotterranee tutte sue che permeano le comunità, soprattutto se piccole ed isolate, e con la sua scrittura modulata sulle sensazioni, ci conduce per mano in un paese dove tutto appare in un modo celandone un altro in profondità.
Già emblematica è la scelta dell'immagine di copertina: un uomo con il volto fasciato, coperto. E' la rappresentazione dell'invisibile, del non detto, di ciò che agli estranei rimane sconosciuto, protetto dalla consuetudine e dalle usanze.
Cassandra, il protagonista, che viene sempre identificato col cognome, è un professore che si trova a dover ricoprire una cattedra in un paesino della Sardegna e per questo lascia la sua Sicilia per l'altra isola. E' giovane e ha una missione: scoprire cosa è accaduto realmente al padre quindici anni prima, trovare il movente della sua uccisione e magari anche il colpevole. Già lui si presenta in un modo tenendo segreta la sua intenzione, pure lui ha un segreto, un secondo fine che lo rende attore nella sua nuova vita. E' un pesce fuor d'acqua nell'abitato di Sas Ruches, un elemento di disturbo, che non si uniforma, ma pone domande scomode con un atteggiamento che desta fastidio. E' un personaggio che seguiamo con piacere e troviamo in antitesi con le figure degli abitanti, abilissimi a sviare le domande, a dire lasciando molto sottinteso, instillando anche nelle pose più innocue, un senso di minaccioso pericolo, un avvertimento a stare nei ranghi, ad ubbidire, a comportarsi a modo o le conseguenze saranno inevitabili.
L'atmosfera si percepisce fortemente, buca le pagine e si fa sentire nelle descrizioni del paese come in quelle del microcosmo della scuola media dove Cassandra lavora. I padri da una parte, i figli dall'altra. Gli uni che permeano i secondi con l'educazione e l'ambiente, per farne delle loro copie che mantengano la continuità. Ci riusciranno? O Cassandra sarà profeta che si farà ascoltare, al contrario della sua antica omonima che non ha potuto evitare la distruzione della sua città? C'è un cambiamento in atto, una verità che deve venire a galla, qualcosa che va cambiato radicalmente tramite una rivoluzione.
La tensione sale progressivamente, affascinando alla storia. E' un noir spostato nel tempo perché le azioni si svolgono nel passato rispetto al nostro calendario, ma non ha importanza: leggendolo entriamo in un tunnel dove nulla conta al di fuori delle parole che scorrono con potenza e delicatezza, forti di una musicalità da pifferaio magico che porta via.
Un finale sorprendente dove tutto sembra definitivo ci dà la misura dell'importanza di certe azioni e determinati messaggi, che passano, toccando le corde giuste per ricostruire e ripartire con nuovo vigore.
"Il paese delle croci", intenso ed avvolgente, è un noir di classe.
(Tatiana Vanini)

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