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Genere: Thriller

Trama:
Quando il treno ad alta velocità Milano-Roma entra alla stazione Termini la polizia ferroviaria ha una terribile sorpresa: i passeggeri della carrozza Top, il vagone più esclusivo e costoso, sono tutti morti.
E la prima a entrare nella carrozza del massacro è Colomba Caselli, vicequestore dai muscoli d'acciaio e l'anima fragile. I primi indizi portano decisamente verso il terrorismo islamico, arriva anche un video in cui due uomini rivendicano l'attentato in nome dell'Isis. Ma Colomba capisce che qualcosa non va. E si rende conto che l'unica cosa che può fare è chiedere l'aiuto della sola persona che riesce a vedere attraverso la nebbia di bugie e depistaggi: Dante Torre.
Colomba e Dante non si parlano da mesi, da quando lui, dopo la morte del suo aguzzino, l'uomo che si faceva chiamare "Il Padre", si è perso dietro ai suoi fantasmi. Convinto che ci sia un complotto ai suoi danni, è ossessionato dalla ricerca dei mandanti del Padre e del fantomatico individuo che gli ha telefonato dicendo di essere suo fratello. Un individuo alla cui esistenza crede soltanto lui.
Basta incontrarsi, a Dante e Colomba, per superare le incomprensioni. E la sensazione di lei era giusta: l'Isis non c'entra e l'attentato è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di carneficine. Dietro la scia di morti c'è una misteriosa figura femminile, che non lascia tracce se non un nome: Giltiné, l'angelo lituano dei defunti, bellissima e letale. Ma chi la sente sussurrare il suo nome, poi non sentirà molto altro. Dante e Colomba intraprendono così un'indagine che dalla stazione Termini di Roma li porterà prima a Berlino e poi a Venezia, per la resa dei conti.

Recensione:
Dopo "Uccidi il padre", Dazieri ci regala un secondo thriller ad alto tasso di azione e adrenalina, con protagonisti Dante Torre e Colomba Caselli.
Le cose di rado sono quello che appaiono all'inizio, questo autore lo sa bene e ha fatto delle sorprese, dei dubbi insinuanti e delle deviazioni criminali, il suo marchio di fabbrica, l'impronta indelebile che ritroviamo con piacere in quest'opera.
Corre veloce la scrittura, con le parole che sono un fiume in piena, trascinanti verso un'indagine pericolosa e fuori da ogni regola o schema.
Antichi segreti della guerra fredda e fantasmi sepolti, tornano con forza e vigore, emergendo dalle scatole chiuse e dalle tombe sigillate, portando scompiglio e morte in Italia e non solo.
Sarà appassionante seguire Colomba e Dante, due personaggi che per la loro struttura, le tante complicazioni e fragilità, l'anima di acciaio e volontà, abbiamo imparato a conoscere e soprattutto ad amare nel precedente libro a loro dedicato.
Inascoltati, ostacolati, i due dovranno entrare in clandestinità per fermare un killer sfuggente e letale, pronto a sacrificare innocenti sull'altare delle vendetta, per colpire chi più odia. Non sarà facile destreggiarsi tra falsi amici e compagni di avventura falsi, oppure sinceri: una formula che aumenta la suspense e non lascia rassicuranti certezze. Siamo costantemente in bilico, capitolo dopo capitolo.
Diritto e giustizia, legge e protezione sono parole che non sempre vanno avanti di pari passo, nei libri di Dazieri quasi mai. La coscienza dei suoi personaggi urla forte, il dovere spezza le catene della consuetudine, ed ecco che nascono figure uniche, pronte a giocarsi il tutto per tutto, anche la vita, per fare ciò che va fatto.
Se i protagonisti non sono esattamente corretti, anche incastonare in una precisa categoria l'antagonista non è affatto semplice: all'inizio lo temi, lo odi, appare freddo, spietato, malvagio come un incubo partorito dall'inferno. Ma l'inferno descritto da Sandrone è capace di generare angeli. Angeli della morte. Niente è lasciato al caso, la psicologia e i motivi che fanno agire le figure del thriller sono esplorate a fondo, costruite con cura, svelate poco a poco. Il legame empatico si instaura a sorpresa, anche con chi si combatte. Va fermato, è letale, ma colpevole senza appello no. Esistono vari gradi di vittime. C'è chi si sottomette, chi soccombe, chi lotta e chi si rivolta contro la mano che l'ha colpito, tornando devastante come un'esplosione.
"L'angelo" è un thriller che si ama, elettrizzante e profondo, perfetto continuo di "Uccidi il padre".
Questo romanzo tratta un caso a parte, ma sono tanti i riferimenti con il libro precedente, fino al finale che lascia un sospeso: promessa di un seguito, di segreti da svelare, di verità che finalmente illumineranno gli angoli più bui.
"L'angelo", pagine belle e spaventose, intrise di triste e devastante miseria: gli uomini sono belve, e alcune sono più pericolose di altre.
Consigliato.
(Tatiana Vanini)

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